Startup Africa Roadtrip giunge al suo nono anno di attività, il programma, promosso dall’Associazione BeEntrepreneurs è pronto per la nuova edizione, la sesta, del suo Next Generation Africa, confermandosi come una delle iniziative più longeve e concrete nella costruzione di ponti tra l’ecosistema imprenditoriale africano e quello europeo.
La sesta edizione di Next Generation Africa si svolge tra l’11 e il 15 agosto 2025, le 25 startup selezionate si riuniranno a Dar es Salaam in Tanzania per un bootcamp intensivo e gratuito. Il programma prevede formazione condotta dal team di volontari dell’associazione che sono professionisti attivi nell’innovazione, startup e venture capital, mentorship personalizzata, networking con investitori e partner, e soprattutto la possibilità di accedere al roadshow italiano del 2026.
“La Tanzania rappresenta l’evoluzione naturale di un viaggio iniziato in Uganda: oggi possiamo toccare con mano quanto i semi piantati dal 2017 abbiano germinato e dato frutti inaspettati – spiega Susanna Ercolani, program leader e membro del consiglio direttivo di BeEntrepreneurs – Startup che erano solo idee nei nostri primi programmi sono diventate aziende strutturate, hanno raccolto investimenti, creato posti di lavoro. Questo ci dimostra che non si trattava di assistenzialismo, ma di costruire ponti autentici tra ecosistemi che si alimentano a vicenda”.
Il bootcamp culminerà in un demo day presso la residenza dell’Ambasciatore italiano, dove le quattro startup migliori si aggiudicheranno un viaggio completamente finanziato in Italia nel 2026 per incontrare investitori, università, acceleratori e partner dell’ecosistema dell’innovazione italiano ed europeo.
La scelta della Tanzania non è casuale. Sebbene nel 2023 il totale dei finanziamenti raccolti dalle startup tanzaniane si aggirasse intorno ai 25 milioni di dollari, dato che riflette l’immaturità di un ecosistema ancora agli inizi, il Paese sta rapidamente guadagnando attenzione da parte di investitori e attori internazionali. È proprio in contesti come questo, dove il potenziale è ancora inespresso ma le condizioni per una crescita accelerata iniziano a delinearsi, che Next Generation Africa trova il suo habitat naturale.
La Tanzania conta oggi oltre 60 hub tecnologici distribuiti sul territorio, a conferma di una crescente infrastruttura a supporto dell’innovazione. Un confronto con Paesi più avanzati come il Kenya, che nello stesso periodo ha attratto circa 800 milioni di dollari in investimenti, evidenzia il margine di crescita ancora disponibile e l’ampio spazio per l’intervento di programmi di supporto, accelerazione e investimento.
Un esempio concreto del potenziale tanzaniano è la fintech NALA, la prima startup del Paese selezionata da Y-Combinator, uno dei più importanti acceleratori globali. Nel 2024 ha raccolto un round Serie A da 40 milioni di dollari, diventando profittevole e ampliando la propria presenza in 11 mercati africani, con oltre 700mila utenti serviti. Un caso che dimostra come anche in ecosistemi ancora giovani possano nascere realtà capaci di competere e scalare a livello continentale.
I numeri della selezione 2025-2026 confermano la crescente forza di attrazione del programma. Startup Africa Roadtrip ha raggiunto il suo milestone più alto di sempre: 672 candidature ricevute da startup africane, con un incremento del 50% rispetto al programma precedente. Non si tratta solo di un numero, ma del segno di un movimento in crescita.
La maggioranza delle candidature è arrivata dalla Tanzania, seguita da Kenya e Uganda, che insieme rappresentano quasi il 75% di tutte le richieste. Ancora più impressionante: il 50% delle startup ha almeno una fondatrice donna, e quasi il 70% ha già utenti o clienti paganti.

