Startup ecosystems in the world: Slovenia

Pubblicato il 05 Mag 2016

La Slovenia è un Paese relativamente piccolo, conta in tutto poco più di due milioni di abitanti e il fatto di essere piccolo lo spinge a essere teso verso il desiderio di internazionalizzazione. La sua posizione è strategica tra Italia, Austria, Croazia, Ungheria e il suo ecosistema delle startup è in piena crescita. Secondo i dati di SiliconGardens infatti nel 2015 le startup slovene hanno ricevuto investimenti per circa 127 milioni di dollari. Il che significa che pur avendo solo due milioni di abitanti ha raccolto in termini di investimenti per startup poco meno di quanto è stato investito in Italia sempre nel 2015: circa 133 milioni di euro secondo l’analisi degli Osservatori del Politecnico di Milano.

Un’iniziativa che sintetizza sia la tensione verso un ruolo internazionale, sia la capacità di attirare investimenti privati, sia quella di concentrarsi sulla creazione di valore, è quella dell’ABC Accelerator di Lubiana.

Come racconta Jakob Gajšek co-founder e head of venture relations a Startupbusiness.

È un progetto ambizioso che si basa interamente su capitali privati provenienti soprattutto da imprese slovene, che ha già delineato un programma di espansione internazionale che vedrà l’apertura di uffici e strutture in Germania a Monaco di Baviera, in Silicon Valley e in India a Bangalore e che ha già in programma di lanciare presto anche un suo fondo di venture capital con l’obiettivo sia di accrescere la quota di investimento iniziale per le startup che entrano nei programmi di accelerazione (attualmente fissata a 15mila euro), sia disporre di fondi per effettuare eventuali secondi round di investimento su quelle startup che passate per i programmi di accelerazione mostrano di essere particolarmente interessanti.

ABC Accelerator ha sede nella zona di Lubiana che si chiama Btc City, che è anche uno degli investitori, e che ospita anche numerosi esercizi commerciali, finanziari, ricettivi e che sono molto attenti alle startup che partecipano ai programmi di accelerazione. Ciò si è rivelato particolarmente utile nel corso dell’attuale programma che è dedicato alle startup con innovazione nel commerce-tech, quindi e-commerce, logistica per esempio, che hanno potuto fare leva sulla collaborazione di queste aziende per testare le loro soluzioni.

In passato ABC Accelerator ha realizzato altri due programmi, il primo dedicato alle smar cities che si è chiuso nel giugno del 2015, il secondo con focus su smart living and health che si chiuso a gennaio di quest’anno, mentre il prossimo programma partirà a luglio 2016 e sarà dedicato all’IoT e IoE. Intanto si è oggi aperta la call.

Le startup del programma commerce-tech.

abc acc

Sono nove le startup che partecipano al programma attualmente in corso e che si concluderà con l’investor day in programma il giorno 23 giugno 2016.

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Si propone di innovare la gestione dello shipping la startup 45hc.com, sigla che richiama quella delle dimensioni standard dei container, tramite una piattaforma che consente di prenotare una spedizione via mare da e per diversi porti in Asia, Europa, America potendo confrontare i diversi prezzi, le diverse tratte e quindi i tempi, e scegliendo i partner per le operazioni di imbarco, sbarco e sdoganamento. I fondatori sono sloveni e hanno già maturato esperienza nel settore : “con dieci anni di conoscenza di questo mercato – spiegano – e relative relazioni con i clienti abbiamo scoperto che molti dei loro problemi sono legati all’inefficienza dei sistemi di supporto allo shipping. Così è nata 45hc.com nome che deriva dalle dimensioni del più grande container che tutti coloro in questo settore conoscono”.

Il sistema elimina gli intermediari potendo quindi garantire una riduzione dei costi compresa tra il 10 e il 25%, con punte fino al 30%, consente agli utenti di seguire la spedizione in tempo reale in tutte le sue fasi e la startup ha già i primi clienti che usano il servizio che al momento offre diverse tratte tra l’Asia, Cina in particolare, ed Europa, Italia compresa con Genova, Livorno, Napoli e La Spezia.

45hc ha avviato le attività a febbraio di quest’anno e ha già una serie di partnership sia con le shipping company sia con gli operatori nei porti, per ogni spedizione trattengono una fee e marginano anche sulla vendita delle assicurazioni. “Al momento siamo un team di tre persone e siamo venuti ad ABC Accelerator per conoscere meglio il mondo startup, farci conoscere dalla stampa e migliorare il prodotto lavorando sull’ultimo miglio nonché proporci a investitori”. La startup desidera crescere rapidamente e definire un serivzio che pur proponendosi a un prezzo competitivo sia riconoscibile soprattutto per la qualità.

