L’evento che si chiama The Bologna Gathering si è svolto nella sua terza edizione a metà settembre 2025. Scrivere degli eventi in quanto accadimenti ha senso se viene fatto in tempi che sono quasi a ridosso degli stessi, questa la regola generale, ma c’è anche un tema di dare consistenza alla filosofia degli eventi che assume aspetto fondamentale in uno scenario ove il format ‘evento’ ha tantissime declinazioni e dove le agende sono così fitte che serve anche avere un po’ di bussola per preferire quelli ai quali dedicare tempo ed energie sotto forma della propria presenza.
Ora ci sono decine, centinaia di eventi nel mondo tech startup, in Italia, in Europa nel mondo, ci sono quelli che però escono dai modelli più tradizionali e si dotano di note distintive che li rendono un po’ più speciali e interessanti. Gli eventi più classici: fiere, convegni, a volte con biglietti di ingresso molto costosi, altre con dichiarate (più o meno trasparentemente) finalità di marketing (se il biglietto è gratis e l’evento è organizzato da un’azienda è assai probabile che il prodotto sia tu partecipante … ), ospiti altisonanti, startup competition, spazio espositivo, eventi di networking, un cliché. E poi ci sono gli eventi un po’ speciali quelli che sono un po’ più arditi nel formato, nel volersi specializzare, nello svolgersi in aree che possiamo considerare come i nuovi confini degli ecosistemi dell’innovazione. Sono quegli eventi dove l’innovazione è meno ‘show’, meno circense e più di spessore, più di contenuto, meno urlata e più ponderata. Sono quegli eventi che, quasi sempre, sono animati da organizzazioni che si pongono in alcuni casi anche in modalità no-profit, sono quelli animati dal concetto di community driven, quindi che nascono ed esistono per portare valore alla comunità dell’ecosistema e non per la visibilità di chi li organizza.
Come detto questi eventi sono un po’ speciali, qualche nome è il caso di farlo: in Europa ci sono per esempio ViennaUp che ha un formato tutto suo che ricorda più il Fuorisalone della Design Week milanese che non un evento tech, fatto, voluto, organizzato dalla città di Vienna e arricchito da decine di eventi indipendenti che svolgono in tutta la città; c’è per esempio il Reflect Festival di Limassol, un vero happening che sembra più un tech-rave che un evento dove si fa business ma è pionieristico nel suo format e nel suo approccio da crocevia tra Europa, Medio Oriente e Africa dove molto sta avvenendo e molto avverrà alla voce innovazione; ci sono i tanti eventi indipendenti nati magari per volontà di qualche imprenditore illuminato che portano il loro contributo all’ecosistema anche in luoghi dove fino a poco fa l’innovazione arrivava con molta fatica e ci sono quelli che nascono come gemmazioni di altri esperimenti e crescono fino a diventare perfino più longevi del bulbo da cui hanno preso forma inizialmente. E’ questo il caso di The Bologna Gathering (TBG) che nasce come iniziativa a coronare il progetto di TechChill Milano proponendosi come evento di apertura da svolgersi il fine settimana precedente alla due giorni milanese che nelle sue due edizioni venne ospitata dalla Università Bocconi. Il caso di TBG è quindi unico: è un evento frutto di una strettissima collaborazione tra entità private e pubbliche che insistono sul territorio di Bologna ma che non si declina con animo territoriale o, peggio, campanilistico, guarda infatti ben oltre in confini della città che lo ospita, è un evento gratuito ma a invito e qui abbiamo un elemento di profonda scelta strutturale che denota l’importanza che gli organizzatori vogliono dare al loro evento quale piattaforma di incontro tra le persone che sono attive nell’ecosistema e questo approccio funziona molto bene (per esperienza diretta).
Così TBG nasce in partnership con TechChill Milano nel 2023, muovendo i suoi primi passi con numeri da evento di debutto, arrivando poi in questa sua terza edizione a contare quasi 600 partecipanti, tutti a invito. Obiettivi dichiarati degli organizzatori è quello di introdurre ai VC e aziende selezionate il meglio dell’ecosistema tech italiano seguendo due direttrici: contribuire in modo sostanziale a mettere l’Italia sui radar dei player internazionali, facendo conoscere un ecosistema in crescita e mostrare le vie di ingresso all’ecosistema e supportare la creazione di connessioni dentro l’ecosistema italiano, soprattutto tra le aziende e il consistente capitale privato nelle mani delle famiglie imprenditoriali, in sostanza promuovere l’asset class startup quale opportunità di innovazione, di creazione di valore, di creazione di posti di lavoro, di creazione di finanza ed economia e di strumento essenziale per affrontare le sfide globali di questi anni.
TBG gode del supporto della Regione Emilia Romagna, della Città Metropolitana e comune di Bologna, che attivamente sostengono il progetto con l’idea di promuovere l’ecosistema regionale, coinvolgere le aziende nel mondo startup regionale; It4lia AI Factory, iniziativa di impatto locale ma con raggio europeo che si propone di posizionare Bologna come nascente hub di riferimento per il settore IA e deeptech. Gli organizzatori concentrano la loro attività di attrazione verso i VC e scaleup internazionali, con l’obiettivo di promuovere il mercato italiano al fine di portare un concreto contributo al lavoro che chiunque nell’ecosistema deve fare affinché l’Italia non perda ulteriore terreno in termini di competitività e talento.
Raccolti i risultati della terza edizione che si è svolta in diversi luoghi di Bologna e dei suoi dintorni, The Bologna Gathering guarda già alla edizione 2026 che certamente si concentrerà sull’invitare un numero sempre maggiore di partecipanti internazionali, VC e scaleup soprattutto, di imprenditori e manager delle grandi aziende italiane e non con lo scopo di favorire l’avvicinamento con le startup e gli altri attori dell’ecosistema, questo perché la relazione tra il mondo industriale di grandi e medie imprese e le startup è colonna fondate dell’ecosistema sopratutto in un’ottica di crescita e questo vale per tutti i settori ed è qui che diventa fondamentale un approccio il più indipendente possibile perché solo così si assume un valore di equivicinanza con l’intero ecosistema. Lo stesso vale per le altre missioni strutturali dell’evento che guardano alla effettiva promozione del sistema Paese come luogo dove investire in innovazione e al ruolo delle istituzioni che, ai vari livelli di competenza territoriale, possono e devono fare la loro parte per creare le condizioni che facilitino gli investimenti, la creazione d’impresa, l’attrazione dei talenti.
The Bologna Gathering, nasce come un’idea sperimentale, che per condizioni di circostanza e per volontà degli organizzatori si è plasmato con un format solo lontanamente mutuato da quanto già esistente, un format che coniuga pubblico e privato, locale e globale, incrementale e distruptive, impatto e finanza, in modo che diventa efficace nella misura in cui i protagonisti hanno la possibilità di incontrarsi e condividere, non c’è forzatura, non c’è lo ‘specchietto per le allodole’, non c’è la deriva ‘commerciale’, c’è il contenuto della relazione e la relazione del contenuto. Un formato che nella edizione 2026 evolverà ulteriormente e un formato che, non è da escludere, possa trovare terreno di sviluppo anche in altre terre, perché quando un’iniziativa che nasce in modo sperimentale dimostra di funzionare essa diventa anche nuovo modello replicabile pur mantenendo una identità solida e un set di valori di ingaggio e di risultati che sono quelli che fanno la differenza.
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