FpS Media, nuovi modelli di giornalismo imprenditoriale

Pubblicato il 25 Apr 2014

FpS vuol dire “Fuori per Servizio. Era la sigla usata sul registro della nostra scuola di giornalismo quando dovevamo uscire per un’intervista, un evento, o per scoprire un aspetto nascosto di Milano. Per noi rappresenta il simbolo dei giornalisti curiosi, alla ricerca della notizia, armati di taccuino, smartphone, videocamera, registratore e scarpe comode. Trasparenza dell’informazione, lavoro in team, innovazione e scambio di competenze fra le varie professionalità sono i valori alla base della nostra attività quotidiana”, così il team della società cooperativa che in occasione del recente evento dal titolo Confronting austerity: financial and employment models for journalism che si è svolto a Vienna per volontà della European Federation of Journalists (EFJ) con il supporto della Commissione europea e della Gpa-Djp (Federazione Austriaca dei Giornalisti), si è distinta come caso unico di giornalismo imprenditoriale.

“L’etica non è solo una categoria filosofica. Nel nostro lavoro, per esempio, significa soprattutto rispetto per il lettore. Perciò cerchiamo di realizzare un proficuo compromesso professionale, con prodotti giornalistici facilmente fruibili, senza mai per questo rinunciare alla qualità. Perché non viviamo in una torre di avorio, ma ci dividiamo tra una sede dove la porta è sempre aperta e la realtà attorno a noi, dove immergerci, parlare con chiunque lo voglia e capire tutto quello che ancora non sappiamo. È questa la nostra garanzia di trasparenza”, spiegano i membri del team di FpS Media guidati da Gianluca Schinaia che è socio e amministratore.

Nell’organizzazione che ha la sua sede principale a Milano ogni giornalista ha delle competenze peculiari. Tali capacità sono tutte necessarie, ma nessuna sufficiente da sola in un mestiere che oggi non richiede solo una penna veloce. Occorre saper riprendere, per dare sostanza a un’immagine. Bisogna saper montare un file audio o video per non alterare il senso di un’intervista. È necessario conoscere i nuovi linguaggi per scrivere su un sito internet o realizzare un’applicazione per iPad. Per questo FpS sviluppa il concetto di “formazione reciproca e continua”, dove ognuno mette a disposizione degli altri le proprie conoscenze. Ciò permette di mantenere le singole eccellenze, consentendo però a tutti di arricchire il proprio bagaglio professionale.


Essere padroni del proprio futuro vuol dire assumersi responsabilità. Se siamo capaci di donare impegno, professionalità ed entusiasmo a un progetto, dobbiamo anche essere in grado di condividere obiettivi specifici e decisioni idonee a realizzarlo. Per questo tutti devono essere potenzialmente pronti a ricoprire ogni mansione, giornalistica e organizzativa. Una possibilità e un dovere che prevede, per esempio, la candidatura automatica di tutti i soci quando sorge la necessità di creare una nuova figura nella compagine FpS. Per non nascondersi mai, e affrontare i limiti che si crede di avere come una fonte di nuova ricchezza.
Ognuno di noi viene da una regione differente, orgoglioso delle proprie origini e di essere italiano. Ma oltre a non scordare ciò che abbiamo alle spalle, abbiamo gli occhi ben aperti su quello che si apre davanti a noi, che valica i nostri confini fino a Paesi lontani dove si parlano lingue diverse. Il viaggio, inteso come piacere della scoperta e possibilità di contaminare il proprio bagaglio culturale grazie al contributo di colleghi di altre nazioni. FpS vuole diventare un luogo di confronto, un anello di una catena internazionale dove le idee e le domande, da dovunque provengano, possano trovare ascolto e un’applicazione pratica”.

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