Prossimità geografica e prossimità culturale, le leve del giornalismo online

Pubblicato il 12 Apr 2014

L’evoluzione di internet ha creato opportunità, portato nuove sfide e reso obsoleti modelli di business che a lungo sono stati alla base di profitti consistenti per intere industrie.
Oggetto di questo lavoro è l’impatto di internet sul giornalismo locale e le opportunità offerte dai social network attraverso la partecipazione attiva degli utenti alla creazione di contenuti e di notizie. Con la rete sono entrati in scena nuovi attori, i social network in primis, che garantiscono un’efficace diffusione di contenuti e notizie ma esercitano allo stesso tempo una concorrenza sempre più aggressiva nei confronti dei giornali tradizionali. Internet consente di scrivere un post, pubblicare un video o aprire un blog a tutti coloro che vogliono diventare produttori di informazioni e dare vita al fenomeno del giornalismo partecipativo: ogni utente può in ogni momento interagire creativamente con un giornale, una piattaforma online o una community per creare notizie.

Questi fattori hanno travolto i giornali tradizionali in un vortice di distruzione creatrice e ciò che consente di sopravvivere in un nuovo, sconosciuto e dinamico ambiente competitivo è, sempre più spesso, l’innovazione dell’intero modello di business e non di una sola parte di esso. A seconda della tipologia di business spesso si configurano dei modelli ricorrenti che accomunano nella loro meccanica di funzionamento varie imprese; questi vengono chiamati pattern. Uno è quello definito “coda lunga”. In questo modello si fa leva sull’efficienza della vendita al dettaglio online che rende possibile aggregare un grande numero di venditori di prodotti di nicchia, ciascuno dei quali vende bassi volumi, con una produzione complessiva però di ricavi pari o anche superiori a quelli generati dai prodotti di punta. Seguendo questa logica, ciò che qui si propone è di considerare come prodotto o servizio di nicchia, una nicchia di lettori locali all’interno della quale vengono diffuse tutte quelle informazioni che, per specificità e scarsa rilevanza di traffico di lettori in termini numerici, si distribuiscono nella parte destra della coda lunga di Anderson. Una singola unità di questa coda è quella che è stata analizzata attraverso lo studio di un giornale locale (www.giornalekleos.it) e delle community con le quali comunica, costituite sottoforma di gruppi su Facebook. Il beneficio che il giornale, una piccola testata che opera in un contesto hyperlocal, trae dalla partecipazione attiva dei lettori in termini di aumento del traffico di visitatori, è alto. I membri delle community dichiarano di leggere più spesso le notizie postate nelle community rispetto ai media tradizionali. Ecco che Facebook da canale di supporto si trasforma in competitor o, meglio, in un competitor buono col quale poter e dover instaurare una buona relazione per trarne reciproco beneficio. Il dialogo tra testate online di piccole dimensioni, blogger e utenti crea, in un contesto così delineato, quello che viene definito crowdsourcing, ovvero una rete di individui che, sulla base di una relazione tra pari, fanno delle attività insieme che creano valore.

Da queste considerazioni deriva la voglia di approfondire la questione, chiedendosi se questa struttura, che di fatto nasce e si sviluppa all’interno di Facebook, possa essere utilizzata per disegnare un modello di business inedito per il giornalismo hyperlocal, che si concentra sulla parte destra della coda lunga delle informazioni, ovvero sulle informazioni locali di nicchia. In questo step è stato coinvolto un panel di esperti, al quale è stato proposto questo modello che prevede la creazione di contenuti da parte degli utenti, professionisti e non, e raggruppa una varietà di nicchie di informazione hyperlocal di questo tipo. Agli esperti si è chiesto se in questo modo fosse possibile attrarre un numero di lettori maggiore rispetto a quanto avviene con un modello di business tradizionale. La questione è stata valutata da due punti di vista: uno relativo ai lettori con basso coinvolgimento che si limitano a leggere, consigliare o al massimo commentare le notizie (nicchie di lettori hyperlocal) e un altro relativo agli utenti attivi (citizen journalist). Quanto alle nicchie hyperlocal, gli esperti ritengono che una piattaforma giornalistica di questo tipo possa potenzialmente attrarre un’audience diversa e inedita rispetto a quella dei giornali tradizionali, catturandola da social come Facebook che gli esperti stessi ritengono la fonte più efficace quanto a informazione locale. Essi sostengono

inoltre che l’aggregazione di nicchie su base geografica può raggiungere una realtà rilevante in termini di numeri di visitatori, paragonabile, se non maggiore, a quella dei giornali tradizionali. Con riferimento invece ai citizen journalist, i fattori chiave da prendere in considerazione sono la loro motivazione a partecipare attivamente alla creazione di notizie e la tipologia di informazione che gli stessi sarebbero in grado di fornire. Gli esperti ritengono che i citizen journalist potrebbero avvertire un coinvolgimento con la community tale da partecipare attivamente allo sviluppo della stessa, cosa che, fra l’altro, è stato confermato anche dalla ricerca effettuata sui lettori del giornale kleos. Quanto alla tipologia di informazione fornita, gli esperti sostengono che in questo modo sarebbe possibile arricchire il contenuto informativo del giornalismo online, garantendo inoltre una copertura più ampia e capillare del territorio. Le informazioni fornite dai citizen journalist sarebbero inoltre tali da fornire una ricchezza maggiore rispetto a quella che può essere offerta da una redazione di giornalisti tradizionali, dal momento che gli utenti potrebbero essere in grado di curare numerosi e variegati aspetti rilevanti per le comunità locali.

Un ulteriore spunto dato dagli esperti è stato quello di pensare al concetto di hyperlocal non solo in termini di prossimità geografica, ma anche in termini di prossimità culturale, intendendo quindi le nicchie come gruppi di utenti con interessi comuni: questa considerazione offre spunto per ulteriori ricerche e approfondimenti rispetto al nostro lavoro che si è proposto di esplorare nuove opportunità di business disegnando il modello di una piattaforma giornalistica in grado di offrire degli standard produttivi personalizzati sui bisogni degli utenti; in sintesi un social network specializzato nell’informazione locale.

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