deeptech

Eureka! Venture investe 500mila euro in progetti del CNR e Unibo

Il veicolo di investimento ha avviato le collaborazioni con l’Istituto per i polimeri, compositi e biomateriali e con l’ateneo felsineo per finanziare i progetti Reflex e Bloxy

Pubblicato il 13 Dic 2023

Eureka!, il veicolo di investimento specializzato nel deeptech, fa sapere di avere finalizzato ulteriori due contratti d’innovazione con l’Istituto per i Polimeri, Compositi e Biomateriali (IPCB) del CNR e l’Università di Bologna, per promuovere il trasferimento tecnologico di innovazioni science-based sviluppate da Università ed Enti di ricerca italiani nel settore dei materiali avanzati e, più in generale, della scienza e dell’ingegneria dei materiali.

Reflex e Bloxy sono le nuove iniziative di proof of concept (PoC) scelte per un investimento complessivo di 500mila euro.  In particolare Eureka! TT, la startup innovativa che agisce come società di investimento per conto del Fondo Eureka! Fund I – Technology Transfer, investe in due nuovi progetti PoC. I progetti presentati dai team di ricerca di Università e Centri di ricerca italiani vengono supportati finanziariamente da Eureka! TT, che ne monitora l’avanzamento ed i relativi risultati al fine della successiva valorizzazione tramite la costituzione di società spin-off dedicate. I nuovi due investimenti deliberati, che si aggiungono ad altri sette PoC già finanziati, hanno come target i progetti Reflex dell’Istituto per i Polimeri, Compositi e Biomateriali (IPCB) del CNR, e Bloxy dell’Università di Bologna, Dipartimento di Chimica Giacomo Ciamician e Dipartimento di Chimica Industriale Toso Montanari.

“Diamo il benvenuto a due team multidisciplinari e tra loro complementari, che completano il portafoglio degli investimenti in proof of concept di Eureka! Fund, con soluzioni innovative e sostenibili in ambito packaging avanzato – dice in una nota Stefano Peroncini, amministratore delegato di Eureka! Venture SGR e Partner di Eureka! Fund – Siamo lieti oggi di poter confermare la validità della nostra tesi di investimento in ambito advanced material, grazie alla quale abbiamo ad oggi investito in 21 progetti deeptech (12 società e 9 progetti PoC)”.

Packaging e imballaggi

Reflex si propone di sviluppare un adesivo per la realizzazione di film accoppiati, che abbia un’elevata barriera ai gas e che permetta una facile delaminazione e separazione degli strati per favorire il riciclo del film multistrato. L’imballaggio multistrato, infatti, prevede l’uso di materiali diversi per formare la struttura di una confezione. La plastica utilizzata come monomateriale è completamente riciclabile, i processi di separazione sono semplici e consolidati; quindi, gli imballaggi monomateriale vengono riciclati in modo efficiente raggiungendo percentuali di riciclo molto elevate.

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Invece la possibilità di riuscire a riciclare facilmente i film multistrato multimateriale rappresenta ancora oggi una sfida particolarmente complessa. In questo contesto, Reflex mira a sviluppare un adesivo capace sia di consentire la separazione per delaminazione dei diversi strati e quindi il loro riciclo singolo in un’economia circolare, sia di ridurre la permeabilità all’ossigeno creando un’eccellente barriera ai gas impedendo il deterioramento del prodotto confezionato e garantendone la qualità.

La tecnologia di Reflex è quindi potenzialmente destinata ad applicazioni di imballaggio non solo alimentare ma anche cosmetico e farmaceutico. “Il materiale proposto nel PoC Reflex è relativo ad una tematica su cui, soprattutto attualmente, c’è una forte attenzione di istituzioni, filiera e consumatori – afferma Giovanna G. Buonocore, responsabile del PoC Reflex -. Il tema della sostenibilità ambientale ha portato aziende produttrici e utilizzatrici di imballaggi a rivalutare alcune scelte in un’ottica di riduzione degli impatti. L’adesivo proposto nel PoC Reflex potrà essere di particolare interesse sia per le aziende operanti nel settore di riferimento perché può portare vantaggi competitivi di rilievo, sia per i consumatori sempre più consapevoli e attenti al tema del “fine vita” degli imballaggi”.

Il team del progetto Bloxy ha sviluppato e brevettato un materiale attivo e sostenibile che, utilizzato come materiale di imballaggio, protegge gli alimenti e bevande sensibili all’ossigeno dai processi ossidativi, preservando la qualità dei prodotti per periodi molto più lunghi rispetto ai materiali di imballaggio utilizzati attualmente. Il materiale progettato da Bloxy è ecologico e sostenibile. Il materiale viene posizionato tra due sottili fogli da imballaggio come film sottile, che agisce come una barriera attiva all’ossigeno. La tecnologia ideata da Bloxy verrà destinata durante il progetto PoC alle applicazioni di confezionamento di alimenti, ma offre grandi opportunità anche per conservare cosmetici e farmaci.

“Il packaging sta vivendo una enorme rivoluzione, al fine di ridurre gli sprechi di cibo e i rifiuti di imballaggi e per fornire alimenti di alta qualità a costi ragionevoli. Siamo convinti di dare un contributo fondamentale a questo sviluppo, trasferendo la fabbricazione e i test del nostro materiale dalla scala di laboratorio verso la scala industriale”. dice Andreas Lesch, PI del progetto Bloxy e professore associato presso Università di Bologna.

“Questo progetto POC è una grande opportunità per aumentare il livello TRL della nostra invenzione e per costruire e ampliare la rete industriale di potenziali utenti della nostra invenzione grazie al supporto di Eureka!”, aggiunge Francesco Zerbetto, membro del team Bloxy e professore ordinario presso Università di Bologna.

“Continua il nostro impegno per far emergere i risultati della ricerca scientifica italiana e per definire le migliori traiettorie di valorizzazione. Questa volta protagonisti sono due team con i quali intendiamo sviluppare soluzioni, anche integrate tra loro, capaci di rispondere a una delle sfide principali del packaging alimentare, quella della migliore conservazione del cibo”, commenta Anna Amati, partner che ha seguito gli investimenti per Eureka! Fund. (Foto di Sharon Pittaway su Unsplash )

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