Come raccontare la scena startup di una città vivace come Lisbona in questo momento? Sono atterrata in Portogallo la prima volta nel 2013 e la seconda nel 2015 per lavorare con una startup, potendo cosí toccare con mano e vedere con i miei occhi la sua rapida ascesa. Riconosciuta in passato come una capitale in crisi, Lisbona oggi fa parlare di sé più che mai: una generazione imprenditoriale tutta nuova si affaccia dirompente sul mondo europeo e non solo.
Nuove organizzazioni, workshop ed eventi sull’innovazione imprenditoriale e nel settore tech hanno conquistato infatti la città: tra questi Beta-i, acceleratore dal carattere spiccatamente internazionale, che nel giro di poco tempo ha iniziato a coordinare il Lisbon Investment Summit, Silicon Valley comes to Lisbon, Explorers Festival, Startup Weekend e la prima edizione portoghese di TEDx.
L’eco di tutto questo agitarsi non poteva che produrre interessante risultati. In men che non si dica, a quattro anni dalla nascita del primo incubatore StartupLisboa, che vanta attualmente un portfolio di 143 imprese, il Comitato delle Regioni Europeo premia Lisbona nel 2015 come “cittá delle Startup”. È così che Paddy Cosgrave, fondatore di Web Summit trasferisce da Dublino a Lisbona uno degli eventi piú importanti del mondo per gli appassionati di tech e business: quando esce la notizia che il Web Summit Festival si sarebbe tenuto qui il prossimo novembre e i per i prossimi tre anni, il mondo attorno a me letteralmente impazzisce. Nel frattempo anche Second Home e ImpactHub, due delle più importanti realtà londinesi annunciano il loro arrivo in città.
Venture Capital, incubatori, startup portoghesi e non solo, costituscono una rete molto fitta e ancora da tessere. Vediamo i principali nodi.
Sedici sono gli incubatori sul territorio, con piú di 350 startup, 1500 posti di lavoro, 38 spazi di coworking e 26 business angel. Portugal Ventures, private equity, concentra i suoi investimenti (450 milioni di euro circa) sul settore tecnologico così come del turismo. Faber Venture, azienda di venture development e Caixa Capital, parte del banking group Caixa Geral de Depositos, la più grande banca portoghese, investono invece su startup come Unbabel, Uniplaces e Get Social.
Lavorando con Landing.jobs, che recluta i migliori talenti sul mercato in Europa e non solo, ho la fortuna di assistere direttamente alla loro evoluzione: il numero di offerte di lavoro continua ad aumentare, ottimo sintomo di sviluppo. Tra queste Talkdesk, che ha sviluppato un software per call center, lavora anche dalla Silicon Valley; Feedzai, offrendo un servizio security nell’e-commerce si muove invece tra Londra, la California e chiaramente Lisbona. La lista è davvero lunga.
Insomma, viene da domandarsi, cosa c’è dietro a tutto questo? Quali le ragioni di una tale crescita?
Il Portogallo è un Paese che ha vissuto una forte crisi, il cui spirito é quello dunque del guerriero che vuole uscire dal suo rifugio: da considerare quindi prima di tutto come la storia di questo popolo ha inevitabilmente inciso sul suo desiderio di ‘rimboccarsi le maniche’.
Secondo punto. Il Portogallo è un Paese piccolo per dimensione ma è anche il Paese più a ovest d’Europa e il più vicino all’America. Piccolo sì, ma nel posto giusto per diventare punto di contatto essenziale tra piú continenti. Tutti infatti parlano inglese oppure, per darvi un’idea, basta guardare ai miei colleghi: vengono dalla Polonia, dalla Romania, dall’Inghilterra, dalla Germania, dalla Spagna.
Risultato? Lisbona fa di questi aspetti i punti di forza per una scena startup che diviene centrigufa e policentrica allo stesso tempo. Centrifuga perché internazionale, che sa uscire dai confini con spostamenti e aperture specialmente verso UK e USA. Policentrica perché diramata, non solo attraverso incubatrici e venture capital, ma anche attraverso soluzioni legislative, il mondo della formazione, delle grandi corporate.
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La Camara Municipal de Lisboa porta avanti a testa alta un piano strategico che vede “investimenti focalizzati su progetti ed eventi del settore imprenditoriale e creativo, con un forte accento nell’area del lavoro autonomo e dell’innovazione”. Rintracciamo a ogni modo altre ragioni, profondamente legate alla storia di un Paese che si evolve, facendo leva sulla sua multiculturalità e la sua posizione geografica. La strada è lunga per competere con hub come Londra o Berlino, ovviamente, ma si può dire che essere ora a Lisbona, significa stare nel posto giusto al momento giusto. Una città che tirerà fuori il meglio di te.
Contributor: Giovanna Trimoldi