Emigrare in US con la startup, ecco le nuove regole

Pubblicato il 30 Ago 2016

Si chiama International Entrepreneur Rule ed è la proposta di legge dell’Amministrazione Obama per rendere più facile il processo di immigrazione per gli imprenditori che desiderano vivere e lavorare negli Stati Uniti d’America.

Il documento è stato pubblicato il 24 agosto, data da cui scatta il periodo di 45 giorni in cui chiunque può avanzare commenti e osservazioni, al termine di tale periodo il documento sarà aggiornato e diverrà effettivo.

L’International Entrepreneur Rule è una vittoria del movimento FWD.US al quale hanno aderito tutti i grandi imprenditori Usa dell’industria tecnologica: da Bill Gates a Mark Zuckerberg, da Marissa Mayer a Reid Hoffman, i quali si sono battuti per rendere più semplice a imprenditori non statunitensi creare e sviluppare le loro imprese nel Paese.

Il documento di 155 pagine firmato da Jeh Charles Johnson, Secretary of Homeland Security, stabilisce che gli imprenditori stranieri potranno restare legalmente negli Usa fino a cinque anni se hanno un ruolo operativo e detengono una quota di una startup che ha un business a rapida crescita e quindi capacità di creare posti di lavoro. I dettagli e i benefici della proposta sono bene descritti in un post che Tom Kalil, Deputy director for technology and innovation presso l’Office of science and technology policy (Ostp) della Casa Bianca e Doug Rand, Assistant director for Entrepreneurship sempre presso Ostp, hanno pubblicato su Medium.

A manifestare entusiasmo per la notizia è anche Angelos G. Angelou, fondatore e Ceo dell’International Accelerator di Austin (di cui Startupbusiness è advisor per l’Italia), il quale da il benvenuto alla proposta sottolineando come si tratta di un risultato importante per il movimento FWD.US che ha dedicato un intero anno di lavoro a questo obiettivo ed enfatizza due punti importanti di questa proposta: la possibilità per gli imprenditori che godranno di queste nuove regole di poter accedere, scaduti i cinque anni, alla green card ed eventualmente anche alla possibilità di richiedere la cittadinanza; il fatto che potranno fare domanda per rientrare nelle nuove regole anche imprenditori che già sono negli Usa da non più di tre anni e che, diversamente da quanto accade per molte tipologie di visto, non vi è un limite al numero di imprenditori che possono fare domanda per il programma che tra poco meno di 45 giorni diverrà operativo.

Aldilà delle quasi ovvie considerazioni politiche che possono essere fatte in un momento che vede gli Stati Uniti avvicinarsi a una delle elezioni presidenziali più controverse della loro storia in cui il tema dell’immigrazione è centrale, vale la pena sottolineare come a prescindere da qualsiasi considerazione di tipo storico, di tipo politico o di tempistiche, ancora una volta il governo degli Usa manda un segnale importantissimo in relazione al ruolo che il Paese vuole continuare ad avere in tema economico, imprenditoriale e in relazione all’ innovazione e alla creazione d’impresa. Un ruolo di primo piano e un ruolo che diventa sempre più strategico anche e soprattutto alla luce del fatto che la vera battaglia per conquistare la leadership nell’innovazione d’impresa gli Usa la giocano contro un solo grande avversario: la Cina che nei giorni scorsi ha accelerato in modo esponenziale sul fronte degli investimenti in capitale di rischio con il lancio di un nuovo fondo di venture capital a controllo statale del valore di 30 miliardi di dollari  che si aggiunge a una strategia ad ampio respiro che ha visto i fondi di VC sostenuti dallo stato raccogliere nel 2015 un totale di 231 miliardi di dollari triplicando così in un solo anno l’ammontare di denaro gestito e destinato al venture capital che oggi sfiora i 340 miliardi di dollari, o meglio i 2,2 trilioni di yuan.

Emil Abirascid

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