Startup pivot, il caso di Mains Lib’

Pubblicato il 01 Ago 2016

Come abbiamo recentemente illustrato, il pivot è un termine prestato dal basket e che indica il cambio di strategia di una startup in relazione per esempio al posizionamento del suo prodotto o servizio sul mercato o alle modifiche al prodotto stesso per renderlo più interessante agli acquirenti. Il pivoting avviene dopo che la startup ha testato il suo modello originale,  scoprendo che modificandolo si ottengono migliori risultati.

Ne è un esempio, il caso del parigino François Jaubert, 26 anni, che ha lanciato Mains Lib’, una startup nata per produrre totem (da vendere ai centri commerciali e grande distribuzione) per lasciare gli ombrelli, ma ha rapidamente capito dalle prime risposte del mercato, che passare dagli ombrelli ai caschi poteva essere più profittevole. Il suo pivoting è stato un successo: entro fine anno avrà raccolto 800milioni ed entro il 2017 arriverà in Italia.

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“Ho fondato la mia azienda appena finiti gli studi, all’inizio del 2014. Ma all’inizio era tutta un’altra idea” racconta Jaubert  che oggi ha 26 anni e guida un’azienda di 6 dipendenti con un capitale raccolto di 400.000 euro che raddoppierà entro la fine dell’anno. “Ero appena tornato da un viaggio in Cina dove avevo visto i cinesi riporre il proprio ombrello in una colonna bloccata all’esterno dei luoghi di ritrovo. Ho pensato di riproporlo in Francia, ma non è andata bene. In Europa non c’è molta attenzione per l’ombrello, un oggetto poco costoso e soprattutto di minor utilizzo rispetto alla Cina. Quindi – continua Jaubert – ho iniziato a girare per le strade di Parigi chiedendo alle persone qual è l’oggetto più fastidioso che sono costretti a portarsi dietro ma che allo stesso tempo reputano prezioso. Ed è venuta fuori l’idea del casco”.

Il concetto iniziale di Mains Lib’ ( che sta per mani libere) rimane, ma con una piccola variazione sul tema che ha rappresentato una più mirata risposta a un bisogno del mercato.

Dall’intuizione all’implementazione della stessa il passo è stato breve, anche perchè il giovane imprenditore con delle semplici ricerche online capisce che ancora non ha concorrenti: Jaubert chiama Eric Delalande, “un  product designer amico di amici di amici”, a cui parla della sua idea per chiederli di creare il design adatto al prototipo. Mains Lib’ prende così vita e testa il prodotto per la prima volta in una piccola azienda fuori Parigi. L’idea piace ed entra a far parte di Numa, un altro incubatore della capitale.

Jaubert e Delalande sviluppano il prototipo del totem e lo propongono ai primi tester. Il beta test va alla grande e con altre 30 startup Mains Lib’ entra in una factory nella Parigi occidentale. “Un anno per sviluppare il concept, fare il prototipo e testarlo e finalmente, nel gennaio 2015, abbiamo posizionato il primo totem nel primo posto reale, vicino a un cinema” ricorda Jaubert. Nel frattempo i soci sono diventati 3, con l’ingresso di Thomas Deville, e il fundraising ha raccolto 400.000 euro: “Abbiamo iniziato con un prestito dalla banca, poi siamo passati al fundraising che, grazie a diversi angels, ci ha permesso di mettere insieme i soldi necessari al lancio sul mercato. Adesso stiamo parlando con altri Venture per raddoppiare questa cifra entro la fine dell’anno”. Perché Jaubert e soci hanno fretta di crescere: “Abbiamo già affittato 70 totem fra Parigi, Nizza e Marsiglia e ci stiamo spostando nel Nord della Francia. Entro il 2017 saremo anche a Barcellona e nel primo semestre del prossimo anno abbiamo in programma di sbarcare in Italia, a Roma, Milano e Torino. In più c’è l’idea di fare una versione XXL del totem da posizionare davanti agli stadi e alle arene dove si tengono i concerti per il grande pubblico. Dobbiamo fare in fretta – spiega Jaubert – perché ancora non c’è nessuno a farci concorrenza, ma non so fino a quando durerà”.

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MAINS LIB’ : le confort d’avoir les mains libres from MAINS LIB’ on Vimeo.

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