Con Niwzii le notizie diventano videogame (anteprima)

Pubblicato il 14 Mag 2016

Editoria digitale, o anche giornalismo interattivo. Trasformare le notizie in videogame. È questo il payoff di Niwzii, neonata startup di Selene Biffi, imprenditrice seriale che al momento vive a Kabul per sviluppare un progetto legato alla formazione, e che con la nuova iniziativa propone un innovativo strumento per permettere agli editori di migliorare il coinvolgimento e l’interazione con il lettori.

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In pratica si tratta di una piattaforma web based in cui gli editori e gli autori possono con semplicità inserire contenuti e trasformarli in videogame, infografiche interattive, puzzle, parole crociate, video, mappe, il tutto in modo semplice e senza che siano richieste nozioni di programmazione.

selene biffi
“Niwzii è pensata per giornalisti, blogger e professionisti della comunicazione in generale con l’intento di migliorare il coinvolgimento e la partecipazione dei propri lettori – spiega Selene – , questo progetto amplia il lavoro iniziato tempo fa con Spillover, dove la gamificazione veniva applicata solo a news di tipo scientifico per parlare di STEM (scienze, tecnologia, ingegneria e matematica, ndr) ai bambini. Ci siamo subito resi conto che c’era un potenziale trasversale e più ampio in termini di pubblico e di argomenti da trattare, da qui l’idea di espandere il concetto originario”.

(di Spillover vincitore del Premio Lamarck di Smau avevamo parlato in questo articolo)

Selene sta realizzando Niwzii con un team composto, oltre che da lei, anche da Francesco Perratone che ha esperienza sia come imprenditore sia come artista visuale e programmatore, e da due sviluppatori software.

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Questa non è la prima startup di Selene, che ne ha già realizzate cinque tutte a vocazione sociale: Youth Action for Change (piattaforma di corsi online gratuiti in metodologia peer-to-peer, lanciata nel 2005 che insegnava a giovani di 130 Paesi del mondo e le spin-off Forgotten Diaries (piattaforma di citizen journalism per articoli su conflitti non trattati dai media) e Young Innovations Europe (online magazine di best practice implementate a livello europeo da giovani, in ambiti quali scienze, economia, arte, impresa etc.. L’insieme di queste tre è diventata una exit nel 2013 della quale però Selene preferisce non divulgare i dettagli. Subito dopo ha lanciato Plain Ink (www.plainink.org) libri e fumetti per lo sviluppo in Italia e India, una scuola per il recupero della cultura in Afghanistan, poi nel 2013 è partita Spillover (www.spillover.org) video giochi per iPad per comunicare le ultime scoperte scientifiche ai bambini, che ora diventa Niwzii, e nel 2014 è invece stato il turno di Bibak (www.bibak.org) sensori per l’identificazione delle mine antiuomo la cui tecnologia è riciclabile per produrre energia o regolare il flusso dell’acqua in agricoltura. Al momento Selene si occupa quindi dei progetti Plain Ink, Niwzii e Bibak.

Con Niwzii Selene e il suo team hanno trovato poco terreno fertile in Italia: “Niwzii è stata scartata da tutti i concorsi e programmi di accelerazione vari a cui abbiamo fatto domanda – spiega la fondatrice -, nel 2015. In compenso però, è stato altissimo l’interesse e la disponibilità ricevuta dai media esteri”.

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Niwzii ha al momento superato la Pitch Battle del concorso Startup for News del Global Editors Network, e si prepara per le finali che si terranno a Vienna tra il 15 e il 17 giugno 2016 . “Siamo ovviamente contenti di essere arrivati in finale, tra l’altro come unica startup italiana, ma ci piacerebbe poter sviluppare li nostro progetto con un coinvolgimento di partner italiani”.

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