Fintech, Ebury aiuta le PMI a operare sui mercati esteri

La società fintech, di diritto britannico, è arrivata anche in Italia con una sede nel nuovo Fintech District milanese. Aiuta le PMI a gestire le transazioni con mercati esteri

Pubblicato il 21 Dic 2017

What borders? “Quali confini?”, questo il claim di Ebury: niente di meglio per un’azienda che lavora per favorire la crescita di imprese intenzionate ad operare e ad effettuare transazioni in ambito internazionale. Abbattere quindi tutte quelle barriere che spesso, specialmente per quanto riguarda piccole e medie realtà, rischiano di porre un freno allo sviluppo. Mission che si sposa perfettamente con il background aziendale, dato che stiamo parlando di una startup nata in Gran Bretagna per mano di due imprenditori spagnoli, che si è ormai affermata in tutta Europa (e, da poco, ci sta provando anche oltreoceano): Toronto e Bruxelles le ultime due sedi fondate in ordine di tempo.

Di cosa si occupa quindi Ebury? Principalmente assiste il cliente su tutte le principali operazioni che comportano trasferimento di denaro all’estero tramite consulenze, strumenti e assicurazioni  che tutelino le transazioni e i soldi del cliente. Per di più l’azienda mette a disposizione una tesoreria 24 ore su 24, per far leva sui cambiamenti nel picco di volatilità che possono verificarsi durante l’apertura delle borse nelle sedute in Asia e Stati Uniti. Il portale è molto intuitivo e permette di tracciare facilmente i propri pagamenti, anche mediante ricevute online e via mail: un must per un’azienda che punta tutto sulla sicurezza delle transazioni, specialmente dopo essere passata da API (Authorised Payment Institution) a EMI (Electronic-Money Institution).

È possibile dividere in alcuni macro-gruppi le molteplici attività dell’azienda (qui un approfondimento direttamente dalla pagina web di Ebury):

PAGAMENTI E RISCOSSIONI INTERNAZIONALI
Ebury garantisce la possibilità per i propri clienti di effettuare pagamenti internazionali per più di 140 valute, senza commissioni o costi aggiuntivi. Per qualsiasi attività che implichi l’invio di fondi in valuta estera, l’azienda prevede tassi di cambio più convenienti. Inoltre gli esportatori possono vendere e riportare in patria i propri ricavi, sia dal paese dove si effettuano le vendite o dal conto in valuta in Italia, senza costi aggiuntivi.

ASSICURAZIONI DEL TASSO DI CAMBIO
Si sa, i tassi di cambio sono alquanto volubili. Per questo Ebury prevede un’assicurazione per coprire i rischi collegati alle transazioni, attraverso modelli personalizzabili in base al cliente, il quale, in base alle proprie esigenze, può scegliere tra diverse modalità.

ASSICURAZIONI DEL TASSO DI CAMBIO NON CEDIBILI (NDF – NON-DELIVERABLE FORWARDS)
Ebury assiste il cliente per coprire i rischi derivanti dall’export/import svolto in economie emergenti, dove vigono significative restrizioni applicate alle valute. Il cosiddetto NDF (Non-derivable forward) è simile ad un’assicurazione del tasso di cambio tradizionale: la differenza principale risiede nella liquidazione del contratto che non viene svolta con consegna fisica delle valute ma mediante un netting per differenza, considerando la differenza fra il tasso di cambio prestabilito ed il tasso di cambio del fixing in data di scadenza.

Salvador Garcia e Juan Lobato – Founders & CEO di Ebury

Attiva dal 2009, Ebury nasce dall’idea dei due attuali CEO, gli spagnoli Juan Lobato e Salvador Garcia, e nel corso degli anni ha raggiunto traguardi e dimensioni considerevoli: 500 dipendenti (con un’età media di 28 anni), 110 milioni di dollari di capitali raccolti (di cui 83 milioni in un unico round nel novembre del 2015, a confermare l’ottimo momento in questi ultimi anni del settore tech in Gran Bretagna), appoggiando oltre 24.000 imprese con clienti e fornitori in oltre 20 mercati europei in 140 valute, portando a termine transazioni per oltre 12 miliardi di euro. Non sorprende il fatto che l’azienda entrerà a far parte del nascente fintech district a Milano, tassello all’interno di un ecosistema che rappresenta il principale punto di riferimento in Italia in ambito fintech. A tal proposito, ha speso le sue parole Gianluca Carfagnini, Country Manager Italia di Ebury: Fintech District è di fatto il futuro, un modo nuovo per offrire servizi in maniera innovativa e più efficiente su tante attività che in Italia sono ancora svolte in maniera obsoleta. Un modo per avere i contatti interni al mondo fintech e, in più, un canale preferenziale verso le istituzioni, cosa veramente fondamentale per chi è all’inizio di un’attività nuova. [Fonte fintechdistrict.com]

SETTORE DI APPARTENENZA: Fintech – Payments

DATA DI COSTITUZIONE: novembre 2009

CAPITALI RACCOLTI: 110.000.000$

ETÀ MEDIA: 28 anni

DIPENDENTI: 500

Contributor: Alessio Spinelli 

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