Gli investimenti food-tech in Europa valgono 2,3 mld€ nel 2019

Il rapporto The State of European Food-Tech 2019 presentato da Five Seasons Ventures in collaborazine con Dealroom stima in 2,3 miliardi di euro l’ammontare degli investimenti in startup del settore e ci sono già alcune exit

Pubblicato il 17 Ott 2019

A parte il volume di capitale in entrata nel settore foodtech in continua crescita, siamo particolarmente lieti di vedere anche le prime exit di qualità in Europa” dice a Startupbusiness Ivan Farneti, Partner di Five Seasons Ventures commentando il rapporto dal titolo The State of European Food Tech 2019 che viene presentato oggi. “Abbiamo visto acquisizioni e qualche IPO in USA negli anni passati in foodtech, ma ora iniziamo a vedere aziende di qualità acquisite anche in Europa, come Tails, Foodspring e Vegetarian Butcher”.

Il rapporto voluto da Five Seasons Ventures e realizzato con la collaborazione di Dealroom e presentato in occasione di Future food-tech delinea in modo puntuale lo scenario relativo allo sviluppo delle aziende innovative in ambito food-tech. Il primo dato che emerge è che gli investimenti nelle startup europee del settore sono più che duplicati nel 2019 raggiungendo un totale di 2,3 miliardi di euro stimati per l’intero anno. Un dato che si spalma sia sulle cosiddette first wave come le notissime che si occupano di food delivery (Deliveroo, Delivery Hero, Just Eat per esempio) sia su quelle che il rapporto definisce come next generation che sono quelle con maggiore crescita. Un dato che appare anche in controtendenza rispetto a quanto avviene in altre zone del mondo dove si stima che, sempre nel 2019, gli investimenti si contrarranno del 13% in America e del 67% in Asia passando, rispettivamente da 8 miliardi di euro a 7 miliardi di euro e da 8 miliardi di euro a 3 miliardi di euro.

Non si tratta solo di una crescita quantitativa ma anche di tipo settoriale perché il rapporto vede uno spostamento dell’interesse degli investitori dalle aziende che operano negli ambiti della distribuzione e del consumo a quelle che operano nella produzione primaria e nella trasformazione.

Altro importante elemento è la distribuzione geografica degli investimenti che vede, per quantità di denaro investito nel triennio 2017-2019, il Regno Unito pesare per il 34%, seguito dalla Germania per il 17%, Francia 16%, Spagna 9%, Finlandia 5% mentre l’Italia pesa per il 2%. Il nostro Paese risulta però al quarto posto, dopo Regno Unito, Francia e Germania per percentuale di round dei venture capital in startup food-tech sempre nel triennio 2017-2019.

Il rapporto rileva che le corporation investono in questo settore in modo deciso, che vi è un consolidamento del mercato del settore distributivo e un aumento del numero di Ipo e di exit tra cui le principali, sempre tra il 2017 e il 2019, sono appunto Delivery Hero, HelloFresh, Tails, Graze, Marley Spoon.

Guardando al futuro il report mette in luce come la nuova generazione di aziende food-tech innovative sia impegnata a innovare lungo tutta la filiera, compresa anche la produzione di proteine alternative sia di tipo plant-based sia lab-grown, e per meglio raccontare questi aspetti intervista quattro scaleup che raccontano il loro percorso: Ole Schaumberg di Foodspring, Antoine Hubert di Ynsect, Marco Porcaro di Cortilia, Kevin Glynn e David Nolan di Butternut Box.

Infine uno sguardo su quali sono gli investitori più attivi in Europa in questo settore con Kima Ventures di Parigi che ha chiuso 10 operazioni, seguita proprio da Five Seasons Ventures, anch’essa con sede a Parigi e da LocalGlobe di Londra, entrambe con 5 operazioni, mentre Business Growth Fund, sempre di Londra, Idinvest Partners e Daphni entrambi di Parigi hanno chiuso 4 deal e Cherry Ventures di Berlino con Capagro di Parigi che ne hanno portati a termine 3.

L’intero report può essere scaricato gratuitamente qui

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