‘Milano’, non è, in questo caso, il nome della città ma la sigla di Minimal invasive light automatic natural orifice. Si tratta di un dispositivo messo a punto da ValueBiotech , società nata nel 2012, per rendere minimamente invasivi gli interventi chirurgici per la cura di patologie dell’addome.
“Già nel 2007 – racconta Antonello Forgione, co-fondatore e amministratore di ValueBiotech, nonché chirurgo – presso l’ospedale di Niguarda ho iniziato a praticare questo tipo di operazioni che consentono di evitare le cicatrici potendo raggiungere la cavità addominale tramite orifizi come la bocca, la vagina o l’ano e applicando questa tecnica ho pensato che c’era spazio per lo sviluppo di una tecnologia per implementare con maggiore efficacia tale tecnica”. Ecco quindi che inizia a prendere forma ‘Milano’ e presto Forgione inizia a contattare ingegneri meccanici ed elettromeccanici per studiare la fattibilità della sua idea. I primi due ingegneri: Louis Jauvtis e Renzo Zaltieri diventano i primi co-fondatori di ValueBiotech ai quali poi si aggiunge anche Avi Aliman. La Fondazione Aims Academy , di cui lo stesso Forgione è direttore scientifico, è stato il primo investitore a credere nel progetto, la fondazione di carattere privato si occupa di attività di formazione e di ricerca nel campo delle nuove tecnologie applicate alla chirurgia mininvasiva.
Tra il 2012 e oggi ValueBiotech registra tre brevetti, completa il primo prototipo da laboratorio e nel 2016 riceve due milioni di euro di investimento di cui uno dal governo israeliano e per la precisione dall’Office of the chief scientist of Israel, e uno da un gruppo di investitori privati tra cui vi sono cinesi, giapponesi e italiani, tutti conoscitori del settore biomedicale che quindi si possono definire come smart investor. ValueBiotech partecipa anche al programma Unicredit StartLab dove riceve un altro mini investimento da 10mila euro e supporto in termini di formazione e di mentoring che Forgione definisce molto importante per la crescita della sua società in quella fase.
Negli anni anche il team della società cresce con l’arrivo di nuovi ingegneri e ora si lavora alla realizzazione di un prototipo avanzato e si prevede di fare i primi esperimenti su animali e su cadaveri entro la metà del 2018, mentre è il 2020 l’orizzonte temporale in cui ValueBiotech prevede di portare ‘Milano’ nelle sale operatorie.
Forgione ha tutte le intenzioni di fare il possibile per continuare a mantenere la giusta italianità di ValueBiotech ma la società deve anche fare i conti con la concorrenza che benché partita dopo rispetto al progetto ‘Milano’ è agguerrita: c’è per esempio una società partecipata da Alphabet (la capogruppo di Google) che si chiama Verb e che può contare su ampie risorse finanziarie, un’altra del politecnico di Hong Kong, poi uno spin off della Nebraska University che si chiama Virtual Incision e anche una israeliana che si chiama Memic. “Tutti questi progetti sono tecnologicamente meno strutturati del nostro e soprattutto devono recuperare terreno rispetto a noi ma è fondamentale per ValueBiotech intercettare le risorse finanziarie, che per arrivare alla fase clinica si prevede dovranno essere di circa 20 milioni di euro in totale, necessarie allo sviluppo di ‘Milano’.
@emilabirascid