Dino, l’asilo nido fatto da una rete di professionisti in ambienti domestici

In Italia, ogni anno nascono circa 400mila bambini, ma meno del 27% di loro ha accesso a un servizio educativo per la fascia compresa tra 0 e 3 anni. Questa carenza, porta spesso già dai primi mesi di gravidanza a una frenetica ricerca che spinge i neo genitori a trovare di un posto a cui poter affidare i propri figli la cui mancanza può diventare un ostacolo fra la gioia della nascita e la qualità della vita familiare e anche per l’occupazione femminile. Per rispondere a queste esigenze lo startup studio Mamazen lancia una nuova realtà imprenditoriale: Dino. La startup mira a creare una rete potenziata di micro nidi e nidi famiglia, pensata per offrire un’educazione di qualità, orientata alla persona, oltre a promuovere un modello imprenditoriale sostenibile per le educatrici.

“La mancanza di servizi per la prima infanzia non è solo un problema per i genitori: è un ostacolo alla crescita economica e alla parità di genere – commenta in una nota Elisa Fogu, co-fondatrice di Dino – Con Dino vogliamo portare servizi educativi vicini, affidabili e di qualità nelle case delle famiglie, permettendo alle educatrici di fare il lavoro che amano, con il giusto supporto e guadagni equi”.

Dino propone un’esperienza educativa umana e professionale. Per le famiglie, significa avere finalmente uno spazio educativo vicino nell’ambito territoriale, dove il bambino viene accolto in piccoli gruppi, dai cinque ai dieci membri, all’interno di ambienti domestici certificati, e con la garanzia di un progetto pedagogico strutturato orientato alla persona. Le attività su misura, dalle esperienze bilingue ai laboratori musicali, fino al gioco quotidiano all’aria aperta, si adattano alle diverse inclinazioni dei più piccini e alle esigenze delle famiglie. Non solo, gli orari flessibili diventano una conciliazione concreta tra lavoro e vita privata, in un ambiente sicuro e stimolante che favorisce lo sviluppo e il benessere del bambino nei suoi primi anni, quando ogni esperienza conta di più.

Se il modello di Nido in famiglia è così diffuso in altri Paesi europei, come la Germania, in Italia qual è l’ostacolo più grande? Il fatto che sia ancora percepito come poco controllato. Dino supera però questo limite grazie a un processo di selezione e formazione rigoroso: ogni educatrice deve possedere un titolo di studio adeguato e superare verifiche approfondite sul proprio background. Gli ambienti domestici vengono certificati attraverso sopralluoghi accurati, e prima dell’apertura le educatrici seguono una formazione specialistica: venti ore iniziali con un pedagogista a cui si aggiungono controlli periodici. Una volta entrata nella rete, ogni struttura è soggetta a verifiche regolari, anche a sorpresa, per garantire in ogni momento standard educativi e di sicurezza elevati. Insomma la sicurezza e la qualità delle persone che lavorano a contatto con i più piccini sono prioritari in questa tipologia di nido che deve essere non solo a norma in termini strutturali, ma anche rispettare adeguati standard professionali con costanti verifiche da esperti.

Con Dino, le educatrici non devono più affrontare da sole burocrazia, fiscalità, promozione o ricerca di famiglie. Dino le sostiene nell’allestimento degli spazi, fornisce formazione iniziale e continua, supporta le strutture lato marketing e nell’acquisizione clienti. Vengono forniti anche strumenti digitali per la gestione quotidiana del nido, dalla gestione delle presenze ai pagamenti, e una piattaforma dedicata ai genitori per comunicazioni, aggiornamenti e contenuti educativi. L’educatrice può così concentrarsi esclusivamente su ciò che ama fare con la certezza di avere alle spalle una rete solida, processi collaudati e un supporto costante per mantenere autonomia, standard qualitativi elevati e un reddito sostenibile.

“Non vogliamo solo aprire nidi: vogliamo creare un’infrastruttura che aiuti le famiglie e promuova l’imprenditoria femminile – commenta Stefano Pifferi, co-fondatore di Dino – È un progetto che tocca natalità, occupazione e qualità educativa: tre pilastri per il futuro del Paese”.

Tra gli obiettivi futuri che la realtà imprenditoriale di Mamazen si propone c’è quello di attivare duemila nidi domestici in 5‑7 anni, dalle grandi città ai piccoli comuni. Un progetto ambizioso che vuole dare una risposta concreta alle sfide demografiche e di conciliazione vita-lavoro, e offrire un’alternativa di alto livello all’asilo tradizionale, contribuendo così a rilanciare la natalità, in linea con le priorità del PNRR.

Se altre esperienze simili si sono fermate a poche centinaia di strutture, Dino nasce con l’obiettivo e gli strumenti per scalare per avere una rete di migliaia di punti. Il modello integra standard educativi rigorosi, supporto operativo completo e sostenibilità economica, rimuovendo le barriere che finora hanno limitato la crescita del settore. 

Il background dei due fondatori, nella foto, rispecchia l’attenzione posta alle persone e alla sicurezza, infatti Elisa Fogu ha oltre otto anni di esperienza nella prima infanzia e nell’apertura e gestione di nidi famiglia. Dal 2016 al 2025 ha fatto parte del management di Scarabocchiando, la rete non-profit più estesa in Italia di questa tipologia di strutture. In questo ruolo ha guidato l’avvio di oltre 250 asili su tutto il territorio nazionale, stretto accordi con più di 150 Comuni, progettato percorsi di onboarding e formazione per 150 educatrici, diffondendo approcci Montessori e Pikleriani.

Stefano Pifferi si è sempre occupato di gestione e strategia attraverso una consolidata esperienza in ambito corporate, partendo in Barilla dove ha ricoperto ruoli professionalizzanti nelle vendite, nella logistica e nella strategia. Successivamente ha lavorato per la scaleup Getir, partecipando al lancio delle operazioni in Italia, occupandosi di performance dei processi. Ha poi proseguito  come manager in Ernst & Young, guidando team su progetti di espansione e trasformazione digitale, per poi lanciarsi da freelance nel fashion, supportando un’artista contemporanea nel lancio di una linea di design per moda e arredamento.

“Il nostro è un progetto importante che sappiamo potrà avere una grande rilevanza in termini sociali, e con enorme potenziale a livello economico. Per riuscire a migliorare la vita di tutte le famiglie e dare ai più piccini una formazione di qualità, non ci resta quindi che iniziare, grazie all’appoggio di Mamazen e della non-profit Scarabocchiando con cui ho collaborato da sempre”, aggiunge Fogu.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

    Iscriviti alla newsletter