Vento d’innovazione al Vendée Globe 2015 con Imoca 60 e Andrea Mura

Pubblicato il 09 Giu 2015

Sarà presentata domani mattina presso i cantieri Persico Marine di Nembro, provincia di Bergamo l’Imoca 60, la prima barca made in Italy disegnata, progettata e realizzata per affrontare la Vendée Globe, la regata considerata la più difficile di tutte, conosciuta come l’Everest della vela.

Al timone della nuova marca Andrea Mura che affronterà la sfida del Vendée-Globe, circumnavigazione completa in solitario senza scali e senza assistenza.

Lo scafo della nuova barca di Andrea Mura è stato costruito appositamente per l’occasione verrà presentato domani con il momento dell’estrazione dallo stampo.

Andrea Mura che ha iniziato a veleggiare sulle derive e le classi olimpiche è poi cresciuto sui maxi yacht e sul Moro di Venezia in Coppa America, la sua carriera è coronata da alcune grandi vittorie in solitario nelle regate oceaniche. Andrea è stato consacrato due volte dal titolo di “Velista dell’Anno”.

L’imbarcazione con cui correrà Andrea Mura è la più lunga delle imbarcazioni della categoria Yacht e la prima realizzata appositamente per uno sfidante italiano del Vendée Globe.

La barca è stata progettata dai migliori designer del settore, Verdier/VPLP, e costruita da Persico Marine, il cantiere italiano tra i più rinomati del mondo. Il varo della barca è previsto per agosto 2015. La prima sfida di Andrea Mura e del suo nuovo Imoca 60 sarà la Transat Jacques Vabre, con partenza il 25 ottobre da Le Havre, in Normandia, e arrivo a Itajai, Brasile.

“Partecipare al Vendée-Globe è il sogno di ogni velista oceanico – dice Andrea Mura in un commento riportato da una nota diffusa oggi – Ho lavorato duro per creare l’opportunità di cimentarmi con questa impresa mitica, e sono fiero di essere il primo skipper italiano a gareggiare su un Imoca nuovo realizzato appositamente”. Il Vendée-Globe è una grande avventura umana, sportiva e tecnologica: denominata l’Everest dei velisti, porta allo stremo le capacità psico-fisiche e tecniche dei partecipanti. La gara comincia e si conclude a Les Sables-d’Olonne, nota località balenare sulla costa atlantica francese situata nel dipartimento della Vendée. Il tragitto è una circumnavigazione sul percorso della clipper route. La gara partirà il 6 novembre 2016 ed è studiata in modo che i partecipanti possano affrontare i mari antartici durante l’estate australe”.

Andrea ha ottenuto finanziamenti da alcuni sostenitori privati per la costruzione del suo Imoca 60 e ricerca attualmente sponsorizzazioni per proseguire la sua impresa, che consiste in un programma sportivo di quatto anni con le principali regate del circuito internazionale (Fastnet, Route du Rhum, Barcelona World Race) e soprattutto il Vendée Globe, l’unico evento velico in grado di raggiungere decine di milioni di utenti su web e media tradizionali con una copertura televisiva superiore ai Mondiali di calcio.

La classe Imoca (International monohull open class association) gestisce gli Open di 60 piedi dal 1991, ed elabora il regolamento di classe. Queste imbarcazioni da vela d’altura devono rispondere a regole che ne determinano lunghezza (18,28 mt), larghezza (5,85 mt) e pescaggio (4,50) massimi, ma anche, e soprattutto, requisiti di solidità e sicurezza. Tuttavia la classe si chiama “open” proprio perché sono le  diverse scelte dei progettisti, fatte nel rispetto delle suddette regole, a determinare le migliori performance di una barca rispetto ad un’altra.

Andrea Mura può contare su una pletora di affermati e primari partner tecnici, prevalentemente italiani, nello spirito del progetto, che svolgono ricerca e sviluppo specifica per fornire le migliori soluzioni in ogni singolo ambito del progetto. La massima innovazione per questi monoscafi è rappresentata dai Foil: direttamente dagli studi poi applicati con successo in Coppa America, infatti, si vedranno per la prima volta su monoscafi da regata oceanici. Queste appendici “esotiche” che, seppur non faranno “volare” la barca come i catamarani di coppa, sembrano promettere un notevole incremento delle performance rispetto alla precedente generazione di Imoca 60.

Dal punto di vista strutturale, lo scafo è disegnato e costruito per realizzare un equilibrio perfetto tra leggerezza, affidabilità e rigidità. Una ricerca profonda sui materiali consente di costruire uno scafo leggero, e quindi molto veloce, ma in grado di reggere le incredibili sollecitazioni derivanti da tre mesi di regata per gli oceani di tutto il mondo sfidando la furia degli elementi. Titanio e fibre di carbonio la fanno da padroni, in una struttura che brilla anche per la grande sicurezza generale. Un sistema energetico interno che permette, teoricamente, di essere autosufficiente e veleggiare intorno al mondo senza utilizzare una sola goccia di gasolio, nonostante anche l’elettronica giochi un ruolo fondamentale, in una barca che somiglia sempre meno ad un’imbarcazione e sempre più a una navicella spaziale: sensori speciali consentono infatti di registrare deformazioni e carichi a bordo durante la navigazione, per poter spingere al massimo le performance.

Altra peculiarità del progetto saranno le vele, realizzate dalla Veleria Andrea Mura Sail Design, di proprietà del velista: una struttura che ha accompagnato i successi di Andrea Mura nel corso degli ultimi anni, una realtà produttiva di livello mondiale che ha potuto contare su un “tester” d’eccezione, premiato peraltro anche come Velaio dell’Anno.

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