Eureka! Venture chiude a 38M€ il closing del suo primo fondo

Pubblicato il 30 Lug 2020

Eureka! Venture Sgr, il ventue capital specializzato in investimenti deeptech che ha debuttato alla fine dello scorso anno come scrivemmo qui, annuncia oggi il first closing del fondo di technology transfer Eureka! Fund I e l’avvio dei primi investimenti.

Eureka! Venture Sgr investe in startup, spin-off e Pmi provenienti o collegate con Centri di Ricerca e Università e che hanno l’obiettivo di valorizzare sul mercato i risultati delle loro attività di ricerca scientifica, promuovendo tecnologie innovative e spesso di frontiera, che possono avere un impatto profondo nella vita delle persone, nell’ambiente e nella società in generale. In particolare Eureka! Fund I – Technology Transfer è focalizzato su investimenti in advanced material e più in generale in applicazioni e tecnologie riconducibili alla scienza e ingegneria dei materiali. Il Fondo investe negli stadi proof-of-concept, seed e round A, anche grazie alla partnership con 22 Università e Centri di ricerca scientifica del Paese, tra cui in particolar modo l’Istituto Italiano di Tecnologia e il Politecnico di Torino. Eureka! Fund può inoltre contare sul supporto dell’Innovation District Kilometro Rosso, con i suoi partner industriali e i laboratori di ricerca, e di META Group, società operativa nei servizi di valorizzazione dei risultati delle attività di ricerca scientifica.

Il Fondo Eureka! I annovera il Fondo Europeo per gli Investimenti (EIF) e Cassa Depositi e Prestiti (CDP) in qualità di anchor investor tramite la piattaforma ITAtech, nata proprio per supportare iniziative di technology transfer in grado di valorizzare la ricerca scientifica e tecnologica italiana. Eureka! Fund I beneficia del supporto di InnovFin Equity – lo strumento finanziario sviluppato sotto Horizon 2020 e che rappresenta il programma di riferimento della Unione Europea per la Ricerca e l’Innovazione – e dello European Fund for Strategic Investments (EFSI).

Il primo closing di Eureka! Fund ha raggiunto una dotazione iniziale di 38 milioni di euro, grazie al contributo determinante di EIF e di CDP e altri investitori istituzionali, quali la Compagnia di San Paolo, fondazione bancaria da sempre in prima linea nel supportare l’innovazione sul territorio. Hanno investito in Eureka! Fund anche importanti società industriali che credono nella open innovation come strumento per fare vera innovazione: Saes Group, società che opera nella produzione di advanced material (quotata nel segmento Star di Borsa Italiana) e Umbra Group, società attiva nel settore aerospace.  Trattandosi di un fondo EuVECA, ossia fondo di venture capital ai sensi della normativa europea, Eureka! Fund è inoltre tra i primi fondi in Italia ad aver raccolto capitali anche da investitori HNWI (high net worth individual). L’obiettivo di raccolta finale è fissato a 50 milioni di euro

Il lancio di Eureka! Fund è per tutti noi una grande soddisfazione: dalle prime chiacchierate con la mia partner Anna Amati sull’utilità per l’Italia di avere un fondo di investimento specializzato su material science sino al first closing, tanti sono i risultati importanti raggiunti. La Sgr è stata costituita a marzo del 2019, ha presentato istanza di autorizzazione all’esercizio del servizio di gestione collettiva del risparmio a luglio 2019 e ha ottenuto, in tempi devo dire rapidissimi, l’autorizzazione a operare come gestore di fondi di investimento alternativi e fondi EuVECA che sono quelli specifici di venture capital ai sensi della normativa europea. Infine il primo closing e l’avvio dell’operatività dopo 16 mesi dalla costituzione”, così racconta a Startupbusiness Stefano Peroncini, co-fondatore e amministratore delegato di Eureka! Venture Sgr con parole che non nascondono l’entusiasmo per il risultato del primo closing del primo fondo.

Peroncini cita anche Anna Amati, che è una dei quattro fondatori di Eureka! Venture Sgr e che è anche la curatrice della rubrica 90% below di Startupbusiness in cui racconta dell’innovazione che nasce nei centri di ricerca di tutta Italia e che potete leggere a questo link .

