ECOSISTEMI GERMANIA (4)

Grandi imprese, PMI, startup e spin-off, l’innovazione privata in Germania

Quarta e ultima puntata del viaggio alla scoperta del sistema tedesco a supporto dell’innovazione dedicata al mondo delle imprese e delle startup

Pubblicato il 13 Nov 2021

In questa quarta e ultima puntata del viaggio nel sistema tedesco a supporto della ricerca, dello sviluppo e dell’innovazione Laura Maffei analizza lo scenario del settore privato che investe pesantemente nel futuro guardando alle attività sia delle grandi imprese sia delle PMI sia, ovviamente, delle startup e del loro ecosistema. Le puntate precedenti le leggete qui

Il settore privato della ricerca 

La Germania è da decenni un luogo di tecnologia e innovazione e nella sua popolazione è diffusa la convinzione che gli investimenti in costante aumento nella ricerca e sviluppo da parte delle imprese, dello Stato e delle Università siano la chiave per garantire che il Paese continuerà anche in futuro a occupare una posizione di leadership nella competizione globale. Circa 33.700 imprese conducono ricerca e sviluppo in modo continuativo e 181.400 esportano regolarmente nuovi prodotti e servizi sul mercato mondiale. La Germania è un’economia di mercato coordinata (CME), che si basa sulla collaborazione e il coordinamento tra diverse entità e ha caratteristiche diverse rispetto alle economie di mercato liberale (LME). In questo Paese per esempio, la proprietà delle imprese spetta in gran parte alle potenti famiglie imprenditoriali, al governo, alle banche e ai sindacati. Questi attori proprietari hanno una visione a lungo termine e vogliono costruire qualcosa di duraturo per il futuro. Controllano i manager delle loro imprese e chiedono che anch’essi si concentrino nella loro azione sul futuro a lungo termine. I sindacati tedeschi sono forti e questo permette ai lavoratori di contrattare con la direzione sui licenziamenti, sui salari e sulle condizioni di lavoro. I lavoratori tedeschi sono sicuri nel loro posto di lavoro e investono in formazione altamente specializzata, nello sviluppo di competenze e hanno poche probabilità di essere attirati verso altre imprese. Di conseguenza, è abbastanza comune che per il lavoratore medio in Germania l’occupazione sia stabile e a lungo termine. Le imprese tedesche sono consolidate e competono sulla qualità. Il tipo di proprietà aziendale e le condizioni delle relazioni sindacali, incoraggiano a concentrarsi sul lungo termine, con un’enfasi sul coordinamento e la collaborazione tra capitale, lavoro e imprese e questo incoraggia a realizzare un’innovazione di tipo incrementale. Nel settore privato delle imprese, la ricerca di base è di minore importanza e la ricerca e sviluppo che svolgono le imprese è più orientata all’applicazione e al raggiungimento di risultati immediatamente utilizzabili economicamente. Questa ricerca si caratterizza per la sua elevata concentrazione in settori tecnologici di alta qualità quali, l’ingegneria meccanica, la costruzione di veicoli, l’industria chimica e farmaceutica e l’industria elettrica.  

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Il maggior contributo (69,2%) delle spese per la ricerca e sviluppo in Germania è garantito dal settore privato dell’economia. Nel 2019, gli investimenti dell’economia tedesca in ricerca e sviluppo sono stati di 75,5 miliardi di euro. Rispetto all’anno precedente, questo ha corrisposto a un aumento del 4,8%. Nel 2018, in termini di quota di spesa interna in ricerca e sviluppo in relazione alle vendite, l’industria manifatturiera tedesca ha avuto un’intensità media di ricerca e sviluppo del 3,8%. Essa è aumentata costantemente dal 2011 (3,1%). A livello settoriale (dati anno 2018) l’industria farmaceutica è al vertice con un’intensità di ricerca e sviluppo del 13,2%, davanti al settore delle apparecchiature informatiche e a quello dei prodotti elettronici e ottici (10,5%), tipiche industrie high-tech. Seguono il settore automobilistico (8,7%), quello aeronautico e veicoli spaziali (5,2%), che hanno un’intensità di ricerca e sviluppo più elevata rispetto ai prodotti chimici (3,5%), all’ingegneria meccanica (3,0%), alla fabbricazione di apparecchiature elettriche (3,0%) e al settore dei prodotti in gomma e plastica (1,6%). Oltre a questo impegno delle imprese, generalmente forte per la ricerca e sviluppo, sono anche intense, in Germania e all’estero, le collaborazioni tra le stesse imprese, gli istituti di ricerca e le Università, che sono alla base del successo innovativo delle imprese tedesche. Nel 2019, il totale delle spese esterne in ricerca e sviluppo è stato di 21,6 miliardi di euro, con un aumento del 4,4% rispetto all’anno precedente.

