Salone del gusto, l’industria del food, l’innovazione assimilata e il cibo spaziale

Pubblicato il 05 Nov 2014

I temi di quest’anno del Salone del gusto: agricoltura familiare, tutela della biodiversità e, in linea con l’Expo di Milano 2015, Nutrire il pianeta. Oltre 220mila visitatori, cinque giorni di evento, 1.200 espositori, più di 150 attività didattiche, un programma serrato terminato alle ore 23 di ciascun giorno: una macchina complessa con il compito di riportare l’attenzione sulla concretezza, la materialità e la fisicità del cibo.

Se l’edizione del 2012, in linea con le tendenze globali di overdose comunicativa del cibo e col proliferare di app e piattaforme e-commerce sul cibo, offriva un’opportunità formativa e informativa non solo ai produttori ma anche al settore dei servizi relativi al cibo (dalla logistica, ai software e alle app per la tracciabilità, alle conferenze per blogger e gastronomi), l’edizione 2014 riporta invece pienamente l’attenzione sulle problematiche fisiche e materiali legate al cibo: la produzione e l’autoproduzione di cibo di qualità, gli Ogm, le condizioni di lavoro dei braccianti agricoli. Ma anche i cocktail dell’area Mixology, gli splendidi laboratori didattici del Padiglione 5, l’area Slow Food Educa dedicata ai bambini.

Fisicità dunque, materia, diritti e cibo. L’innovazione tecnologica sfiora il Salone, quasi senza farsi vedere, quasi fosse ormai assimilata dall’industria del food che la usa come mezzo appunto e non come fine acquisendone le opportunità ma senza mai perdere di vista le vere priorità (si veda anche l’articolo sulle startup e il cibo, ndr).

Incontriamo Argotec , società di ingegneria aerospaziale specializzata nella produzione di supporti ai viaggi interplanetari, che quest’anno presenta il suo Space Food Lab: un progetto interamente dedicato al cibo nello spazio, un laboratorio sperimentale in cui si studia e si progetta il cibo ottimale per gli astronauti in orbita. Ottimale non solo da un punto di vista nutrizionale, ma anche emozionale, percettivo, gustativo: il laboratorio è guidato dallo chef Stefano Polato (già responsabile del menu della nostra astronauta Samantha Cristoforetti), accompagnato dal nutrizionista Slow Food Andrea Pezzana. Insieme a tecnologici alimentari e ingegneri aerospaziali, creano porzioni di cibo con un durata di conservazione di 18-24 mesi, comodamente fruibili in orbita, come la zuppa di legumi realizzata con i presidi Slow Food (prodotti selezionati e con un disciplinare definito) o il Cappuccino spaziale Bite, realizzato in collaborazione con Lavazza.

Seguiamo il programma completo del Salone alla ricerca dell’evento “Pixel art”, e ci troviamo in una ludoteca dell’area Slow Food Educa in cui l’azienda Quercetti (l’inventrice del gioco dei chiodini colorati) ci presenta la versione aggiornata dello stesso gioco: Pixel art, ovvero un supporto fisico su cui vanno inseriti i soliti chiodini in plastica, ma alla cui base c’è un’immagine scomposta in pixel che si ricompone perfettamente e risulta visibile solo dopo essere stata completamente ricoperta dai chiodini inseriti nelle giuste posizioni. 1200 chiodini per ogni tavoletta, i sei colori primari da cui partire.

Ancora, incontriamo Qui Cibo startup dell’agroalimentare che, sulla falsariga di Cortilia ma con qualche variazione nella filiera distributiva, propone la vendita online di prodotti alimentari (inclusi i freschi) direttamente dai produttori. Nati nel 2013 grazie a finanziatori privati, si dichiarano soddisfatti e parlano di grandi numeri in soli sei mesi di attività, nonché di una trasformazione in essere da semplice e-commerce a piattaforma di servizi per il settore agroalimentare a 360 gradi.

Un’innovazione di prodotto quindi (Space food), timide variazioni ai processi di vendita online e trasporto già diffusi (Qui Cibo), così l’agroalimentare italiano al Salone del Gusto 2014 sembra più orientato a ristabilire un rapporto diretto tra cibo e produzione pienamente in linea con i valori di Slow Food, piuttosto che proporre sperimentazioni (pure auspicabili) nella proposizione, fruizione, comunicazione, commercializzazione e distribuzione del cibo.

Contributor: Chiara Patitucci – Communication Food – Digital Borgo

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