Ecco come funziona un evento globale in remoto, l’esperienza di Seedstars

Pubblicato il 14 Apr 2020

Seedstars world competition è la principale iniziativa globale dedicata alle startup dei mercati emergenti. L’edizione 2020 del summit annuale si è svolta, invece che a Losanna come tradizione, in modo interamente remoto a causa dell’emergenza Covid-19 e ha coinvolto 70 startup, 60 mentor, 50 ambassador e decine di membri dello staff. Maria Matloub ha partecipato in veste di mentor alle fasi di bootcamp che hanno preceduto la giornata finale e ci racconta l’esperienza di vivere un evento globale interamente in modalità remota.

Seedstars, la competizione globale riservata alle startup dei Paesi emergenti si è svolta lo all’inizio di aprile 2020 per la prima volta in modo del tutto virtuale. Gli organizzatori hanno deciso rapidamente e agito con altrettanta prontezza organizzando online l’evento che originariamente doveva tenersi a Losanna in Svizzera dal dal 31 marzo al 3 aprile. La missione di Seedstars è educare, promuovere e dare sopporto finanziario (con cifre che possono arrivare a 500mila dollari per singola startup) alle startup a livello seed che risultano essere le più promettenti tra quelle nate nei Paesi emergenti.

Seedstars nasce dalla collaborazione di un gruppo privato di società con sede in Svizzera, è partito nel 2013 da un’idea di Pierre-Alain Masson e Alisée de Tonnac e a oggi, ha organizzato 477 eventi negli ecosistemi di 74 Paesi, ha di recente aperto il quattordicesimo hub Seedspace e il suo portafoglio comprende 25 startup in fase seed. Si articola con competizioni locali nei diversi Paesi, seguite dalle competizioni regionali per arrivare al summit che si tiene ogni anno a Losanna. E nel 2020 è stato diverso.

La grande emergenza globale, la disruption legata al Covid-19 è stata un punto di svolta per tanti, dalle grandi aziende che stanno trasformando le loro fabbriche, il loro focus, le loro offerte per dare supporto al sistema sanitario, come Armani, Prada, Gucci, Bulgari ma anche Lamborghini, FCA, lo chef Cracco e tanti altri, a quelle più piccole che stanno chiudendo temporaneamente, o cercando di sopravvivere, le decisioni che vengono prese sono varie ma si inseriscono sostanzialmente in tre categorie: cancellazioni, spostamenti oppure trasformazione/adattamento.

Seedstars è stata una di quelle che ha deciso di trasformarsi e adattarsi sperimentando con una edizione interamente online. Eugenia Shevchenko, Seedstars Summit program manager, dice a Startupbusiness: “tutto è stato deciso il 4 marzo, una volta che abbiamo avuto un quadro completo dell’emergenza Covid-19 in Europa e nel mondo. Le autorità svizzere hanno inoltre adottato misure specifiche per evitare ulteriori contaminazioni. Ecco perché abbiamo deciso di re-immaginare l’evento e di renderlo completamente online per garantire la sicurezza di tutti”.

Le sfide principali legati alla organizzazione del bootcamp in remoto erano l’onboarding veloce del team interno di Seedstars portandolo a focalizzarsi sull’organizzazione di questi tre giorni nella nuova modalità, gestire la comunicazione di alto livello, il lato tecnico, il briefing del team, la realizzazione dei contenuti, il tutto in un periodo di tempo molto breve. In particolare Seedstars ha lavorato molto sugli aspetti tecnici dell’evento online approfondendo tutte le possibili funzionalità degli strumenti tecnologici e cercando di prevedere tutti i possibili problemi che avrebbero potuto verificarsi. Poi, durante il bootcamp: andavano gestiti 270 incontri one-to-one tra startup e mentor sempre verificando che tutto fosse a posto e che le persone fossero collegate, tutto lavoro che Eugenia ha fatto insieme alla collega Zarina Gabdolova, anche lei nel team di coordinamento.

