Enrico Pandian, vincitore della 360 by 360 Competition 2014, racconta Supermercato24

Pubblicato il 21 Gen 2015

Ieri, Mercoledì 21 gennaio a Milano, presso Palazzo Mezzanotte – la prestigiosa sede della Borsa Italiana a Milano – è stata premiata tra le 18 finaliste la startup vincitrice della “360by360 Competition”. Si tratta di Supermercato24, fondata da Enrico Pandian (nell foto sopra il primo da destra), startupper seriale, già fondatore di Prezzi Pazzi, che si è aggiudicato il premio di 360 mila dollari. Abbiamo intervistato Pandian a margine dell’evento per farci raccontare meglio di cosa si occupa Supermercato24.

Enrico, raccontaci un po’ di che cosa si occupa la tua startup e qual è il vostro mercato di riferimento?

Con Supermercato24 chiunque può fare la spesa comodamente online, da casa od ovunque, scegliendo il supermercato o le marche di prodotti che preferisce. Un fattorino selezionato farà la spesa “fisica” al posto suo e la stessa verrà recapitata a casa del cliente in giornata. Il cliente poi potrà pagare direttamente in contanti alla consegna. Ci rivolgiamo fondamentalmente a chiunque faccia la spesa: sarebbe molto semplice dire che il nostro target di mercato è di 12 milioni di famiglie italiane.

Amazon sta sperimentando negli USA un prodotto simile al vostro; in Italia Cortilia ha già sperimentato modelli simili per frutta e verdura. Come vi differenziate rispetto a realtà molto più grandi e a quelle maggiormente specializzate?

In realtà noi vediamo in un futuro un partnership con queste realtà. Siamo partiti in collaborazione con i supermercati perché, se ci si pensa, la spesa in un grande centro commerciale avviene in media ogni quattro giorni circa. La nostra idea era quella di generare da subito un certo volume di consegne; nella realtà stiamo creando una vera e propria enorme piattaforma logistica – che al momento annovera circa 250 persone sparse nelle 9 province nella quali operiamo – e che possono consegnare in una giornata. Questo è il punto fondamentale. Come vedo Supermercato24 da qui a 4 o 5 anni? Come una sorta di UPS24, più che altro.

Durante il tuo pitch non sono passate inosservate le metriche che avete raggiunto in soli 4 mesi. Ce ne parli un po’?

Noi siamo per il “move fast and break things”. Ai ragazzi che fanno impresa diciamo di non pensare all’andare online con un prodotto totalmente finito ma di cominciare con qualcosa di incompleto per poi crescere, come abbiamo fatto noi. Abbiamo avuto in questi 4 mesi più o meno 3800 ordini, per una spesa media di circa 80 euro. Gli utenti fidelizzati continuano ad aumentare, così come la quantità di prodotti nel loro carrello. L’altro numero interessante è il numero di città sulle quali siamo operativi, già 9 città, per circa 8 milioni di persone potenziali coperte. Ci stiamo muovendo veloci.

Tra i vostri partner ci sono anche giganti del bio o del prodotto d’eccellenza, come Eataly? 

Non al momento. Come dicevo prima, cerchiamo di dare alle persone quello che la maggior parte delle persone vogliono: i grandi supermercati hanno un’offerta molto varia sia in termini di tipologia che di prezzo.

Quali sono i vostri piani per l’estero? Come vi regolerete nei paesi che hanno culture alimentari molto diverse dalla nostra, in cui cucinare o il mangiare in casa è più una rarità che una regola?

Siamo sicuri che ci saranno realtà più grandi, molto più grandi – e quindi con molto più capitale rispetto a noi – che proveranno ad entrare in questo mercato. Il nostro lavoro è quello di muoverci prima di loro sfruttando la nostra snellezza e le nostro competenze. Io ho lavorato in UK per molto tempo, lo conosco molto bene e quello che dici è vero. Ma è comunque un mercato che ha dalla sua il 5% della spesa effettuata online; un Italia siamo allo 0,4%, 0,5%, quindi loro sono 10 volte noi. Immaginiamo il nostro utente ideale i giovani professionisti indaffarati della zona uno o quelli, più in periferia, costretti a fare i chilometri per raggiungere un supermercato.

Ultima domanda: subito dopo la presentazione mi ha colpito come ti abbiano fatto notare con una domanda che i 6 euro a consegna retribuiti ai fattorini fossero un costo molto pesante in termini di sostenibilità del business nel lungo periodo. Siamo in un periodo storico in cui si discute molto di salario minimo, costo del lavoro e sostenibilità economica di lungo periodo. La tua impresa fa un uso molto importante di forza lavoro “reale”, a differenza di molte piccole startup del digitale. Cosa pensi del dibattito?

Penso che la retribuzione influisca tantissimo sulla qualità del lavoro, per questo anche sul palco ho difeso questo “costo fisso”: i fattorini sono per noi quasi più importanti degli investitori, perché sono quelli che realmente fanno funzionare l’impresa. La verità è che noi paghiamo, tra l’altro, 6 euro per 40 minuti di lavoro, quindi più che all’interno della media nazionale di retribuzione oraria.

Ci tengo moltissimo a dire che anche a livello di occupazione – io stesso mi sono occupato dei colloqui ai nostri fattorini nel primo mese – noi diamo una grossa opportunità a chi rimane a casa disoccupato, agli studenti universitari, ecc… Abbiamo tre colloqui di selezione per stabilire se qualcuno è adatto al ruolo, perché mandiamo gente a casa delle persone e vogliamo sapere con certezza di mandare qualcuno su cui la gente possa fare affidamento. Se i colloqui vanno bene, dal giorno dopo si è assunti e si comincia a guadagnare. Penso che questo sia un elemento fondamentale del nostro business e che sia ben recepito da chi lavora con noi.

Complimenti a Supermercato24 per la vittoria e in bocca al lupo!

Contributor: Andrea Latino

@andrealatino

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