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ViennaUp, ecco l’evento startup decentralizzato

La capitale austriaca ha ospitato l’evento organizzato da Vienna Business Agency con la collaborazione di 30 partner e distribuito in tutta la città

Pubblicato il 07 Giu 2022

ViennaUp è l’evento startup della città di Vienna, un evento che ha vissuto la prima edizione lo scorso anno condotta interamente in forma digitale e che quindi nel 2022 si dipana per la prima volta in tutta la sua capacità di portare l’attenzione sull’innovazione d’impresa, attirare imprenditori, investitori, attori dell’ecosistema da tutto il mondo, e soprattutto dare corpo al concetto di evento decentralizzato. “La formula dell’evento decentralizzato è particolare e ha due elementi caratterizzanti – dice a Startupbusiness Dudu Gencel che insieme a Gabriele Tatzberger si occupa di startup nell’ambito della Vienna Business Agency che è l’organizzatore principale di ViennaUp -, il primo è la possibilità di coinvolgere chiunque dell’ecosistema ha desiderio di organizzare un evento durante il periodo di ViennaUp (dal 27 maggio al 3 giugno 2022, ndr) proponendosi così come piattaforma aperta e inclusiva, e il secondo è offrire a coloro che seguono le attività di avere una diretta esperienza della città grazie alle tante e diverse location che ospitano gli eventi”. Questo modello decentralizzato e inclusivo si è rivelato decisamente efficace sia per il coinvolgimento di attori nazionali e internazionali, per esempio Dealroom e Sifted hanno pure organizzato loro eventi, sia per la possibilità di coprire tantissimi temi legati al mondo dell’innovazione e delle startup. E così le location come la camera di commercio (Wirtschaftskammer) che ha ospitato la Startup World Cup Austria, il Palais Berg che è stato teatro del ConnectDay iniziato con un pre evento presso la Haus der Musik e il rooftop MQ Libelle sopra il Leopold Museum nel cuore del Museum Quartier che ha visto svolgersi l’evento Salon future Dealroom Talks, e ancora il Volkskundenmuseum che ha ospitato i CreativityDay e la haus base nel centro di Karlplatz che ha funzionato come punto di ritrovo per i partecipanti che secondo le prime stime sono stati per il 60% locali e per il 40% provenienti da tutta Europa e non solo. In totale si sono contati 60 eventi organizzati da 30 diversi partner e tutti pensati per essere efficaci anche dal punto di vista della fruibilità: “il nostro obiettivo è certamente fare qualcosa che abbia visibilità su scala globale ma che sia allo stesso tempo facilmente fruibile, quindi non eventi troppo affollati per esempio, non ci interessa la massa ma fornire qualcosa di valore che sia interconnesso anche con la città”, conclude Gencel, la quale aggiunge come Vienna Business Agency offre una serie di servizi a imprenditori, startup quali il supporto allo sviluppo del business, il supporto finanziario tramite grant che prevedono la presenza di una sede a Vienna e che hanno un valore complessivo annuale di circa 30 milioni di dollari e come la gestione di proprietà immobiliari che diventano funzionali sia all’offerta verso chi fa innovazione sia alla sostenibilità economica dell’organizzazione stessa.

In occasione del ConnectDay alla cui organizzazione ha contribuito anche Austrian Business Agency (Aba) Startupbusiness ha incontrato alcuni rappresentanti dell’ecosistema delle startup austriaco.

L’Austrian angel investor association raccoglie circa 250 investitori ed è forte soprattutto nei round fino a un milione di euro – dice a Startupbusiness Laura Egg che guida le attività dell’associazione – e in questo particolare momento storico stiamo osservando forse un po’ più di cautela da parte dei business angel che vedono oggi un po’ meno facile la chiusura di round di follow-on anche se si ha la percezione che la qualità delle startup sia sempre più alta”. Secondo il modello di Aaia sono i singoli business angel a definire azioni di collaborazione e investimenti in syndication, l’associazione si occupa di connetterli e di facilitarne la collaborazione oltre che di portare le istanze dei business angel nei tavoli istituzionali. “Oggi solo il 5% dei nostri business angel è donna e in Austria abbiamo una percentuale di female founder attorno al 17%, c’è ancora da lavorare per portare maggiore equilibrio in termini i gender mentre siamo contenti dei risultati ottenuti nel 2021 con investimenti complessivi di circa 25 milioni di euro di cui l’80% in startup con sede in Austria e il 20% in startup europee soprattutto slovene, tedesche e svizzere”.

I business angel austriaci guardano soprattutto ai settori del software, dell’healthcare e dell’innovazione impact e si impegnano nel fornire anche supporto in termini di network e mercato oltre che di tipo finanziario, così come fanno i business angel normalmente in tutto il mondo anche in Austria l’associazione, che nasce nel 2012, è impegnata in questo senso e nella sua storia ha sostenuto anche aziende che oggi sono diventate grandi, prima tra tutte BitPanda.

“Io sono in carica da due anni – aggiunge Egg che è anche lei diretta investitrice – e rilevo che i nostri round hanno mediamente una dimensione di circa 500mila euro con ticket da 50 a 200 mila euro per singolo investitore e lavoriamo per dare sempre maggiore ruolo e importanza all’imprenditorialità innovativa e lo facciamo anche attraverso programmi di education specifici”.

