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Onde gravitazionali: come si misurano a Stanford

Pubblicato il 13 Feb 2016

In questi ultimi giorni è stata annunciata al mondo una delle più grandi scoperte della scienza moderna: per la prima volta gli scienziati sono riusciti a “catturare” le onde gravitazionali andando a confermare empiricamente quanto ipotizzato da Einstein nella sua Teoria della Relatività.

Raggiungere questa scoperta è il frutto del lavoro di moltissimi ricercatori e università di diversi Paesi al mondo, tra cui l’Italia, ma ha preso le mosse negli Stati Uniti grazie alla realizzazione alcune decine di anni fa di LIGO, acronimo di Laser Interferometer Gravitational-Wave Observatory (osservatorio interferometro laser delle onde gravitazionali);  un osservatorio  ideato proprio per il rilevamento delle onde gravitazionali.

Grazie all’osservatorio Ligo si è dato vita a un progetto di ricerca che nel corso degli anni ha coinvolto oltre 1000 ricercatori di università americane e in altri 14 Paesi al mondo, come si racconta in questo interessante articolo della Stanford University, coinvolta anch’essa nel progetto grazie alla partecipazione di ricercatori, professori e la realizzazione di parte dei macchinari utilizzati nella scoperta. E che vediamo nel video che vi proponiamo, dove parla il team coinvolto che mostra i macchinari utilizzati e come si è raggiunta la scoperta.

Una scoperta con  un grandissimo valore scientifico, ma che è anche uno straordinario successo della tecnica: LIGO è oggi la macchina di misurazione più sofisticata e precisa che l’uomo abbia mai costruito, ha detto Robert L. Byer, professore di fisica applicata a Stanford e membro del team che a Stanford lavora sul progetto LIGO, abbastanza sensibile per sentire le campane che suonano nell’universo.

Sull’argomento leggi anche l’articolo Onde gravitazionali, perché la scoperta è fondamentale (anche) per le imprese

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