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Round da 350mila euro per lo smart working di Smace

La startup che ha sviluppato la piattaforma per la gestione dello smart working raccoglie investimenti da business angel e partner industriali

Pubblicato il 18 Lug 2022

I fondatori di Smace

Smace, contrazione di  Smart work in a smart place è il nome della startup che si propone rivoluzionare il concetto di smart working e del remote working. Nata nel 2021 dall’idea di Marta Romero e Andrea Droghetti, la startup annuncia di avere chiuso un round di investimento da 350mila euro.

Il round è guidato da business angel e vede l’ingresso di figure come Alessandro Gatti, presidente FG Invest, Gabetti Short Rent e il rinnovo della fiducia nel progetto di Digital Magics.

“Siamo entusiasti di aver concluso questo round con investitori che hanno portato valore aggiunto al nostro progetto – dichiarano in una nota Marta Romero e Andrea Droghetti –. In questo nuovo scenario di flessibilità e innovazione è importante avere al proprio fianco un network di advisor competenti e pronti a cogliere le potenzialità del nuovo mondo del lavoro”.

“Il lavoro agile rivoluziona il lavoro e libera la vita. Smace non solo crea servizi utili per chi vuole fare lavoro agile, ma lo vive, lo sperimenta, lo innova, spingendolo oltre i confini di come lo conosciamo oggi. Felice di far parte del loro viaggio”, dice Chiara Bisconti, ex-assessora del Comune di Milano, consulente per le risorse umane e investitrice della startup.

Il servizio Smart working as a service per aziende e liberi professionisti mette a disposizione una rete di strutture smart working friendly, a oggi più di 150, su tutto il territorio nazionale, selezionate e verificate per offrire un’esperienza lavorativa perfetta.

Sono invece già migliaia i soggiorni venduti, e molte grandi aziende e startup hanno scelto Smace per i propri eventi e retreat, in maniera semplice grazie a una piattaforma tecnologica proprietaria e una visione efficace e ambiziosa: trasformare l’Italia nell’ufficio diffuso più bello del mondo, destagionalizzando il turismo e aprendolo a smart worker e nomadi digitali di ogni Paese.

Con un fatturato che ha già superato i 150 mila euro nei primi mesi di vita, per Smace arriva un’ulteriore conferma di interesse da parte di un mercato ad altissimo potenziale: il tema dello smart working coinvolge oltre 5 milioni di lavoratori, secondo il più recente report di Assolombarda.

La startup lancia anche Smace Pro, l’abbonamento rivolto unicamente ad aziende e liberi professionisti attraverso cui usufruire di un unico network di spazi di lavoro verificati in tutta Italia. Sarà quindi possibile accedere a una piattaforma dedicata e godere dell’offerta dei partner della startup.

Perché oltre ai più di 70 luoghi in cui fare smart working e le oltre 150 strutture, sarà possibile prenotare servizi aggiuntivi come babysitting, attività di formazione e fitness.

Smace è partner del progetto Borghi Più Belli di Italia, l’associazione che promuove i piccoli centri abitati, con cui ha creato un catalogo di offerte e di servizi per il long-stay o per i retreat aziendali.

La startup punta a coinvolgere oltre 50 aziende entro la fine dell’anno, ad aumentare il team, già triplicato negli ultimi 12 mesi, e chiudere il 2022 con 350mila euro di fatturato.

@RIPRODUZIONE RISERVATA

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