I settori più rappresentati mostrano una chiara focalizzazione sui bisogni reali del continente: agricoltura e agritech guidano con il 35% delle candidature, seguite da educazione (13%), sanità e healthtech (10,4%), energie rinnovabili (9%), software e intelligenza artificiale (8,6%), e fintech (7,6%). Il restante 16,4% include settori come retail, turismo, logistica, manifattura e impresa sociale.
Il profilo medio dei fondatori rivela una generazione di imprenditori maturi e preparati: i team hanno in media più di due co-fondatori, il 72% delle startup è già costituita legalmente, più della metà sta attualmente raccogliendo fondi principalmente in fase pre-seed e seed, e l’anno mediano di fondazione è il 2022.
In concomitanza con il lancio della nuova edizione del programma, è stato pubblicato sul canale YouTube del progetto il quarto episodio della serie documentaria dedicata all’ecosistema dell’innovazione dell’Africa orientale, raccontato attraverso le attività di Next Generation Africa 2023/24. Questo nuovo episodio è ambientato in Rwanda, uno degli ecosistemi imprenditoriali più vivaci della regione. Firmato dal videomaker Valerio Casale, il documentario restituisce un ritratto vivido di Kigali, tra strade di terra rossa, colline verde brillante e cieli infiniti, ma soprattutto ne cattura l’energia imprenditoriale. L’episodio segue le 25 startup selezionate per una settimana intensiva di bootcamp, mentoring e connessioni locali, e racconta il percorso delle cinque vincitrici: Luna, SLS Energy, Ubuntu Education, Ecoplastile e Shambapro protagoniste del roadshow internazionale in Italia tra Milano e Bologna nel 2024.
Un video che non solo documenta, ma prepara il terreno per la nuova avventura tanzaniana, mostrando come ogni edizione del programma contribuisca a rafforzare una rete imprenditoriale africana sempre più solida e interconnessa.
Dal 2017, BeEntrepreneurs ha organizzato le edizioni del programma coinvolgendo diversi Paesi: Uganda, Kenya, Tanzania, Rwanda e Marocco, accelerando oltre 150 startup e formando 450 imprenditori, di cui oltre 230 donne. I programmi registrano un tasso di soddisfazione medio di 4,7 su 5 da parte dei partecipanti, mentre le startup supportate hanno raccolto complessivamente oltre 15 milioni di euro in investimenti.
Tra le startup accelerate si distinguono ClinicPesa per la microfinanza sanitaria, Zembo per la mobilità elettrica, Shamba Pride per l’agritech, insieme a Farmer Lifeline, EcoPlastile, Zofi Cash e KaCyber. Partner italiani di prestigio come l’Ambasciata d’Italia in Uganda, Fondazione Cariplo, Banca Etica, Primo Capital, Cisco, Joule, Esade, Sisal e WMF hanno sostenuto i progetti, mentre il programma ha attratto crescente attenzione mediatica e ha un seguito importante sui canali social.
“Startup Africa Roadtrip non è solo un programma di accelerazione – conclude Andrea Censoni, fondatore dell’iniziativa e presidente dell’associazione BeEntrepreneurs – È la dimostrazione che quando credi davvero nelle persone e nel loro potenziale, quando costruisci ponti invece di muri, quando scommetti sull’innovazione come forza di cambiamento sociale, i risultati arrivano. Questi nove anni ci hanno insegnato che l’Africa non ha bisogno di assistenza, ma di partnership autentiche. E noi continueremo a costruirle, una startup alla volta, perché abbiamo imparato che supportare l’innovazione in fase nascente in Africa non solo può essere più efficace degli aiuti tradizionali, ma genera soluzioni autentiche a sfide reali, crea occupazione e sviluppo locale, e costruisce relazioni durature tra ecosistemi imprenditoriali che si arricchiscono a vicenda”.
Un progetto che, lontano dai riflettori istituzionali ma vicino alle realtà imprenditoriali, continua a tessere relazioni durature tra due continenti, dimostrando che la cooperazione più efficace nasce dal basso, dall’incontro tra persone che condividono visioni e valori comuni.
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