Le grandi imprese 

In Germania, la ricerca e sviluppo nel settore privato è svolta prevalentemente dalle imprese più grandi. In questo Paese ci sono 28 imprese tedesche tra le 500 maggiori imprese globali e sono le imprese con più di 500 dipendenti che generano l’87% della spesa interna in ricerca e sviluppo nel settore privato. Nel 2018 tra le imprese più attive al mondo per gli investimenti in ricerca e sviluppo vi erano: Volkswagen con 13,6 miliardi di euro, Daimler con 9 miliardi di euro,  BMW con 6,9 miliardi di euro, R. Bosch con 6,2 miliardi di euro,  Siemens con 5,9 miliardi di euro,  Bayer 5,1 miliardi di euro, SAP con 3,6 miliardi di euro, Continental con 3,4 miliardi di euro, Boehringe con 3,2 miliardi di euro, Merck con 2,2 miliardi di euro, ZF con 2,1 miliardi di euro. 

Nel 2020, quattro delle prime venti imprese europee più attive in ricerca e sviluppo erano situate in Germania (Volkswagen, Daimler, BMW, Robert Bosch). L’industria automobilistica è predominante per importanza nel panorama tedesco della ricerca e sviluppo. Le sue spese annuali per la ricerca e sviluppo interna, ammontano a circa 27 miliardi di euro. Si tratta di circa il 40% della spesa in ricerca e sviluppo dell’industria manifatturiera. Seguono i settori dell’ingegneria e dalle industrie farmaceutiche e chimiche. In campi importanti quali: i semiconduttori e l’informatica, la biologia sintetica e la nanotecnologia, la Germania non è nel primo gruppo di Paesi al mondo e solo il 22% della spesa interna in ricerca e sviluppo proviene da aziende high-tech. Nel 2019, il numero di ricercatori nei dipartimenti di sviluppo delle imprese private è aumentato di 25.000 unità, portando il totale del personale di ricerca e sviluppo del settore privato a 476.000 persone. Numero questo che è pari a circa il 64% della totalità del personale di ricerca e sviluppo che lavora in Germania. La maggior parte dei ricercatori è impiegata nell’industria automobilistica (circa 82.600), nell’industria elettrica (circa 50.700) e nell’ingegneria meccanica (circa 25.600). A fronte del loro elevato finanziamento della ricerca e sviluppo le grandi imprese tedesche hanno anche una elevata produzione di brevetti (si veda la tabella). I brevetti hanno lo scopo di creare incentivi in primo luogo per le imprese con lo scopo di investire nella ricerca e sviluppo e per proteggerle dai concorrenti internazionali, che copiano le loro innovazioni. Nel 2020 nel confronto mondiale per le domande di brevetto, la Germania, con quasi 26.000 domande, si è collocata al secondo posto preceduta solo dagli USA (44.293). Dietro di loro, il Giappone (21.841), la Cina (13.432) e la Francia (10.554).

