TabletSchool, ecco come si impara digitale

Pubblicato il 03 Apr 2013

Se bastasse portare in classe l’e-book per aver costruito la scuola digitale del futuro sarebbe tutto molto semplice. Ma non è successo così con la lavagna interattiva multimediale e non succederà così con il nuovo provvedimento che riguarda i libri digitali. Proprio prima di Pasqua il ministro dell'Istruzione, Francesco Profumo, ha firmato il decreto che di fatto manda in soffitta dal prossimo anno scolastico (2014-2015) i libri di testo cartacei, e fa fare alla scuola italiana un passo avanti «verso la realizzazione degli obiettivi fissati dall'Agenda digitale».

Il provvedimento ha riacceso le solite polemiche. Il ministero ha fatto i conti dei risparmi potenziali per le famiglie che, secondo le stime del Miur, inizialmente sarebbe attorno al 20 per cento, ma che potrebbe arrivare al 30 per cento a regime, quando l’intera dotazione scolastica sarà composta da libri digitali. Da parte loro gli editori hanno contestato un provvedimento che impone un percorso a tappe forzate e così ravvicinate per la sostituzione dei libri di testo cartacei, denunciando la carenza delle infrastrutture scolastiche in termini di connessione e il rischio, al contrario, di scaricare sulle famiglie i costi del digitale dentro le mura scolastiche.

Ma, a dispetto delle decisioni ministeriali, la rivoluzione digitale si è già messa in moto dentro le scuole italiane, dove già da tempo si stanno sperimentando le nuove tecnologie. Perché non basta introdurre tablet o e-book nelle aule per trasformare la scuola, ma è necessario che tutti gli attori sappiano sfruttare appieno le potenzialità e le opportunità del digitale in fatto di evoluzione e di trasformazione della didattica.

Per parlare di queste tematiche e fare il punto dell’evoluzione digitale nella scuola, il Centro Studi ImparaDigitale ha organizzato Tablet School, il primo meeting nazionale della scuola digitale vista dagli studenti che si terrà il 5 aprile prossimo a Bergamo, presso il Centro Congressi Papa Giovanni XIII. Si tratta di un evento a carattere partecipativo dei ragazzi, per i ragazzi, con i ragazzi. Perché – questo è l’assunto della manifestazione – è dalle competenze e dalle passioni dei ragazzi che bisogna partire per costruire la scuola digitale del futuro. “Gli studenti devono diventare protagonisti del loro apprendimento. Solo ascoltandoli e comprendendo i loro bisogni potremo costruire una scuola che soddisfi le loro esigenze” spiega Dianora Bardi, vicepresidente del Centro Studi ImparaDigitale e artefice del metodo che dalle classi del Liceo Scientifico Lussana di Bergamo ha fatto da apripista per il progetto.

Per una volta quindi sul palco ci saranno gli studenti, chiamati a esporre le esperienze di utilizzo delle tecnologie digitali che stanno sperimentando nelle loro aule e a interrogare docenti ed esperti sul futuro della didattica. Agli studenti delle scuole aderenti all’iniziativa è stato infatti dato il compito di definire le domande da porre a docenti ed esperti, chiamati a dare delle risposte. Gli studenti sono i veri protagonisti perché il metodo didattico proposto da ImparaDigitale sfrutta le opportunità offerte dalla tecnologia per rimettere in discussione l’intera didattica, arrivando a un sistema che mette gli studenti al centro dell’offerta formativa, rendendoli protagonisti, insieme ai docenti, di un processo didattico basato sulle competenze che fa emergere dal processo collaborativo, facilitato proprio dal digitale, la conoscenza e il sapere della scuola del futuro. Non è certo semplice, ma appuntamenti come quelli di Bergamo avvicinano sempre più la realizzazione di modelli efficaci e concreti.

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