Aranud Béasse è il managing director di Avco, l’organizzazione austriaca del private equity e del venture capital: “oggi nel panorama degli investimenti in startup in Austria osserviamo che vi è un gap tra l’early stage e il late stage – spiega a Startupbusiness – ed è un rischio per l’intero ecosistema oltre che per il fatto che vi è la possibilità che poi gli imprenditori guardino all’estero. Noi lavoriamo proprio per contribuire a colmare questo gap sapendo che gli asset Austria e Vienna sono molto forti ed è quindi strategico anche lavorare per attirare capitali e imprenditori da fuori”. La missione di Avco è quindi assicurare la continuità degli investimenti in tutte le diverse fasi di vita di una startup ed è per questo che sotto il medesimo cappello ci sono sia i venture capital sia i private equity :“oggi contiamo circa 120 membri di cui i re quarti sono fondi e il resto sono attori dell’ecosistema come, per esempio, gli studi legali o gli acceleratori, si tratta di un mix molto efficace che ci permette oggi di coprire circa l’80% del mercato austriaco”. Béasse si mostra ottimista anche quando si tratta di guardare ai numeri: “è vero che gli investimenti sono generalmente in crescita ma dobbiamo fare bene attenzione perché per esempio i round di BitPanda e GoStudent hanno smosso da soli l’asticella, ciò che rileviamo è una diminuzione del numero dei deal e una crescita del valore medio dei singoli investimenti, la fase attuale è significativa ma io non vedo un rallentamento generale, magari in alcune fasi c’è ma in altre si continua a crescere e vedo un allungamento dei tempi per la chiusura dei deal nonché una maggiore attenzione sulle evaluation”. Secondo il managing director questa tendenza è tutto fuorché omogenea, per esempio pare non colpire, almeno per il momento, settori come il digitale e il commercio elettronico: “è difficile fare previsioni ma è certo che tutto ili concetto della digitalizzazione è arrivato per restare ed è un potentissimo driver, così come lo è la sostenibilità che qui in Austria è un tema molto sentito ancora prima che fosse opportunamente battezzato ed è chiaro che oggi le startup sono sempre più sensibili e capaci di proporsi con impatto sociale e ambientale. Si va sempre di più verso investimenti impact in startup create da persone che hanno sì gli skill opportuni ma anche ferrea volontà di rendere il mondo un posto migliore e questo filone in Europa è fondamentale perché abbiamo una cultura di questi temi molto forte e altrettanta sensibilità verso l’inclusività”.

Avco si adopera per dialogare con le istituzioni, per essere attiva e influente sui temi più sensibili per gli investitori e anche sulla necessità di sostenere sempre di più l’internazionalizzazione a tuti i livelli, crea azioni di networking, produce analisi e ricerche, interagisce con i media e fa anche education in collaborazione con istituzioni accademiche: “oggi in Austria la cultura verso il rischio è ancora in fase di maturazione ma dimostrando che puntando sull’innovazione di impresa si creano posti di lavoro, si fa ricerca scientifica, è un messaggio che aiuta a rafforzare tale cultura e ad avvicinare a all’ecosistema anche soggetti più tradizionali come per esempio i grandi fondi di investimento e i fondi pensione”.

Austria Wirtschaftsservice (Aws) è l’ente governativo austriaco che fornisce supporto finanziario e non alle attività di business e dispone anche di un settore che si chiama i2 Business Angel che è guidato da Dusan Todorovic che ha anche contribuito ad animare il palco del ConnectDay: “Aws è la banca di promozione governativa e fornisce finanziamenti sia sotto forma di grant sia di prestiti e al suo interno opera Aws Connect che non da diretto supporto finanziario ma opera per favorire il netwoking tra i vari attori che sono i business angel, i venture capital, le startup e le corporate – illustra – ha creato iniziative come Industry Startup Net per avvicinare le startup al mondo industriale e Global Incubator Austria per creare un ponte da e verso l’Asia e Israele”. Nella sua attività Todorovic fa scouting di progetti, circa 700 all’anno, da cui ne vengono selezionati una cinquantina circa che, nella misura di una ventina l’anno, diventano investimenti per la rete di business angel con round iniziali da 250mila euro mediamente che poi possono crescere fino ad arrivare all’attenzione dell’Aws Gründerfonds che agisce come un vero e proprio venture capital. “Rispetto ad Aaia siamo decisamente complementari ache perché i2 fornisce solo il servizio di deal flow, di solito i business angel austriaci sono membri di entrambe le associazioni”. Infine Todorovic fa una previsione nominando le due startup austriache che secondo lui promettono di diventare i prossimi unicorni, si tratta di Planradard e di Refurbed.

L’evento Salon Future ha posto al centro della conversazione il ruolo delle amministrazioni cittadine nel supportare gli ecosistemi con Christiana Manzocco, director of government marketing di Dealroom che ha dialogato con Gabriele Tatzberger director startup service Vienna Business Agency, Ariane Pousette project lead startup di Stoccolma e Thomas Fauvel deep tech industry expert da Parigi che hanno messo in luce come gli hub urbani giocano un ruolo fondamentale nel quadro dell’ecosistema europeo, di come sia importante coinvolgere i vari attori, collaborare tra amministrazioni e avere una visione europea.

Infine all’evento Startup World Cup Austria supportato da Aaia con Laura Egg e da Austrian Startup con Hannah Wundsman e con l’intervento di Mariana Kühnel, deputy secretary general dell’Austrian federal economic chamber che ha posto enfasi sull’importanza di avvicinare il mondo delle imprese tradizionali con quelle che fanno innovazione, ha vinto la startup Lignovations che sviluppa prodotti innovativi per diverse applicazioni partendo dalle biomasse, in particolare dalla lignina.

@RIPRODUZIONE RISERVATA

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