Tabella: Richiesta di brevetti delle maggiori imprese tedesche. 01.02.2021  

Richiesta di brevetti Germania

   Fonte: EPA. Status: 01.02.2021

Le piccole e medie imprese

Il 99% delle aziende tedesche sono PMI. Sono circa 3,3 milioni e sono responsabili del 35% del fatturato totale del Paese e impiegano circa 16 milioni di persone in Germania, quasi il 60% della forza lavoro occupata totale. Le PMI sono anche dette Mittelstand, o classe media, ma i due termini non sono uguali. Sono generalmente definite come imprese con un fatturato annuo fino a 50 milioni di euro e con un massimo di 500 dipendenti. Le imprese Mittelstand sono un sotto-insieme di PMI manifatturiere che hanno alcune caratteristiche comuni, come: la proprietà familiare tramandata attraverso varie generazioni, il forte radicamento locale, l’orientamento dell’investimento a lungo termine, la responsabilità sociale e l’attenzione alle esigenze dei clienti. Il loro vincolo alla comunità le rende meno propense ad esternalizzare o trasferirsi all’estero. La maggior parte di esse si sono storicamente raggruppate attorno ai tradizionali giganti della fine del XIX e dell’inizio del XX secolo dell’economia tedesca come le industrie automobilistica, meccanica, elettrica e chimica.  Rispetto a tutte le imprese tedesche, le PMI rappresentano il 10,7% della spesa in ricerca e sviluppo (che nel 2017 è stata di circa 5,7 miliardi di euro, l’8,3% degli investimenti effettuati dal settore privato). Molte di queste aziende di medie dimensioni sono in prima linea nell’innovazione. Negli ultimi due anni il 54% ha introdotto sul mercato nuovi prodotti o processi.  In molti casi, i continui miglioramenti incrementali dei loro prodotti e dei metodi di produzione hanno permesso loro di essere leader del mercato mondiale nei settori di nicchia e per questo motivo sono denominate i campioni nascosti della Germania. Oltre il 60% delle esportazioni tedesche proviene dalle imprese Mittelstand. Per esempio, nel 2018 un quinto di tutte le medie imprese tedesche (circa 800.000 imprese) aveva realizzato circa il 45% di tutte le esportazioni tedesche per un totale di 595 miliardi di euro. Per rimanere competitive a livello internazionale, le imprese Mittelstand tendono a impegnarsi in gran parte in innovazioni incrementali, per migliorare i loro prodotti e servizi esistenti. Per esse è necessario innovare e pertanto investono in modo significativo in ricerca e sviluppo, lavorano a stretto contatto con le Università  e con altri istituti di ricerca e si raggruppano intorno alle grandi imprese. Ne deriva più in generale che il Sistema di Innovazione tedesco produce principalmente innovazioni incrementali nelle industrie (tradizionali) esistenti. Senza l’attività di ricerca e sviluppo della società Fraunhofer, molte imprese Mittelstand non sarebbero competitive sui mercati globali. Nel 2008 per esempio, circa un terzo dei progetti di ricerca e sviluppo della società Fraunhofer, ha coinvolto imprese con meno di 250 dipendenti, mentre il 43% erano imprese con meno di 1.000 dipendenti. La società Fraunhofer, offre a queste imprese competenze, attrezzature e servizi che non potrebbero permettersi da sole. Le supporta con una fitta rete di istituti che le aiutano a realizzare i miglioramenti incrementali che portano al loro successo commerciale internazionale. In Germania, il continuo sostegno alla ricerca applicata industriale, praticato su larga scala per piccole e grandi imprese è visto come un’importante missione nazionale, (un bene pubblico) che richiede un flusso costante di risorse e la convinzione che si tratti di investimenti importanti per il futuro del Paese, che contribuiscono a mantenere le fabbriche e i posti di lavoro in Germania.

