Di Maio ce l’ha fatta, un miliardo (o due) per startup e innovazione

Bisogna dirlo, mai nessuno prima di lui, Di Maio, era riuscito a mettere a disposizione del mondo startup tale quantità di risorse, tutto da vedere come saranno gestite

Pubblicato il 31 Lug 2019

Trasformare l’Italia in una smart nation, ovvero in un paese maggiormente digitalizzato, che sostiene innovazione e startup in modo più strutturale, è stato uno dei temi di cui il Ministro dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio ha parlato in diverse occasioni negli ultimi mesi, una delle quali è stata proprio lo scorso marzo la presentazione del Fondo Nazionale dell’Innovazione, di cui si attendeva appunto il decreto attuativo e soprattutto la dotazione finanziaria, che in questo ambito ha oggi un’importanza fondamentale, visto il ritardo e il nanismo con cui l’Italia si staglia nel panorama europeo e internazionale del supporto all’innovazione attraverso lo strumento del venture capital.

Ora è stato finalmente pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto interministeriale che stabilisce le modalità di investimento del Fondo nazionale innovazione (noto anche come Fondo dei Fondi) che sarà gestito da Cassa Depositi e Prestiti e sarà operativo da settembre con una iniziale dotazione finanziaria da un miliardo di euro. Bisogna dirlo, mai nessuno prima di lui, Luigi Di Maio, era riuscito a mettere a disposizione del mondo startup tale quantità di risorse, tutto da vedere come saranno gestite

Ecco i punti fondamentali del Decreto:

  1. Il FNI investe come “fondo di fondi” in fondi di venture capital gestiti da società autorizzate da Banca d’Italia o direttamente in startup e/o piccole e medie imprese
  2. Il FNI investe anche in co-investimento con investitori privati indipendenti, nella misura del 30%
  3. Il decreto prevede interventi in regime di esenzione (aiuti di stato), con apporto di co-investitori privati per il 10, 40 o 60%, con limite max di 15 milioni di euro per pmi
  4. Il decreto consente investimenti in società quotate fino al 15%
  5. Il decreto prevede risorse pari a 310 milioni di euro + almeno il 15% degli utili derivanti dalle società partecipate dal MEF, poi modificato in sede di conversione nella misura massima del 10%
“Prima di tutto deve servire a sviluppare un ecosistemacommenta Luigi di Maio come riporta Ansa   – Non ci siamo messi in testa di finanziare le startup da soli come Stato. Il nostro obbiettivo è collaborare con i fondi di venture e i mondi già esistenti sull’innovazione in Italia, perché è lì che ci sono le competenze per capire se un’idea è valida oppure no. Noi ce la metteremo tutta per mettere insieme i migliori settori in grado di selezionare idee valide. Il fondo sarà una sorta di fondo dei fondi, in grado di finanziare direttamente oppure di finanziare start up attraverso fondi esistenti. In Italia esistono pochi fondi di venture capital e speriamo che con questa iniezione di due miliardi di euro se ne possano far nascer altre”. Il Fondo “avrà un miliardo subito e un altro lo potrà attrarre dopo – prosegue Di Maio – Finanzieremo ogni idea fino a superare la cosiddetta ‘curva della morte’, che vuole dire svilupparla, portarla sul mercato e farla poi farla finanziare o acquisire”.
Con il decreto che dà il via formale al Fondo Nazionale Innovazione – commenta su EconomyUp Angelo Coletta, Presidente di Italia Startup– si completa il quadro dei quattro provvedimenti attuativi più rilevanti, contenuti in legge di Bilancio, che riguardano gli investimenti in startup/pmi innovative: Fondo Nazionale Innovazionesgravi fiscali al 40%, voucher relativo all’innovation manager e Società di Investimento Semplice. Come Associazione siamo molto soddisfatti del risultato raggiunto, consapevoli di aver dato un contributo importante alla definizione del quadro normativo, ora completato. È un passo decisivo e concreto perchè anche l’Italia diventi – grazie alle condizioni normative, finanziarie e industriali – un’innovation nation”.

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