Wine Suite, il software CRM e marketing pensato per il mondo vinicolo e sviluppato dalla startup Divinea fa sapere di avere ricevuto un investimento da parte del fondo USA Performant Capital, società di private equity statunitense specializzata in società tecnologiche, che consente a Wine Suite di entrare in una nuova fase di crescita. Dopo aver investito a gennaio 2025 OrderPort, azienda leader nelle soluzioni digitali per il vino negli Stati Uniti, Performant Capital ha ora ampliato la propria presenza internazionale con l’ingresso nel capitale di Wine Suite. L’obiettivo è aggregare due aziende complementari e innovative, appunto OrderPort negli Stati Uniti e Wine Suite in Europa, per creare una piattaforma tecnologica integrata e scalabile.
Questa collaborazione si propon e di mettere in campo la competenza e la conoscenza di realtà verticali nel settore del vino e dell’innovazione, portando una concreta crescita di know how e tecnologia a vantaggio di tutto il comparto vinicolo italiano ed europeo. “Con Wine Suite, – commenta in una nota Matteo Ranghetti, co-fondatore – il nostro software CRM e marketing dedicato alle cantine, siamo partiti ispirandoci ai modelli statunitensi, dove il direct-to-consumer è il principale canale di vendita del vino. Oggi, vedere la nostra azienda unire le forze con un leader del mercato americano è per noi motivo di grande orgoglio. È un traguardo che valorizza il percorso fatto e apre le porte a una nuova fase di crescita ancora più ambiziosa. Siamo entusiasti di collaborare con i team di OrderPort e Performant Capital per creare la soluzione globale all-in-one per l’industria vinicola”.
L’investimento di Performant Capital conferisce a Wine Suite una rinnovata capacità finanziaria permettendole di accelerare in modo significativo verso il raggiungimento dei propri obiettivi di crescita e sviluppo nel suo mercato di riferimento. Oltre a fornire slancio finanziario, l’investimento pone Wine Suite al centro di un’ambiziosa iniziativa globale nel settore della tecnologia applicata al vino. Ma non solo. A dimostrazione della fiducia nella visione a lungo termine di Wine Suite, i fondatori dell’azienda restano operativi e fortemente motivati a costruire un futuro solido e sostenibile per il progetto. Inoltre, anche gli investitori industriali che hanno sostenuto Wine Suite sin dalla sua nascita, hanno scelto di rimanere soci. Tra questi ci sono Le Tenute del Leone Alato di Generali, Alessandro e Sebastiano Marzotto per Herita Marzotto Wine Estate e la famiglia Gussalli Beretta per Agricola Gussalli Beretta.
“Questo importante investimento sottolinea il nostro impegno nel sostenere aziende guidate dai loro fondatori, che hanno sviluppato soluzioni software essenziali, dove l’expertise operativa di Performant Capital può contribuire a sbloccare il potenziale di crescita futura – dice Michael Ciaglia, partner di Performant Capital – Siamo entusiasti di poter affiancare il team di Wine Suite in qualità di partner strategico e di supportarne lo sviluppo continuo in tutta Europa”.
In questi anni Wine Suite ha consolidato la propria posizione nel settore delle soluzioni CRM e marketing per aziende vitivinicole italiane. Ora, con le sue tecnologie e competenze nel direct-to-consumer, è pronta per scalare il business in Europa.
“Quello su Wine Suite rappresenta il primo investimento europeo da parte di Performant Capital. Dopo aver valutato diverse realtà nel continente, hanno scelto di puntare su di noi. Nonostante solitamente investano in aziende con un fatturato intorno ai 2 milioni di euro (superiore al nostro), sono stati colpiti dalla solidità con la quale operiamo e dalla motivazione del nostro team, elementi che hanno fatto la differenza nella loro decisione – dice a Startupbusiness Filippo Galanti, co-fondatore di Wine Suite – La nostra azienda sta crescendo in controtendenza rispetto al mercato globale del vino, attualmente in calo a causa di dazi e complesse dinamiche internazionali. Wine Suite, come soluzione tecnologica dedicata alla vendita diretta, ha registrato un incremento costante: nel primo semestre del 2025 il fatturato è aumentato del 50% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Puntiamo a chiudere l’anno raggiungendo il traguardo del milione di euro per fine 2025. Performant ha fortemente investito nel valorizzare il management creando le condizioni per farci lavorare con risorse, condizioni salariali e benefit ben al di sopra degli standard medi italiani. Per questo i piani futuri sono principalmente legati all’internalizzazione di Wine Suite. Abbiamo previsto una prima fase d’integrazione tra alcune funzionalità di OrderPort per il mercato statunitense e che le nostre cantine ci richiedono da tempo come il Wine Club, il programma di loyalty e un sistema di cassa digitale. Parallelamente inizieremo a guardare le cantine fuori dall’Italia. Già da alcune settimane siamo attivi con collaborazioni in Croazia e Svizzera che di base ci hanno permesso di validare la soluzione fuori dai confini italiani. L’apporto finanziario di Performant e l’integrazione con le funzionalità di OrderPort ci permetteranno nel corso del 2026 di puntare ai mercati più rilevanti in Europa come Francia, Spagna e Portogallo”.
Negli anni Wine Suite ha costruito un modello di business sostenibile fondato su un software CRM e marketing che è diventato una soluzione essenziale scelta da oltre 500 aziende vitivinicole italiane con l’ambizione di incrementare il flusso di visitatori in cantina e di migliorare le vendite dirette. Questo sistema ha permesso loro, grazie a una reale conoscenza del consumatore finale, di valorizzare il prodotto vino, il turismo in cantina e più in generale il made in Italy nel mondo, puntando sull’unicità di ogni cantina nei diversi territori vinicoli. Obiettivi che ora puntano a crescere in modo esponenziale grazie ai nuovi investimenti e alle rinnovate risorse finanziarie.
L’importo dell’operazione non è stato reso noto ma i soci che hanno investito nei round precedenti e che sono usciti a seguito dell’ingresso di Performant Capital hanno ottenuto una valorizzazione dell’investimento iniziale pari a circa 3,4 volte, tra loro ci sono investitori privati come Veronica Mariani, Mattia Riva e Nicolò Mascheroni Stianti (proprietario di Castello di Volpaia e fino a oggi espressione dei soci industriali che restano nella compagine come scritto sopra), Gianluca Cocco e Carlo Rossi Chauvenet, tutti investitori che hanno scommesso sul progetto fino dalla sua costituzione. I due fondatori Ranghetti e Galanti restano soci, avendo ceduto solo metà delle loro quote e membri del CDA. (nell’immagine i fondatori insieme a soci entranti e uscenti a valle della firma del deal)
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