healthcare

Le tecnologie immersive per la sanità

Nasce la partnership tra Vection Technologies e SAPIS per lo sviluppo di soluzioni che fanno leva su realtà virtuale, aumentata e mista

Pubblicato il 09 Lug 2023

Vection Technologies è una multinazionale in crescita con base in Australia e l’anima in Italia, che aiuta le imprese a trasformare i processi produttivi sfruttando i dati 3D attraverso potenti interfacce di extended reality. Quotata all’Australian Securities Exchange dal 2019 (Asx: VR1) e negoziata sull’American Otc market (Vctny) dal 2022, sviluppa tecnologie dalla realtà virtuale (VR), realtà aumentata (AR) e realtà mista (MR) ai metaverse, alle infrastrutture ICT, ai Chioschi e ai servizi di modellazione e rendering 3D.

SAPIS è il Centro sudi della Federazione nazionale degli Ordini dei tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione (FNO TSRM e PSTRP), che ha lo scopo di svolgere attività di ricerca, studio, sperimentazione, informazione e divulgazione tecnico-scientifica in campo sanitario.

Le due realtà hanno siglato un protocollo di intesa, iniziativa che è stata presentata da Livio Gigliuto, direttore generale della Fondazione Italia Digitale, il quale ha illustrato i dati di un sondaggio sulla sanità digitale diretto dalla medesima Fondazione. Dalla ricerca è emerso che il 58% delle persone intervistate alla domanda ‘in quali settori sarebbe più strategico investire i fondi del PNRR’ ha risposto nella sanità, il 34% nell’istruzione e ricerca. E fa riflettere come in realtà l’ultima milestone del Piano sia proprio quella della sanità, dal budget più basso.

Alla domanda ‘quanto sarebbe propenso a sostituire alcune visite mediche con visite da remoto a distanza’, magari tramite smarthphone, il 46% ha risposto in maniera affermativa. Dati interessanti che mostrano per esempio quanto si potrebbero evitare le file, code, presso gli ambulatori.

Gianmarco Biagi, CEO di Vection Technologies, ha presentato poi «il modello olistico» con il quale «Vection ha mappato i processi della sanità, dalla preparazione universitaria alla sala operatoria e al post operatorio». La vision è quella di applicare la totalità delle tecnologie immersive abilitanti XR (extended reality) alla totalità del modello sanitario. Tali tecnologie quindi non andranno a sostituire quelle già esistenti, ma andranno ad appoggiarsi a esse, come il training in realtà virtuale o manutenzione degli impianti o simulazioni su un triage di emergenza.

Alessandro Beux, presidente del Centro studi SAPIS, ha sottolineato come quella con Vection technologies sia «una partnership che permette alle 18 professioni sanitarie ricomprese negli Ordini TSRM e PSTRP una formazione pratica. Intercetta bisogni che non sono stati ben affrontati dal sistema sanitario-ospedaliero, come per esempio la chiusura dei piccoli centri. Queste tecnologie digitali, se inserite in questi contesti, possono migliorare questo sbilanciamento. Grazie anche a competenze che vengono acquisite in modo virtuale”.

Stefano Maria Mezzopera, professore in risk manager in ambito sanitario, si è soffermato su come l’errore umano non sia mai eliminabile in nessun contesto e settore: «il 96% dei danni che la sanità italiana racconta – al 4° posto a livello mondiale rispetto il 56° degli USA – è dovuta ad un aspetto organizzativo». Il problema riguarderebbe da un lato la cattiva organizzazione e dall’altro la cattiva conoscenza: «ho studiato 160 ospedali – ha poi aggiunto. La cattiva organizzazione è data dalla non consapevolezza che l’uomo è una creatura che produce errori».

Questa alleanza come primo germe produrrà dei percorsi formativi. Le parti hanno già definito e presentato il primo progetto formativo congiunto dal titolo “Dal post-processing alla realtà aumentata: il TSRM e le nuove immagini”.

Privacy, contesti applicativi, formazione

Startupbusiness ha posto alcune domande ai relatori:

Vection Tecnologies in passato e nel presente ha trovato o suppone di trovare delle “barriere” legali dal punto di vista normativo in Italia (per esempio fa scuola ormai il caso di ChatGpt col Garante della Privacy) o in Europa (per esempio la lista delle 19 Big Tech “cattive” con il DSA)? 

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«In Vection noi garantiamo tutta la privacy del dato. Tutto è conservato come una scatola nera di un aereo. Ed è messo a disposizione allo staff ospedaliero e al paziente. Quindi, dal punto di vista tecnologico non è un problema, da un punto di vista normativo c’è sicuramente tanto da lavorare, Ecco perché anche con SAPIS stiamo lavorando a tutto un ragionamento di sperimentazione sulla struttura ospedaliera che terrà conto anche di questi aspetti sulla privacy», dice Biagi.

