Stato e startup: il modello tedesco EXIST

Pubblicato il 17 Apr 2015


matteo pardo
Startupbusiness ha chiesto a Matteo Pardo, addetto scientifico dell’Ambasciata d’Italia a Berlino (nella foto) di illustrare le iniziative che il governo tedesco ha in atto a supporto delle startup.

 Matteo Pardo ha partecipato in veste di relatore a Smau Berlino e nel corso del suo intervento ha descritto i programmi del Ministero dell’Economia tedesco in favore delle startup che in questo articolo riporta in modo articolato.

In qualità di addetto scientifico dell’Ambasciata Matteo Pardo ha in passato organizzato un evento per le startup italiane interessate al mercato tedesco e ora ne sta preparando una nuova edizione di cui Startupbusiness darà notizia.

In Germania esiste un robusto programma federale – denominato EXIST- per la promozione degli spin-off (startup dalla ricerca) universitari e degli enti di ricerca extra-universitari.

EXIST ha festeggiato nel 2014 i 15 anni con una manifestazione a Berlino: partito come programma del ministero dell’Educazione e della ricerca è passato sotto il Ministero dell’Economia nel 2006. La programmazione è divisa in cicli, il quarto ciclo è finito nel 2014 (un’ampia retrospettiva dei quattro cicli è reperibile nel documento: 15 Years of EXIST “University-based startup programmes“).

EXIST è diviso in tre filoni:

1) Promozione della cultura di impresa all’interno delle Università; vengono finanziate la creazione di uffici dedicati all’interno dell’amministrazione, centri di competenza, corsi, networking con il territorio.

2) Borse di studio di un anno a gruppi di sino a 3 persone verso la fondazione di un’impresa; più una piccola somma per le spese. Tipicamente imprese ICT (software, internet, servizi). Possono concorrere studenti, laureati, dottorandi, ricercatori.

3) Trasferimento dalla ricerca, per imprese con una più forte connotazione di ricerca con strumentazione. Consiste di due fasi: sostegno all’attività di sviluppo sino al prototipo, in media con 250mila euro; fase due sino a 180mila euro per la commercializzazione. Ne usufruiscono in maggioranza imprese bio-medicali e materiali. Per la prima linea, dal 1998 al 2013 sono state finanziate 127 Università. Si tratta sia di Università vere e proprie, che detengono l’esclusiva sul conferimento dei titoli di dottorato, sia quelle chiamate “Fachhochschulen” (tradotte come Università di Scienze Applicate), di solito attive nel campo dell’ingegneria e dell’economia, che non hanno scuole di dottorato. In Germania ve ne sono 110 di un tipo e 223 dell’altro. Le 127 Università sono state finanziate complessivamente con 110 milioni di euro, in media 7-8 milioni l’anno. A partire dal 2011 sono state selezionate, fra 100 candidati, 22 cosiddette “startup university”, con una menzione speciale per le prime 6, che riceveranno un totale di 46 milioni di euro sino al 2018.

Per le linee 2 e 3 di EXIST nel periodo 2007-2013 sono stati finanziati 1055 gruppi con un totale di 84,2 milioni di euro (media 80mila euro/progetto).

In vista della partenza del 5° ciclo nel 2015, il responsabile di EXIST ha annunciato fra gli applausi già alla manifestazione a Berlino che verranno raddoppiati i fondi per il sostegno alle fondazioni di impresa (con un ritocco delle borse maggiore dell’inflazione) e triplicati quelli per le Università.

Dal 2005 esiste un secondo programma pubblico-privato, il “fondo per startup high tech”, finanziato da ministero dell’Economia, Banca per la ricostruzione (la Cassa depositi e prestiti tedesca) e 20 soggetti privati, per un volume totale di 573 milioni, di cui 500 pubblici. Nei primi 5 anni sono stati fatti investimenti in 250 imprese.

Il fondo investe in presenza di prototipo o proof of concept,  inizialmente meno di 500mila euro per 15% delle azioni (subordinated convertible loan, 10% interessi) e poi sino a 2 milioni di euro.

Un terzo programma riguarda i business angel. A partire da maggio 2013 il Ministero dell’Economia finanzia il 20% (min 2mila, max 50mila euro) dell’investimento di una persona privata o società a responsabilità limitata della UE. Questo può quindi essere interessante anche per l’Italia. La sede della startup deve essere nella UE, con filiale in Germania.

