Sulle colonne di Startupbusiness abbiamo in passato scritto di referendum e di startup , e anche di nuovi sistemi organizzativi decentralizzati, e della crisi storica degli stati nazione , argomenti sempre più di attualità come dimostrano gli avvenimenti catalani di questi giorni. Il fenomeno è innescato, fra 20 giorni anche le regioni italiane di Lombardia e Veneto chiameranno i cittadini a votare su in referendum a sostengo di una maggiore autonomia (va sottolineato che il referendum di Lombardia e Veneto è, diversamente da quello catalano, legato a una norma chiaramente prevista dalla costituzione italiana all’articolo 116 e quindi perfettamente legale), sono tutti segnali che si allineano nel solco della tensione verso la decentralizzazione e quindi, potremmo anche dire, nella direzione del ribaltamento del concetto che contrappone i centri alle periferie, concetto che va rivisto profondamente e illuminato da una nuova percezione.
Il concetto di centro e di periferia è quindi arbitrario, certo la conformazione urbana delle città aiuta ad alimentarlo nella sua declinazione più classica ma anche dal punto di vista urbano si costruiscono tessuti sempre più a rete, gli aeroporti per esempio, periferici rispetto al centro delle città, divengono centrali per una grande quantità di persone e attività economiche e soprattutto il tessuto industriale che si sviluppa nelle periferie bucoliche strutturalmente lontane dai centri urbani e cresce con sostanza e applicando modelli organizzativi arditi, compresa l’attenzione di stampo industriale verso le startup come dimostrano per esempio e in modo assai concreto aziende come quelle che partecipano al Premio Marzotto in veste di partner industriali: Santex Rimar Group di Trissino, Vicenza; Santa Margherita vini di Fossalta di Portogruaro, Venezia; Zambon farmaceutica di Bresso, Milano; Illy caffè di Trieste; Selle Royal di Pozzoleone, Vicenza.
Ecco quindi che le startup giocano il loro ruolo in questo processo di ridefinizione degli schemi e lo fanno sempre di più anche in modo strutturato, e anche in questo caso sono i francesi a mostrare maggiore lungimiranza con il lancio del progetto Startup Banlieue e https://startupbanlieue.com che ha lo scopo di dare impulso a coloro che pur stando in periferia hanno idee e competenze e di individuare 100 imprenditori da sostenere e formare e trasformare in esempi e ambasciatori del valore che emerge dalle periferie. Anche a Milano l’incubatore di innovazione sociale del Comune, FabriQ, ha sede nella estrema periferia e precisamente nel quartiere di Quarto Oggiaro, scelta che a distanza di anni, il progetto nasce nel 2014, conferma di essere tutt’altro che infelice, ma seme che deve poter generare ulteriori piante e creare un indotto capace di rafforzare e contribuire alla gentrificazione di quelle che siamo abituati a considerare come le periferie del mondo ma che sono tali solo se si continua a vederle con un occhio poco innovativo.
@emilabirascid