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La terza edizione di 0100 International organizzata da Zero One Hundred Conferences in partnership con l’Assessorato allo Sviluppo Economico del Comune di Milano e Milano&Partners ha riunito la comunità globale degli investitori per un incontro ad alto contenuto strategico, che si è svolto dal 27 al 29 ottobre.
L’evento, di cui avevamo dato anticipazione in veste di media partner, ha accolto oltre 800 partecipanti provenienti da più di 50 Paesi, tra cui oltre 130 relatori che rappresentavano società con un patrimonio complessivo di circa 13 trilioni di euro in gestione. Con più di 630 limited partner, general partner e family office presenti, le discussioni si sono concentrate sulle principali dinamiche che oggi plasmano i mercati privati: un’analisi disciplinata in un contesto di tassi “più alti per più a lungo”, i secondari come strumento strategico di liquidità, il passaggio da un approccio ESG formale a uno orientato a metriche realmente utili alle decisioni, e il vantaggio competitivo europeo, dai campioni industriali a conduzione familiare italiani alla convergenza tra deeptech ed economia reale.
Con una platea selezionata di investitori di società come 500 Global, Adams Street Partners, AltamarCam, Andbank, Ares Management, Ardian, BlackRock, BNP Paribas, Bocconi Endowment, Bridgepoint, Carlyle, Coller Capital, CDP Equity, CVC, EIF, FERI, Fondo Italiano d’Investimento, Generali Investments, H.I.G. Europe, Hamilton Lane, HarbourVest, Hercules Capital, Hg, HV Capital, Isomer Capital, KKR, LGT Capital Partners, MN, National Bank of Greece, Partners Group, Permira, Rancilio Cube, Rothschild & Co, SEB Group, Seedcamp, Schroders Capital, Société Générale Private Banking, StepStone, Unigestion, Verdane, Vitruvian Partners e molti altri, 0100 International 2025 si è affermata come una delle conferenze più importanti in Europa dedicate al private market.
I temi principali
Per limited partner e allocator importanti i temi come la progettazione del portafoglio lungo il ciclo. Gli LP hanno sottolineato l’importanza della disciplina nei ritmi di investimento, della diversificazione per annata e della pianificazione proattiva della liquidità, in un contesto di exit più lunghi spesso bilanciando buyout core con esposizioni mirate a growth, venture e private credit così come la selezione dei gestori e governance con meccanismi di allineamento come strutture di carry, accesso ai co-investimenti, trasparenza delle commissioni e qualità dei dati di governance ,sono considerati imprescindibili.
Dall’ESG agli outcome. L’attenzione si è spostata dalle etichette ai risultati misurabili, collegati alla creazione di valore e alla mitigazione del rischio, considerando anche le divergenze normative regionali.
Secondari come strumento di portafoglio. Processi GP-led e LP-led vengono utilizzati per gestire la durata, generare liquidità sul NAV e riequilibrare i portafogli, purché i processi e le valutazioni restino
rigorosi.
Per il private equity risultano chiave temi come la crescita operativa più che espansione dei multipli. Gli operatori hanno evidenziato la crescita sostenuta dall’EBITDA: potere di prezzo, eccellenza commerciale, procurement e digitalizzazione dei processi.
Rotazione settoriale. I settori difensivi come servizi sanitari, software critico, B2B mission-critical restano favoriti; gli asset ciclici o sensibili ai tassi richiedono un underwriting estremamente selettivo.
Prontezza alla vendita. Con finestre IPO limitate, gli sponsor seguono percorsi dual track, migliorano la reportistica carve-out e strumentano KPI per ampliare la base di potenziali acquirenti (strategici, infrastrutturali e private credit).
Co-investimenti e velocità. Pipeline solide persistono, ma la partecipazione degli LP dipende da velocità, simmetria informativa e allineamento.
Venture capital e growth sono passati dalla crescita a ogni costo all’efficienza di scala. Efficienza del
capitale, round basati su milestone e buona governance hanno sostituito l’investimento basato sul momentum.
Deeptech ed economia reale. Transizione energetica, automazione industriale, bioeconomia e IA applicata hanno dominato, con focus su modelli scalabili e capital-light.
Impatto oltre gli acronimi. La discussione ha ridefinito l’“impact” come intenzionalità e risultati misurabili, evitando la proliferazione di reportistica che offusca la performance.
Secondari e veicoli di continuazione. Soluzioni strutturate sostengono sempre più la liquidità late-stage e l’allineamento tra fondatori, primi VC e nuovi investitori growth.
Per private credit importanti le caratteristiche anti-cicliche. Direct lending senior secured, asset-based
finance e credito specialistico continuano ad attrarre per reddito variabile e protezione covenant.
Underwriting e protezioni. Documentazione più stringente, selettività settoriale e monitoraggio in tempo reale diventano cruciali con l’aumento della competizione.
Sponsor verso non-sponsor. L’integrazione tra deal flow sponsor-backed e opportunità asset-backed proprietarie è considerata più resiliente attraverso i cicli.
L’evoluzione dell’opportunità italiana
L’ecosistema milanese è emerso come piattaforma di lancio per imprese a conduzione familiare e founder-led che cercano partner per professionalizzare la governance, digitalizzare le operazioni ed espandersi a livello internazionale. Gli investitori hanno evidenziato: opportunità di successione e strategie buy-and-build nei settori industriali e dei servizi; orientamento all’export e potere di prezzo nei segmenti premium del made in Italy; adozione tecnologica nella manifattura, nella sanità e nel fintech; un polo di capitale sempre più solido a Milano, dove piattaforme internazionali e paneuropee utilizzano l’Italia come nodo di crescita. Il mix italiano di campioni mid-market resilienti e dinamiche di successione resta altamente attrattivo per operazioni di buyout, growth equity e private credit su misura.
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