Dall’incubatore di Navacchio, goWare e Handcrafted fanno parlare in latino iPad e iPhone

Pubblicato il 14 Ott 2011

 

Dopo il dizionario dei dialetti, dei proverbi e la collana di filastrocche toscane, dall’incubatore d’impresa del Polo Tecnologico di Navacchio, Goware e Handcrafted Software lanciano sul mercato delle App il “Gobbo latino”: l’aiuto ideale per trovare un detto latino che dia forza a un’idea, a una proposta, a un pitch… Il Gobbo costa come un cappuccino e regala perle da dispensare tra amici e per lavoro: come un saggio dell’antica Roma, il Gobbo ci mette sempre a disposizione la giusta frase latina per dare un tocco in più alla nostra efficacia comunicativa.
Con il Gobbo, il latino torna ad essere una lingua viva, capace di influenzare il nostro modo di parlare, di pensare e di comunicare.

Grazie a questa App, anche i ragazzi che vanno a scuola possono attingere a un grande database di parole vive nella lingua italiana in tutti i suoi gerghi, mentre a noi permette di scoprire anche che ci sono parole come “sponsor”, che tutti direbbero inglese, che in realtà è solo ritornata in Italia dopo essersi diffusa nei Paesi anglosassoni, e deriva dalla radice del verbo latino “spondere”, ovvero “farsi garante”.

 Alcuni termini, poi, sono stati coniati direttamente dagli studiosi o dallo Stato del Vaticano (la cui lingua ufficiale, non dimentichiamolo, è il latino) per identificare parole nate quando il latino non c’era più. Per esempio, “teleobiettivo” in latino si direbbe “telelenticula”, e supermercato si dice “pantopolium”. Insomma, dopo Asterix, Topolino e altri, ora anche il Gobbo troverà posto nell’arsenale di chi, per un motivo o per l’altro, si trova ad usare questa lingua straordinaria

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