Andrea Casini (UniCredit) ‘Le startup sono necessarie al sistema produttivo’

Pubblicato il 25 Gen 2021

L’errore più comune delle startup Italiane? Proporre qualcosa di interessante al target sbagliato.

Il loro asso nella manica? Essere ‘necessarie’ al sistema produttivo italiano per mantenersi competitivo.

Sono due delle riflessioni di Andrea Casini, Co-Ceo Commercial Banking Italy di UniCredit, cioè il responsabile di tutte le attività commerciali e i servizi finanziari della banca in Italia con controparti retail, private o corporate, da diversi anni impegnato anche in Start Lab. Di startup, quindi, ne ha viste molte delle oltre 5.000 che nel tempo si sono candidate al programma.
Start Lab, la piattaforma di business e innovazione di UniCredit che sostiene le startup e PMI italiane “Tech” ad alto potenziale (la nuova call è aperta), è una parte oggi importante del mondo UniCredit, è il ponte verso l’innovazione e la competitività, è un impegno verso l’ecosistema a cui non si è sottratta nel 2020 e che nel 2021 punta ancora a individuare le migliori startup italiane nei settori digital, clean tech, innovative made in italy e life science. E’ proprio con Andrea Casini che cercheremo di capire di più sull’impegno di UniCredit verso le imprese innovative.

“Quello delle start up e delle PMI innovative in Italia è un fenomeno piuttosto recente e che tuttavia ha vissuto una dinamica di crescita importante e costante, non intaccata neppure dall’emergenza Covid. – esordisce Casini – Quello che ho potuto notare dal mio particolare osservatorio è l’enorme potenziale e la valenza che le startup rappresentano per il nostro sistema produttivo: spesso e volentieri infatti queste neo-imprese sono le promotrici di processi innovativi realmente “disruptive” che, poi adottati da gruppi più strutturati permettono all’intero sistema-Paese di mantenere alti livelli di competività sui mercati globali”.

Una modalità di supporto offerta da Start Lab alle startup è quella che riguarda le relazioni commerciali e l’incontro con potenziali partner e/o clienti. Quanto e perché è importante un accompagnamento di questo tipo per una società innovativa che muove i primi passi?

“Come accennavo prima l’innovazione “dal basso” promossa dalle start-up può realmente rappresentare un valore aggiunto per le nostre aziende corporate. In quest’ottica l’intervento di UniCredit, forte di una rete di rapporti storici con il sistema imprenditoriale italiano e ora anche di una expertise consolidata nell’ecosistema dell’innovazione, può aiutare a far incontrare domanda e offerta, in una soluzione soddisfacente per ambo le parti. Più nel dettaglio, negli incontri di open innovation da noi organizzati una startup può non solo trovare nuovi sbocchi commerciali, ma opportunità di partnership di varia natura e occasioni di confronto e di crescita. Non dimentichiamo poi il valore che possiamo portare agli innovatori connettendoli anche con una rete di investitori – venture capitalist, business angel e fondi – in grado di dar ossigeno ai migliori progetti”.

Quali sono gli errori più comuni in cui possono incorrere le startup b2b che cercano di approcciare il mercato?

“Le criticità da noi rilevate nei progetti di neo-imprenditoria che ci sono stati presentati nel corso degli anni sono numerose e di varia natura. Esemplificando due errori che riscontriamo frequentemente, soprattutto, nelle prime fasi di avvio dell’impresa, riguardano il passaggio dall’idea al business. Spesso a fronte di una buona intuizione non corrisponde un’adeguata analisi del mercato potenziale del servizio/prodotto ideato. In altri casi l’errore può riguardare la scelta del mercato di riferimento ovvero detto in altri termini, la proposta di una soluzione interessante e innovativa a un target sbagliato”.

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Internazionalizzazione: qual è il momento giusto e in che modo UniCredit può supportare?

“Le imprese più internazionalizzate hanno livelli di efficienza, innovazione e competitività superiori che consentono loro di risentire meno dei rallentamenti economici. Per questo come UniCredit, grazie alle competenze e alla nostra rete di grande gruppo internazionale, stiamo continuando ad accompagnare le imprese sui mercati internazionali, stiamo parlando di oltre 4 mila imprese accompagnate all’estero dalla banca nell’ultimo anno. Ma la pandemia ha anche accelerato l’export digitale, esiste in Italia del potenziale su questo fronte dal momento che solo il 30% delle imprese italiane ha un e-commerce e solo il 10% vende effettivamente online. Per questo come UniCredit stiamo spingendo su soluzioni che accompagnino in modo semplice e poco costoso le aziende a sviluppare il business internazionale sui canali digitali. Insieme a Google abbiamo sviluppato UniCredit Easy Ecommerce, una soluzione chiavi in mano e a costo contenuto: in soli 7 giorni forniamo ai nostri clienti un sito e-commerce completamente operativo e personalizzato, con naturalmente anche i nostri sistemi di pagamento, sicuri e affidabili, per raccogliere e gestire gli ordini, con soluzioni anche per incrementare la visibilità del proprio sito e-commerce e mettiamo i nostri clienti in condizione di trovare clienti in tutta Italia e in Europa e aumentare il proprio giro d’affari”.

La pandemia ha facilitato o ostacolato la crescita dell’innovazione e delle startup in Italia, dal vostro punto di vista?

“Tra gli effetti della particolare congiuntura che stiamo vivendo vediamo senz’altro la forte accelerazione dei processi innovativi che ha impattato tutti gli attori dell’economia. Le startup e le PMI ad alto contenuto innovativo hanno dimostrato una forte resilienza anche in questi complicati mesi: nei primi sei mesi del 2020 gli investimenti nelle startup italiane hanno raggiunto i 260 milioni di euro. Dobbiamo quindi continuare ad incoraggiare e sostenere l’innovazione rafforzando così un ecosistema virtuoso che, grazie a processi di Open Innovation, può alzare il tasso di innovazione del Paese. Ed è proprio quello che facciamo con la nostra piattaforma di business ‘UniCredit Start Lab’, progettata per supportare le start-up innovative, ma anche grazie ad accordi con il mondo delle aziende Fintech per individuare potenziali partner per accordi commerciali e beneficiare di idee e prodotti che possano migliorare i processi bancari, così come l’offerta di prodotti e servizi ai clienti. Un esempio è l’accordo con Plug and Play, piattaforma globale di innovazione nata in California e che riunisce start-up e aziende in tutti i principali settori di mercato, con cui abbiamo inaugurato un Hub a Milano”.

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