Portali di crowdfunding: un'opportunità per l'angel investing?

Pubblicato il 16 Nov 2013

Quando si discute di equity crowdfunding e dei suoi effetti nel settore dell’early stage investing è inevitabile chiedersi in che modo si andrà a configurare il rapporto tra portali di crowdfunding e angel investing. A questo interrogativo si è cercato di dare una risposta nel corso dell’Angel Investment Global Forum organizzato da Mind The Bridge (8 e 9 novemre scorsi a Milano) che ha dedicato il panel “Global New Crowdfunding Platforms. Equity vs Project crowdfunding”.

Keynote speaker sul tema del crowdfunding Markus Lampinen, pioniere del crowdfunding e CEO di CrowdValley, piattaforma online basata negli Stati Uniti che offre supporto per la creazione e sviluppo di portali di online investing. Il termine “online investing”, secondo Lampinen, dovrebbe essere preferito al termine “equity crowdfunding” perché quest’ultimo schema di investimento non è che una componente dell’attività attualmente svolta dai portali.

“I portali stanno realizzando nuovi marketplace online in cui gli operatori tradizionali dell’early stage investing come angels e VC possono agire in maniera più semplice, efficace e trasparente. I portali non mirano ad introdurre nuovi schemi di investimento (come l’equity crowdfunding in senso stretto), ma piuttosto a portare i classici schemi di investimento, quelli che si sono sempre svolti offline, in un environment diverso.”
In sintesi questo il messaggio del CEO di CrowdValley: i portali non intendono né possono rimpiazzare l’angel investing, al contrario costituiscono una facilit
y al servizio anche dell’angel investing.

Sostanzialmente identica la prospettiva illustrata durante il Forum da Jeff Lynn, CEO di Seedrs, la prima piattaforma inglese ad aver ottenuto l’autorizzazione della Financial Conduct Authority (FSA) e che a partire dal luglio 2012 ha già consentito a 47 startup di raggiungere il target di finanziamento programmato.“Seedrs e gli altri portali di equity crowdfunding non sono più innovativi nel settore dell’early stage financing di quanto non sia stata Ebay nel settore delle vendite di beni mobili”. Secondo Lynn la vera innovatività dei portali consiste nell’utilizzare Internet per facilitare i tradizionali processi di investimento e per incrementare enormemente la base di investitori e dei progetti imprenditoriali da finanziare.

“Sicuramente i portali di crowdfunding devono affrontare la sfida di operare in un mercato altamente regolato quale quello dei servizi e prodotti finanziari il quale è ulteriormente penalizzato dall’esistenza di confini nazionali in quanto ogni paese ha una sua specifica normativa in materia”, tuttavia Lynn è positivo: “Anche Airbnb e Paypal si sono inserite in settori fortemente regolati e questo non ha impedito loro di crescere”.
La prospettiva per Seedrs è dunque quella di offrire agli investitori basati in UK opportunità di investimento in startup straniere e allo stesso tempo coinvolgere investitori professionali stranieri nel finanziamento di progetti imprenditoriali che, seppur sviluppati al di fuori del proprio network di appartenenza, permetterebbero loro di diversificare e migliorare il proprio deal flow.

Il rapporto tra portali e angel investing può quindi strutturarsi in termini di complementarietà e collaborazione, ma avverte Mario Carlo Ferrario di Redifin “Angel investing non significa solamente finanziare una startup, ma anche offrire le proprie competenze ed esperienze per la crescita della startup in cui si investe. Non può parlarsi di angel investing se si usa un portale online per finanziare una startup nata e sviluppata in un network imprenditoriale cui non si ha accesso né si può avere accesso.”

Una considerazione di sintesi è stata quella espressa sulla questione da Lorenzo Franchini, imprenditore e managing director di IAG (Italian Angels for Growth), associazione di business angel, punto di riferimento in Italia. “ La cosa più complessa per un angel è crearsi un proprio deal flow. Iscriversi ad un portale come AngelList sicuramente consente di accedere immediatamente ad un deal flow selezionato e di qualità e in tal senso sono d’accordo che i portali di crowdfunding possono costituire uno strumento per un angel investor. Ma l’iscrizione ad un portale non è l’unico metodo, né necessariamente il migliore. Di certo non è il metodo migliore per un angel investor che ritiene prioritario conoscere l’imprenditore e la startup in cui investe, mantenere uno stretto contatto con essi, contribuire alla crescita della startup e, altro aspetto importante, conoscere i propri co-investitori.”

In conclusione, sembra che l’attrattività dei portali di crowdfunding come strumento di investimento per gli angel investor dipenderà dalla capacità dei portali di dotarsi di soluzioni e metodi di business innovativi che evitino di frustrare l’aspirazione ed esigenza degli angel di avere hands-on sulla startup su cui investono e contribuire, non solo finanziariamente, alla sua crescita.

Maria Luisa Manis, Avvocato del Foro di Milano, LL.M. in Intellectual Property (Washington DC)

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