La mancanza di capitale privato, come in Italia, rimane l’handicap maggiore. Nella keynote della conferenza EXIST un fondatore e business angel, ha affermato che non mancano 100 milioni di euro di capitale (faceva riferimento a uno studio McKinsey su Berlino, che proponeva di istituire un fondo di 100 milioni), bensì 4-5 miliardi. E’ necessario che investano i grandi finanziatori come i fondi pensione. Ha poi fatto l’esempio di LinkedIn e del suo omologo tedesco Xing. Xing è partito prima di LinkedIn ma ha raccolto 20 milioni di euro contro 200 milioni di LinkedIn. Questo fattore 10X ha condotto a valle a una differenza di valore attuale di un fattore di più di 100X,  200 milini contro 30 miliardi.

EXIST-Program-Summary

MONITORAGGIO

I) Il Fraunhofer Institute for Systems and Innovation Research monitora dal 2007 il programma EXIST e ha compiuto un’analisi dei 752 gruppi finanziati nel periodo 2007-2011. Per punti questi i risultati:

–       In media 2,7 persone/gruppo

–       78% ha poi effettivamente fondato un’impresa. Più che proporzionalmente nel settore internet-software-servizi, a causa del minore bisogno iniziale di capitali. Non conta invece la grandezza dell’Università, né il tipo. Solo il 13% dei fondatori è donna.

–       85% di queste imprese erano ancora attive nel 2013. Le startup con donne sono più che proporzionalmente rappresentate.

–       Un sondaggio nel 2013 (partecipazione 60% = 273 imprese) ha mostrato:

  1.         Solo il 17% ha raggiunto o superato il traguardo di vendite dei business plan iniziali
  2.          Il 42% dei borsisti è uscito dall’impresa.
  3.          Per quanto riguarda i livelli di impiego: la media è di 6,55 persone/impresa; 85% delle imprese ha meno di 10 persone; nove “gazzelle” hanno più di 26 persone
  4.            Fatturato (2012): 83% delle imprese inferiore a 500mila euro, 2% superiore a 2 milioni di euro, pochi presenti all’estero.
  5.             Fonti di finanziamento a partire dalla fondazione: per 29% capitale di rischio è stato importante o molto importante, per il 63% non ha avuto nessun ruolo. Queste due percentuali diventano 52% – 19% per i finanziamenti pubblici e 65% – 10% per mezzi propri e ricavi.
  6.              Fra il capitale di rischio la parte del leone è dei business angel, con finanziamenti nella regola inferiori ai 500mila euro.

II) La Confederazione delle fondazioni che sostengono la scienza tedesca (“Stifterverband für die Deutsche Wissenschaft”) pubblica lo “startup radar” . Lo Stifterverband è il maggior finanziatore privato della scienza tedesca, con un budget annuo di 150 milioni. Ha circa 3000 soci, fra cui grandi aziende e fondazioni.

Ha misurato, su incarico del Ministero, il grado di imprenditorialità delle Università, raccogliendo dati da 211 Università e distillandoli in 33 indicatori, divisi in 4 categorie: ancoraggio all’interno dell’Università, input agli spin-off (divisi in due categorie: sensibilizzazione, supporto), risultati.

  • Per l’ancoraggio conta l’importanza del tema startup nella strategia (concreta e visibile presenza del tema  trasferimento tecnologico nel patto fra Università e regione finanziatrice, l’esplicita presenza di un responsabile negli organi dirigenti e nelle facoltà), nelle strutture (es. l’esistenza di cattedre dedicate) e nel controlling.
  • Per la sensibilizzazione: organizzazione di manifestazioni e corsi, presenza sulla pagina web principale di ateneo.
  • Per il supporto concreto: quantità di personale, spin-off seguiti, network, strutture fisiche.
  • Per i risultati: numero di imprese fondate, domande di finanziamento con successo, premi ottenuti.

Nel 2013, il Politecnico di Monaco ha vinto fra le grandi Università (è stata anche una delle prime tre “startup university”, insieme al Politecnico di Berlino e all’Università di Oldenburg).

(Credits for Flag image)

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