Ma quanto è difficile oggi in Italia costituire, lanciare, avviare e promuovere nuovi fondi di venture capital? “Diciamo che dalla progettualità di un fondo ai primi investimenti, in Italia è ancora un po’ come l’attraversata del deserto – dice Peroncini – soprattutto se si è come noi un cosiddetto first time team – first time fund, sebbene questa sia la mia seconda Sgr creata in Italia. Sembra non finire mai. È però un percorso che tempra ulteriormente lo spirito, unisce i team e serve per dimostrare agli investitori che oltre alla competenza c’è passione, commitment e desiderio di arrivare in fondo. Quello stesso impegno e motivazione che poi il gestore del fondo ricerca negli imprenditori e nelle startup in cui investire. A volte gli startupper si lamentano dei tempi lunghi delle due diligence dei fondi o dei loro processi decisionali, che sembrano complessi e anch’essi destinati a non finire mai; ma nella mia esperienza tale effort è inferiore a quello che viene messo in campo da chi vuol lanciare in Italia un fondo di investimento che operi sotto la tutela di Banca d’Italia e operi secondo i migliori standard di mercato del venture capital”.

Infine l’amministratore delegato getta uno sguardo al futuro: “Il nostro obiettivo è consolidare il nostro posizionamento come piattaforma di nuovi prodotti di investimento, focalizzati sulle tecnologie, anche per accogliere nuovi team con competenze e strategie di investimento originali, in modo da alleggerirli dalla difficoltà iniziale, e dal rischio imprenditoriale di insuccesso, di dover costruire un intermediario autorizzato”, e anticipa che i primi investimenti del fondo che oggi annuncia il primo closing saranno annunciati già al termine del periodo estivo.

L’annuncio del closing è stato commentato anche dai partner che secondo quanto riportato da una nota hanno dichiarato: “siamo molto contenti che Eureka abbia raggiunto il suo primo closing nonostante l’attuale difficile situazione economica – dice Alain Godard, amministratore delegato European Investment Fund – . Questo dimostra la necessità di questo tipo di investimento, nonché il fatto che investire nelle spin-off deep tech che nascono da progetti di ricerca è oggi realmente possibile”. “La nostra Fondazione, ibridando capitali pazienti e competenze multidisciplinari, è da anni impegnata nel facilitare il viaggio dal laboratorio al mercato per i risultati prodotti dalle ‘fucine della conoscenza’, come le università e i centri di ricerca – commenta Francesco Profumo, presidente Compagnia di San Paolo – . In quest’ottica, il primo closing del Fondo rappresenta un volano per il trasferimento tecnologico in Italia poiché avvicina l’eccellenza scientifica alle opportunità di investimento, permettendo così agli atenei di potenziare gli impatti generati nel solco della loro terza missione”. “La ricerca scientifica universitaria e l’industria devono parlarsi, oggi più che mai, per trovare un modo nuovo di fare innovazione – afferma Massimo della Porta, presidente Saes e amministratore delegato Saes Group – Eureka! rappresenta un efficace strumento per mettere in connessione questi due mondi ancora troppo distanti l’uno dall’altro, al fine di portare alla luce l’enorme potenziale dei nostri centri di ricerca, con un’operazione di sistema che valorizza la capacità italiana di creare e rilanciare sul mercato vera innovazione”. Infine Antonio Baldaccini, amministratore delegato Umbra Group sottolinea come “sostenibilità, innovazione e investimento sui giovani devono essere le priorità per tutti noi imprenditori. Abbiamo individuato in Eureka! una modalità nuova per supportare i giovani che decidono di fare gli imprenditori e cercano di sviluppare i loro sogni in qualcosa di concreto. In Umbra Group da sempre puntiamo alla valorizzazione dei principi etici e della responsabilità sociale, oltre che all’innovazione: grazie ad Eureka! aggiungiamo un tassello importante alla costruzione di un ecosistema dove tutti gli attori, impresa, finanza e ricerca scientifica, fanno la loro parte, mettendosi al servizio di uno scopo più ampio, un’economia del futuro davvero sostenibile”.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati

LinkedIn

Twitter

Whatsapp

Facebook

Link