E’ decisamente multinazionale We Share che propone una piattaforma a metà strada tra un social network e la sharing economy. In pratica i membri di We Share possono condividere qualsiasi cosa, sia gratuitamente sia a pagamento, anche cose piccole, dicono i fondatori, come per esempio un caricatore per il cellulare, “in pratica se ci troviamo nella necessità di trovare qualcosa che ci serve e che o non abbiamo o ci siamo scordati possiamo chiederlo in prestito o a noleggio nel momento e nel luogo in cui ci serve secondo il modello peer to peer”. La startup ha un team distribuito tra Lubiana, Parigi, l’India e Shanghai, è nata a gennaio del 2016 ed è il frutto di un test che è stato condotto a Parigi per alcuni anni coinvolgendo persone che lavorano in quattro spazi di coworking in diversi punti della città. “L’idea si concretizza bene quando per esempio si vuole provare un nuovo sport ma senza dovere acquistare tutta l’attrezzatura oppure beni anche di alto valore, stiamo progettando la possibilità per esempio di noleggiare le automobili Tesla”.

“Drobio nasce perché un sempre maggiore numero di persone che vede immagini di altri su Instagram si chiede dove hanno comprato i vestiti che indossano, la nostra applicazione consente appunto di sapere che tipo di abiti una persona veste, è un guardaroba virtuale in cui abbiamo fino a ora inserito 700 mila articoli di 240 marchi e quando escono nuove collezioni le aggiungiamo, abbiamo un team di 15 persone a Belgrado che aggiornano il database inserendo 10 mila nuovi articoli al giorno”.

L’applicazione è sul mercato da un mese e conta già quattromila utenti duemila foto prese e seimila vestiti taggati nelle foto e aggiunti nei guardaroba virtuali degli utenti. Oggi circa il 35% degli utenti usa Drobio quotidianamente e i fondatori hanno già in programma di realizzare il virtual stylist e raccogliere dati aggregati sulle tendenze di moda in relazione ai profili degli utenti in modo da proporre messaggi promozionali mirati, inoltre già oggi è possibile per gli utenti di Drobio di acquistare direttamente un capo sui siti di e-commerce dei produttori.

SmartIsCity è nata in Slovenia con un team di sei persone e ha sviluppato una piattaforma per consentire ai city manager di gestire al meglio le risorse.

“Ci siamo accorti che le informazioni delle amministrazioni comunali sono male organizzate ed è difficile per i city manager avere a disposizione tutte le informazioni per poter prendere le migliori decisioni. Secondo i nostri calcoli circa il 25% dei budget delle città potrebbe essere speso molto meglio e con maggiore efficacia e con il nostro software gli amministratori locali possono ottenere tale efficacia”.

In pratica si tratta di una sorta di cruscotto pensato per i sindaci e per gli amministratori grazie al quale possono tenere sotto costante controllo l’andamento dei progetti, l’allocazione del budget, i risultati, le tempistiche di realizzazione e possono mantenere un dialogo diretto con i cittadini anche pubblicando regolarmente questionari e indagini. “Il sistema è stato collaudato presso due amministrazioni comunali in Slovenia ma è pensato per funzionare virtualmente in tutto il mondo, al momento lo abbiamo progettato per città di dimensioni piccole e medie, fino a 250mila abitanti ma è assolutamente applicabile anche a città più grandi ed è interamente gestito in cloud, quindi non richiede particolari investimenti in tecnologie o in formazione”. SmartIsCity ha appena concluso con successo in test importante presso il comune della città di Dubrovnik e partecipa al programma di ABC Accelerator per individuare sia investitori sia partner strategici.

L’italiana Paperleap  ha un progetto ambizioso, di quelli che dimostrano come il ‘tech’ prima o poi arriverà a rivoluzionare qualsiasi settore. Nel caso specifico si tratta di una piattaforma che consente ai ricercatori di gestire al meglio le call for papers e i contenuti degli eventi scientifici. “Per i ricercatori è vitale pubblicare e il sistema attuale è altamente inefficiente e costoso – dicono i fondatori – mentre noi abbiamo creato una sorta di hub per le pubblicazioni scientifiche che è nato a gennaio di quest’anno e conta già 70mila utenti e 50mila call for paper”.

Bubbles  è francese ma il team prima di arrivare a Lubiana stava a Londra e la sua applicazione si basa sul concetto di conversational commerce. L’idea è quella di dare ai negozi uno strumento che consenta loro di fare promozione attraverso conversioni in tempo reale con potenziali clienti che si trovano nella zona fisica del negozio. “Stiamo conducendo test con alcuni esercizi commerciali che hanno sede qui nell’area di Btc City dove ha sede l’acceleratore ABC – spiega uno dei fondatori -. Lo strumento, che i negozi acquistano sotto forma di abbonamento, permette di accrescere la visibilità, la fidelizzazione, e consente anche di inviare codici promozionali o informazioni sulle offerte”. Naturalmente ciò avviene solo se gli utenti hanno dato il consenso e naturalmente il negozio deve dedicare almeno una risorsa alla gestione di Bubbles. Secondo il programma di sviluppo l’applicazione sarà disponibile entro il mese di maggio.