Le startup e gli spin off

Una startup è una impresa giovane che persegue un’idea di business (altamente) innovativa e che ha la capacità di espandersi in breve tempo a livello internazionale. Per rendere possibile questa crescita, molte startup necessitano di investimenti e di capitale di rischio. Nel 2019, secondo la banca statale per lo sviluppo KfW, il numero di startup in Germania è salito a 605.000. Rispetto al 2015, è un aumento di quasi il 15%. I nuovi imprenditori, di cui il 10% proviene dall’estero, sono più innovativi e orientati alla crescita. Nel 2018, su 557.000 nuovi imprenditori il 14% aveva idee di business innovativo ed il 26% idee di business digitale. Le startup costituiscono la base per la crescita economica, creano nuovi posti di lavoro e favoriscono la competitività e l’innovazione nell’economia e secondo il Deutscher Startup Monitor del 2019, il settore delle startup si sta trasformando nel motore del lavoro dell’economia tedesca. Il panorama delle startup tedesche è migliorato negli ultimi 15 anni e oggi (anno 2020) la Germania ha, il quinto sistema di startup a livello mondiale e il primo sistema di startup a livello europeo. Secondo i dati di Pitchbook, nel 2020 le startup tedesche avevano raccolto 6,4 miliardi di euro in finanziamenti di venture capital, in aumento di oltre il 20% rispetto all’anno precedente. Nella prima metà del 2021, le startup hanno raccolto 7,6 miliardi di euro, di più che nell’intero 2020. Il Sistema di startup tedesco è strutturato in un megahub a Berlino, 2 principali hub globali a Monaco (38°posizione) e ad Amburgo (47°posizione) e in altre 5 città con alta attività di startup (Francoforte, Lipsia, Colonia, Stoccarda e Düsseldorf), tra le 200 principali città internazionali. Questa struttura si riflette nella distribuzione del capitale di rischio in Germania: nel 2019 per esempio la quota maggiore del capitale di rischio (il 58,3 %) era diretta a Berlino, il 23,5% a Monaco e solo il 4,2 % ad Amburgo. Il Deutscher Startup Monitor del 2020 ha registrato in Germania 1.946 startup innovative, 4.745 fondatori e 25.966 dipendenti. Circa un terzo delle startup innovative tedesche proviene dal settore digitale, seguite da quelle dei beni di consumo (11%), dei settori medico e sanitario (9%) e dei settori della logistica e automobilistico con il 6%. Questi imprenditori perseguono la ricerca e sviluppo e le nuove startup innovative sviluppano tecnologie per innovazioni dei prodotti medici, nuove forme di mobilità o intelligenza artificiale applicata. Nel 2018 le startup innovative hanno raccolto 1,5 miliardi di euro di capitale di rischio. Per l’emergere di queste nuove imprese innovative è necessario l’esistenza di un sistema di startup attivo e tra i suoi attori principali vi sono:

  • il Bundesverband Deutsche Startups che è la principale associazione delle startup in Germania e rappresenta più di 1.100 startup;
  • il Rocket Internet è il principale incubatore in Germania con oltre 28.000 dipendenti, investe e sostiene le startup tecnologiche;
  • il German Accelerator Tech è un acceleratore che sostiene le startup tecnologiche tedesche con un alto potenziale di crescita per entrare nel mercato statunitense e globale, e fornisce loro l’accesso a contatti nella Silicon Valley e a New York, nonché la conoscenza e l’esperienza necessarie per una rapida espansione;
  • la GTEC Berlin Startup Academy fornisce consigli e aiuto pratico alle startup per evitare gli errori che spesso portano al loro fallimento;
  • l’Hub Raum l’incubatore di Deutsche Telekom che promuove la cooperazione tra l’azienda e le startup che sostiene a livello finanziario e mette loro a disposizione spazi di coworking e la consulenza di esperti;
  • la Città delle Scienze di Adlershof a Berlino, è uno dei più grandi centri di high-tech in Germania; nei suoi 4,2 chilometri quadrati di superficie lavorano più di mille aziende e 16.000 persone, oltre a decine di istituti di ricerca universitari e non;
  • altri acceleratori e incubatori tedeschi sono You is Now, Axel Springer Plug and play, Fabbrica Berino, BBB Management GmbH Campus Berlin-Buch e l’Innovationspark Wuhlheide Berlin;
  • il Bundesverband Deutscher Kapitalbeteiligungsgesellschaften l’Associazione di Società di investimento tedesche;
  • il Business Angels Netzwerk Deutschland e.V. (BAND) è una rete dedicata all’espansione della cultura dei Bbusiness angel (investitori che erogano finanziamenti alle startup tedesche di recente creazione);
  • Bitkom, l’Associazione federale per l’informatica, le telecomunicazioni e nuovi media in Germania; fondata nel 1999 come unione di singole associazioni di settore, rappresenta più di 2.300 aziende nell’economia digitale, di cui 1.000 PMI e 300 startup. 