Il bootcamp ha dato la possibilità a 70 startup dei Paesi emergenti di partecipare divisi in gruppi tra agritech, cleantech, e-commerce and experience, edtech, fintech, health tech, hospitality e HR, migration, on-demand marketplace, foodtech, smart city, supply chain e trasporti, con 57 mentor e 50 ambassador.

Come mentor, sono stata molto soddisfatta dall’esperienza. Il team ha fatto un ottimo lavoro per creare un’esperienza fluida per tutti, dando tutte le informazioni necessarie, gli aggiornamenti ed essendo sempre disponibile. La bella cosa è che tutti avevano voglia di partecipare e aggiungere valore, anche dietro lo schermo, cercando di replicare l’esperienza vissuta sul campo nel 2019. Non ci sono state sorprese, l’unico fuori programma è avvenuto quando il team dei mentor ha chiesto di fare una festa di chiusura online, e questo e stato molto carino, anche se un po’ strano. Noreen Makosewe, mentor pure lei: “questa emergenza dovuta a Covid-19 ha riunito così tanti di noi come fossimo un rivestimento d’argento di una grande nuvola”, così poeticamente descrive l’esperienza.

Il valore e stato percepito da entrambe le parti, sia le startup sia i mentor, anche se prima dell’evento in molti si chiedevano se la cosa potesse essere fatta con efficacia, ma secondo un’altra mentor Jennifer Kanaan, e stato un successo: “sai che è una sessione di mentoring di successo quando ti accordi che impari tanto quanto ciò che condividi, quando si ottiene una sessione reciprocamente edificante. Ed è quello che è stato per me nel summit virtuale di quest’anno. Posizione che anche Shema Steve, fondatore e CEO di Exuus che ha sviluppato la soluzione Save , condivide: “Una delle cose che ho portato a casa da Seedstars bootcamp è stata l’importanza di fare parte di una cosa giusta e inclusiva”, così anche Andrea Liao, co-fondatrice e COO di Mesa: “è stato un onore fare parte di Seedstars America Latina e dell’Online Global Summit, uno dei più illuminanti eventi di quest’anno con numerosi fondatori che facevano brainstorming tra loro e in alcuni casi sviluppavano cose insieme”.

Gli unici problemi che sono stati notati sono quelli dovuti alla connessione, cosa comunque non grave che ha creato solo qualche grattacapo ma era attesa visto che tutte le piattaforme di videoconferenze come Zoom, che abbiamo utilizzato per l’evento, stanno gestendo grande traffico come mai prima. “E’ stato fantastico, non l’ho mai fatto prima, quindi è stata una grande esperienza per tutti noi. Secondo me, l’evento online è maggiormente pianificato, quindi risulta meno stressante. Naturalmente, non si sa mai con la connessione internet, anche se gli strumenti funzionano correttamente, tuttavia, è più sotto controllo in questo modo che in loco. Ma la parte del networking nella vita reale e l’incontro con persone provenienti da tutto il mondo non possono essere sostituiti con l’incontro tramite Zoom, questo è certo”, aggiunge Schevchenko.

L’esperienza, quando c’è voglia può essere ottima, come questa. Anche se il networking che si fa sempre negli eventi non è stato possibile, ho incontrato persone incredibili nelle breakout room, abbiamo iniziato conversazioni, invitandoci reciprocamente nelle nostre case in modo virtuale. Quest’esperienza è un’affermazione che questo tipo di incontri si può fare online, ci sono meno perdite di tempo e c’è più valore e efficienza, è più economico ed innanzitutto ecologico. Immaginatevi quanti aeri, treni, automobili sarebbero stati utilizzati solo per quest’evento? Senza parlare di tutte le necessità e della logistica necessaria per ogni giorno di evento.

La competizione di Seedstars è stata vinta quest’anno da Studyfree, startup moscovita che aiuta gli studenti a ottenere l’ammissione alle università di tutto il mondo supportandoli con programmi di finanziamento a copertura degli studi. La piattaforma si propone di offrire agli studenti motivati e meritevoli la possibilità di accedere a servizi come percorsi semplificati per l’ammissione alle facoltà, rete di mentor per meglio prepararsi, finanziamenti e una serie di servizi di supporto.

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