Il nome che i polacchi di Facebooking  hanno scelto è certamente bizzarro per la sua somiglianza con quello del popolarissimo e quasi omonimo social network e ne sono consapevoli, un piano ‘B’ è già pronto nel caso si creino problemi di copyright ma per il momento la scelta rimane questa. Il servizio è alquanto innovativo perché offre un servizio di altissima personalizzazione destinato soprattutto ai viaggiatori d’affari.

“Il meccanismo si basa sull’impiego dei big data oltre che sulle informazioni che i viaggiatori decidono di condividere con noi e il risultato è la definizione di un pacchetto di viaggio che pone enfasi sulle preferenze del viaggiatore: cucina, tipologia di stanza in hotel, servizi aggiuntivi a supporto della logistica e del programma che spesso è molto intenso e lascia poco spazio al relax che invece grazie al nostro servizio viene impiegato al meglio”.

Il team di Facebooking conta al momento cinque persone e il servizio è già attivo, sono infatti circa mille le prenotazioni già attivate a costi che non sono troppo diversi da quelli di Booking considerando che questo tipo di viaggiatori preferisce alberghi da quattro e cinque stelle.

Altra startup italiana che partecipa a questo batch di ABC Accelerator è Fruttaweb. Il nome dice tutto: un sito dove si può acquistare la frutta, ma il servizio è straordinario perché fa leva sia sulla qualità molto alta dei prodotti sia sulla possibilità di acquistare frutti che sono altrimenti introvabili, navigare sul sito di Fruttaweb fa scoprire prodotti della natura che ai più sono sconosciuti, e li descrive nelle loro caratteristiche e proprietà. “Ciò che vendiamo deve essere di altissima qualità perché il cliente che lo riceve a casa deve apprezzarlo anche per l’aspetto oltre che per il gusto. Oggi siamo in grado di spedire un prodotto dalla Sicilia al Regno Unito in massimo due giorni e li proponiamo a prezzi che sono molto vicini a quelli delle botteghe di frutta e verdura ma superiore a quelli dei supermercati”. I clienti di Fruttaweb sono al momento quasi novemila, di loro circa il 40% ha fatto più di un acquisto e lo scontrino medio si aggira attorno ai 55 euro, tra loro circa il 10% sono bar e ristoranti e per il momento per la gran parte italiani ma il team di Fruttaweb è venuto a Lubiana proprio per accelerare il processo di espansione internazionale.

Violanto è il progetto di un team serbo che si propone di accrescere la percentuale di utenti che visitando un sito di e-commerce arriva fino al momento di concludere l’acquisto. Percentuale che ora è mediamente poco superiore al 2,3% per i siti che vendono prodotti di abbigliamento secondo quanto rilevato dal team della startup. “In pratica agiamo come fossimo un aggregatore che raccoglie i dati, li analizza e li rende disponibili in modo aggregato alle aziende che desiderano migliorare le loro vendite online. Al momento stiamo raffinando il nostro algoritmo al fine di estrarne il significato in relazione alle tendenze, il prossimo passo sarà l’integrazione da parte dei nostri clienti business con le nostre API (application programming interface, ndr) che lavorano in real time cosicché sarà possibile modificare l’offerta per rispondere in modo preciso alle richieste degli utenti in ogni momento”.

Altri protagonisti dell’ecosistema startup sloveno

Fino a qui le startup dell’attuale batch di ABC Accelerator ma, riprendendo i dati di SiliconGardens citati inizialmente si rileva che ci sono già alcune startup made in Slovenia che già registrano successi, la più in vista al momento è certamente Bitstamp che è oggi il principale bitcoin exchange d’Europa e che solo pochi giorni fa ha annunciato di essere il primo bitcoin exchange al mondo a ricevere una licenza quale istituzione autorizzata ai pagamenti da parte di un governo nazionale. L’annuncio è stato dato il 25 aprile e il governo che ha ha accolto la domanda di Bitstamp, la quale è ufficialmente registrata in Gran Bretagna, è quello del Lussemburgo, il che significa che in base alle attuali normative dell’Unione Europea Bitstamp con la licenza lussemburghese può legalmente e pienamente operare in tutti i Paesi che della UE fanno parte.

Tra le iniziative più autorevoli e interessanti Initiative Start:up Slovenia, nata nel 2011, nata come open platform per tutti gli attori privati e istituzionali dell’ecosistema startup. Attualmente si occupa anche di realizzare programmi di accelerazione e organizza Podim, evento con startup competition molto conosciuto nell’area.

Start:up Geek House  è una formula molto interessante di incubatore, che lavora (in ottica di supporto alle startup) con partner pubblici e privati. Ha programmi di accelerazione, investe in startup con un proprio fondo, aiuta le startup ad accedere ai prestiti a favore delle startup messi a disposizione dallo Stato.

Una ulteriore guida alla scoperta di Lubiana startup city è quella di Startus Magazine, che contiente le info su tutti gli spazi di coworking, le liste di eventi, incubatori, acceleratori, fondi.

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