Alessandro Beux aggiunge: «più che la norma mi preoccupano le resistenze culturali. In ambito sanitario, nonostante che sia un ambito di gente altamente acculturata, per quanto attiene le tecnologie digitali c’è una oggettiva e indiscutibile preoccupante resistenza. E non è una resistenza solo dovuta all’alfabetizzazione, quindi ‘resisto nei confronti di uno strumento che mi richiede una maggior quantità di impegno rispetto a quelli tradizionali che conosco’. È una resistenza di altro tipo, tra l’atro ingiustificabili perché è come se il pilota di aereo resistesse all’introduzione del pilota automatico o dei percorsi di simulazione. Bisogna far comprendere che le tecnologie sono uno strumento, che non sono assolutamente sostitutive, che non ci debba essere un rapporto di tipo gerarchico tra la risorsa umana e la tecnologia digitale, ma una alleanza».

Da una parte si potranno incontrare certamente delle barriere culturali e per contrastarle prevedete di mettere in campo dei percorsi formativi. Dall’altra oggi sono stati citati i fondi del PNRR. Tutto questo fa pensare anche a un altro aspetto o barriera, quella economica. Quindi: per poter aggredire il mercato italiano, la strategia di Vection sarebbe quella di iniziare con delle partnership – ecco quella con SAPIS attraverso l’erogazione di piani formativi– e mi immagino anche di successive, con tutto l’indotto che il settore sanitario comprende, per poi attrare ulteriori entità (settori) accedendo ai fondi del PNRR?

«È chiaro che il percorso è questo. Ma è notorio che il settore sanitario assorbe la grande maggioranza dei budget di un Paese insieme ad altri capitoli di spesa. Però per noi sì, l’elemento chiave di entrata è la cultura, perché le tecnologie sono uno strumento. Il risultato è l’abbattimento dei rischi e il miglioramento del servizio al paziente. Come si raggiunge? Organizzazione, formazione e tecnologia. Come ricordava prima il presidente Beux, solo con una di queste non si raggiunge, ma con l’insieme di tutte e tre sì. Questa è l’innovation. Noi siamo una azienda, non una no profit, ma una multinazionale che vuole fare qualcosa di buono, vuole fare business ma vuole creare un innalzamento dello standard di modello. Far diventare nel ranking mondiale la sanità italiana non quarta ma seconda. La porta d’accesso è la formazione e grazie poi alle istituzioni. In Italia l’investimento in formazione è un investimento troppo poco utilizzato. In Italia si preferisce fare quella che è la formazione sul campo o esperienziale, che va benissimo, ma deve essere affiancata da quella strutturata che è quella che proponiamo grazie agli Ordini, grazie alle persone con esperienza, grazie alla tecnologia», sottolinea Biagi.

Nel 2024 qual è il settore in Italia che Vection prevede di aggredire (per esempio il gaming oppure bellico)?

Il settore industriale. Siamo una società che lavora business to business. Per noi il consumer non è un target. Per noi il gaming è uno strumento che implementiamo nelle nostre tecnologie, ma il nostro utente è sempre un utente professionale. Il mondo delle tecnologie immersive social, come quelle che propone ad esempio META – che sono nostri amici – è qualcosa che avverrà. Oggi invece nel mondo industriale, della Pubblica Amministrazione, c’è un fortissimo interesse, e dopo qualche anno di introduzione adesso c’è veramente l’applicazione che è professionale. Come tutte le grandi innovazioni tecnologiche prima si parte dalla ricerca di base, che è tipicamente militare, aerospaziale o scientifica. Poi c’è la prima applicazione nel mondo professionale, e oggi siamo qui. E infine il consumer, che si abituerà ad utilizzare queste tecnologie. Noi prevediamo che i social avranno un impatto immersivo da qui a 10 anni. Mentre il mondo professionale è già oggi. Quali settori? real estate (principale), sanità, education, healtcare, difesa, automotive, training e formazione, fashion», commenta Biagi.

Ora la domanda è lecita: nei valori aziendali avere due settori target come quello dell’healthcare e quello della difesa, non stona?

No, affatto. Posto che c’è anche l’healthcare nella difesa. La realtà è che queste tecnologie sono applicabili veramente ovunque, a qualunque cosa, sono veramente cross. Però proprio per questo bisogna stare attenti a come cercare di focalizzarle. Per esempio nella difesa queste tecnologie già le troviamo nella simulazione, nella valutazione dei rischi, nella progettazione o nella logistica”, conclude il CEO di Vection Technologies.

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