Numerosi sono inoltre gli acceleratori e gli incubatori in tutta la Germania, che forniscono supporto finanziario, consulenza, contatti e spazi di lavoro alle startup tedesche. Il governo federale incoraggia la creazione di startup e di spin-off scientifici e dà un sostegno finanziario ai ricercatori che vogliono trasformare le loro scoperte in imprese, con il programma di borse di studio Exist per studenti (1.000 euro/mese), laureati (2.500 euro/mese e per ricercatori con dottorato (3.000 euro/mese); oltre a 30.000 euro per i materiali e le attrezzature e 5.000 euro per pagare i formatori. Queste somme vengono amministrate dall’università o dall’ istituto di ricerca, dove i beneficiari rimangono mentre lavorano nella loro startup, in fase di avviamento. In molte università tedesche, la creazione di imprese spin-off è un meccanismo importante per il trasferimento di conoscenze e innovazioni dalle università alla società. Nelle industrie ad alta tecnologia in Germania sono circa 1.270 gli spin-off fondati da ex scienziati o da ricercatori ancora impiegati, provenienti da università e da istituti di ricerca non universitari. Per esempio, i tre fondatori di ArtiMinds Robotics (uno spin-off del 2013 del Karlsruhe Institute of Technology-KIT, che si è evoluto in un’azienda tecnologica che impiega oltre 60 persone), erano associati ricerca al KIT. Questo istituto aiuta ad avviare gli spin-off high-tech e nel solo anno 2017 ha registrato 124 invenzioni e 55 brevetti ed attivato 29 spin-off. Anche le università e altri istituti di ricerca non universitari come le società Fraunhofer e Max Planck, sono coinvolte nel trasferimento di progetti scientifici allo sviluppo di prodotti aziendali. Anche le grandi imprese tedesche generano spin-off da progetti innovativi o creano startup interne. L’impresa Bosch, per esempio investe milioni di euro in startup interne ed esterne in tutto il mondo. L’impresa Daimler, si rivolge alle startup innovative, assieme all’Università di Stoccarda esplora le opportunità di collaborazione con startup tecnologiche, attraverso il suo programma Startup Autobahn. 

La Germania è diventata uno dei principali centri di capitale di rischio in Europa, ma la maggior parte degli investimenti in startup di successo in fase avanzata (che ha rappresentato circa i due terzi di tutto il capitale VC raccolto in Germania lo scorso anno), provenire da investitori esteri, il che significa che i benefici di quei successi andranno all’estero. Rispetto ad altri Paesi, l’industria di VC tedesca rappresenta ancora una piccola parte dell’attività economica. Un rapporto della banca statale tedesca KfW ha rilevato che gli investimenti di VC in Germania hanno rappresentato lo 0,047% del PIL tra il 2017 e il 2019, rispetto a quasi lo 0,1% nel Regno Unito. Per colmare questa mancanza di investimenti del capitale nazionale nelle startup tecnologiche tedesche in fase avanzata, il governo tedesco ha annunciato nell’aprile 2021 la costituzione di un fondo di 10 miliardi di euro. Un fondo azionario per le tecnologie del futuro (Zukunftsfonds o Future Fund) che offrirà alle imprese tecnologiche innovative un migliore accesso al capitale, in particolare per il finanziamento della loro crescita. Con i dieci miliardi di euro di fondi pubblici del Fondo futuro, si farà leva sul doppio dei fondi privati ​​e si mobiliteranno così 30 miliardi di euro di venture capital per le startup innovative. Il Fondo futuro ha una durata di dieci anni e dovrebbe continuare a crescere attraverso reinvestimenti e investimenti di successo senza pesare ulteriormente sul bilancio pubblico (più recentemente il governo di Berlino ha annunciato una misura da 20 miliardi di euro a sostegno dell’ecosistema startup, ndr). (Photo by Sinan Erg on Unsplash )

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