LiUU, la piattaforma di crowdliquidity per le piccole e medie aziende

Pubblicato il 28 Ago 2020

Il concetto è semplice: acquisto solidale anticipato che garantisce alle imprese una nuova linea di liquidità per coprire i costi di struttura e di stipendi, e contemporaneamente permette al consumatore finale di aiutarle ottenendo servizi e prodotti a prezzi di vantaggio, che potrà utilizzare a partire da una data futura. Il nome è accattivante: crowdliquidity, sintesi tra crowd, come in crowdfunding, e liquidity, quindi liquidità. L’idea è stata sviluppata da un team di consulenti finanziari e sviluppatori ispirati dalla visione di Isabella Sorace, 31enne bergamasca, Transformation Manager con esperienza presso importanti società di consulenza di direzione e strategica. Durante il periodo di quarantena, il team ha sviluppato un innovativo concetto di finanziamento per le attività commerciali e fondato “LiUU – Lift Us Up” .

Isabella Sorace, fondatrice di LiUU

“Se dovessi riassumere in poche parole il mio lavoro di transformation manager – spiega Isabella Sorace a Startupbusiness – , direi che passo le giornate risolvendo problemi. Dove in molti vedono solo domande complesse, io ho imparato a vedere la soluzione. Verso fine aprile, ho iniziato a studiare la situazione economica causata dal lockdown come un problema da risolvere così, ho inquadrato la radice ultima del problema, la mancanza di liquidità in circolazione, e da quello siamo partiti per trovare una soluzione. Quello che abbiamo fatto, quindi, è stato inventarci un modo per fare circolare la liquidità, in un momento in cui erano le persone a non poter circolare. Da lì, è partita l’implementazione e abbiamo costruito una piattaforma dove la liquidità circola oggi, a fronte di un servizio o prodotto di cui si usufruirà in futuro. Ovviamente, questo è solo l’inizio: i nostri sforzi si concentrano nel cercare di costruire una rete stabile di utenti che inizino a usare LiUU come uno strumento di acquisto alternativo”.

Secondo un’indagine di Confcommercio (31 maggio 2020) realizzata in collaborazione con SWG, a tre settimane dall’inizio della fase due solo l’82% delle imprese del commercio e dei servizi aveva deciso di riaprire, di cui solo il 73% dei bar e ristoranti. Il persistere clima di incertezza generale, la crisi degli acquisti e la conseguente mancanza di liquidità per negozi ed esercizi commerciali potrebbero costare caro all’economia italiana: riduzione o azzeramento del fatturato e costi indifferibili da onorare pongono infatti a rischio chiusura circa il 30% di queste attività. Tra quelle maggiormente colpite, alberghi e ristoranti – 6 su 10 rischiano la chiusura entro un anno; quelle legate a sport, intrattenimento e cultura con un 61,5% che denuncia la presenza di fattori economici e organizzativi che ne mettono a rischio l’esistenza;  infine la manifattura, le costruzioni e il commercio, con un 74% di imprese che ha subito un calo di fatturato di oltre il 50% rispetto allo stesso periodo del 2019. E se il Decreto Liquidità sta mobilitando, grazie alla garanzia pubblica, 400 miliardi di euro a favore delle PMI, potrebbe da solo non essere un atto sufficiente: senza cassa, difficilmente aumentare il debito è una soluzione sostenibile. Per scongiurare una crisi economica senza precedenti, è importante offrire pensiero laterale e aiuti concreti e immediati.

Similmente alle piattaforme di crowdfunding, anche noi di LiUU abbiamo sviluppato un modello di business basato sulle commissioni – aggiunge la co-fondatrice -. Un’attività commerciale che decida di aprire una campagna di raccolta della liquidità tramite LiUU non ha nessun costo iniziale, e paga solo una piccola percentuale su ogni transazione, di cui, una parte viene pagata direttamente alla compagnia che gestisce la transazione per il pagamento con carta di credito. Inoltre, per incentivare il raggiungimento dell’obbiettivo di raccolta, noi di LiUU restituiamo il 15% delle commissioni pagate per l’uso della piattaforma, nel momento in cui l’azienda raggiunge l’obbiettivo. LiUU è di diritto svizzero solo perché noi fondatori siamo basati in Svizzera, io mi sono trasferita a Zurigo circa cinque anni fa, da Bergamo. Vorrei sottolineare che i prodotti e servizi sono venduti direttamente dall’attività commerciale al cliente finale, noi tratteniamo solo le commissioni: LiUU è una piattaforma, ma il contratto è sempre tra l’attività commerciale e il cliente. In questo senso, la nazionalità di LiUU non ha implicazioni operative per le aziende italiane. Nonostante la nazionalità svizzera, comunque, il nostro mercato iniziale di riferimento è l’Italia ed è per questo che la nostra offerta di lancio è rivolta solo ad attività commerciali italiane: le prime 20 campagne non pagano commissioni per l’uso della piattaforma, a oggi, a tre settimane dal lancio, ne abbiamo attive già otto e ricevono inoltre una piccola donazione da parte nostra”.

Photo by Ramiro Mendes on Unsplash

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