Il florovivaismo può ripartire col digitale, Bloovery è pronta (e in crowdfunding)

La startup milanese risolve il gap digitale di un settore ancora basato sulle aste fisiche dei fiori che si svolgono in un solo Paese, Olanda, ora bloccata

Pubblicato il 02 Apr 2020

“Buona parte della produzione florovivaistica nazionale viene venduta e fisicamente spedita in Olanda per poi essere rivenduta in tutta Europa. La chiusura dei negozi di fiori nei maggiori mercati ha bloccato completamente il sistema, che non può funzionare a regime ridotto. La tecnologia che sta sviluppando Bloovery permetterà di vendere e movimentare i prodotti anche a livello locale facendo ripartire il mercato più velocemente. Il risparmio di costi e tempi di trasporto si tradurrà così in maggiore marginalità per produttori e rivenditori creando benefici in tutta la filiera”. Così ci dice Simone Guzzetti, CEO e Founder di Bloovery, startup milanese Bloovery che vuole aiutare il comparto cambiando il modo in cui fiori e piante vengono venduti e distribuiti in Europa, attualmente senza alcuna leva tecnologica, e con meccanismi anche molto impattanti a livello ambientale: i fiori viaggiano da ogni Paese produttore verso l’Olanda per essere messi all’asta e poi da qui si dirigono per le destinazioni degli acquirenti, tornando magari al Paese di produzione. Decisamente anacronistico, soprattutto alla luce dei problemi con la Co2 e dell’emergenza coronavirus.

Sul digitale si può puntare per una veloce ripartenza.

Bloovery è startup con un timing perfetto, perché questo è il momento migliore per trasformare il settore che in questa crisi sta mostrando anche le sue debolezze nella filiera e organizzazione, e può essere dunque più ricettivo verso nuove soluzioni che incidano proprio su questi meccanismi.

Florovivaismo, il collasso nell’emergenza

Tra i settori colpiti dal lockdown dell’emergenza coronavirus c’è il florovivaismo, che in Italia vale circa 2,5 miliardi di euro l’anno e occupa circa centomila addetti in 27mila imprese in tutta la Penisola. In queste settimane  ha perso gran parte del fatturato annuale, a causa dello stop delle vendite e delle esportazioni (a seguito del fermo delle aste olandesi che ad oggi rappresentano uno snodo cruciale della filiera floro-vivaistica). Per il florovivaismo, la primavera è una stagione cruciale, periodo non solo di semine, piantumazioni, alberature, giardinaggio, ma di occasioni di ‘consumo’ di fiori, è un periodo di cerimonie: matrimoni, battesimi, cresime, comunioni, ecc. Un periodo in cui per molte aziende si realizza oltre il 75% del fatturato annuale, riporta Coldiretti.

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In queste settimane tanti sono stati i gridi di allarme delle associazioni di categoria dalla Coldiretti alla Confagricoltura, Agrinsieme ecc. diretti al Governo, che recentemente ha chiarito definitivamente la possibilità di svolgere le attività di questo settore.

“Lanciamo ora un appello alla grande distribuzione, ai mercati e a tutti i punti vendita aperti affinchè promuovano la vendita di fiori e piante Made in Italy” ha detto il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nell’invitare tutti gli italiani a mettere fiori e piante nei propri giardini, orti e balconi come segno benaugurante della primavera che segna il momento del risveglio con la mobilitazione #balconifioriti.

Ma questa non è l’unica cosa che si può fare per sostenere il settore e guardare alla ripartenza, anche perché il problema dello snodo Olanda per le aste, è sempre lì. 

Un’altra proposta è quella della startup milanese Bloovery che in questi giorni ha lanciato la sua campagna di crowdfunding su Mamacrowd e che nella prima settimana ha subito raccolto 100mila euro, obiettivo di raccolta 300mila euro totali, entro il prossimo 27 maggio. Tutti possono investire nel progetto di Bloovery e diventarne soci a tutti gli effetti, grazie a un processo facile, completamente online e vigilato da Consob.

Bloovery  punta a digitalizzare e rendere più efficiente il mercato dei fiori, dove sino a oggi tutte le aste sono fisiche e passano necessariamente dall’Olanda, connettendo produttori e rivenditori.

Come funziona Bloovery

Insomma, siamo di fronte a un potenziale momento di disruption organizzativa e tecnologica per il settore florovivaistico, un mercato che sembrava immutabile e che sconta una strutturale arretratezza tecnologica lungo tutta la filiera: sarà necessario concentrare alcuni player, accelerare verso la dematerializzazione delle aste dei fiori e del commercio B2B e di conseguenza ottimizzare le spedizioni, riducendo costi di trasporto ed emissioni di CO2, sostiene Bloovery.

Bloovery è riuscita ad inserirsi nel contesto dell’industria floreale all’ingrosso con lo scopo di innovare un settore tradizionale come quello dei fiori attraverso le nuove tecnologie, semplificando la user experience dei clienti e connettendo in modo digitale i produttori ed i rivenditori del settore floreale.

Il tutto grazie all’introduzione di una piattaforma che rende semplice ed immediata l’esperienza di acquisto e il controllo delle spedizioni, abbattendo sprechi di merce, tempo e denaro. La startup è in grado di servire tutti i fioristi, anche i più piccoli e periferici, cui permette di effettuare ordini tramite un catalogo digitale di oltre 15.000 articoli. Inoltre è la prima piattaforma direttamente collegata alle aste olandesi dei fiori, dalle quali ogni giorno transita il 60% della produzione mondiale. I cataloghi sono sincronizzati in tempo reale, con valutazioni precise del miglior prezzo disponibile, permettendo così ai clienti di risparmiare fino al 30% Inoltre, i prodotti sono tracciati e consegnati tramite una logistica end-to-end che combina vettori di import/export con trasportatori specializzati nella distribuzione. Il tutto senza richiesta di un minimo d’ordine e attraverso un’esperienza d’acquisto totalmente in self-provisioning, dalla registrazione fino al pagamento dell’ordine.

“Bloovery è la novità più interessante in un settore ad alto potenziale di innovazione che vale 14B€ in Europa e 9B€ soli 5 mercati principali. In un momento di grande sofferenza, siamo certi che sarà ancora più importante puntare ad un’evoluzione tecnologica del settore”, afferma Simone Guzzetti. “Una piattaforma come Bloovery può rappresentare un asset strategico per i produttori nazionali ma anche per i player più piccoli, per ripartire con più forza e avere maggiori margini sulle fioriture di giugno ed estive”.

I fondi raccolti tramite la campagna di equity crowdfunding su Mamacrowd saranno utilizzati per completare lo sviluppo della piattaforma e della tecnologia per l’automazione della logistica e permettere a Bloovery di approdare nei primi due mercati europei, Francia e Spagna. Inoltre, obiettivo futuro è quello di creare la prima asta dei fiori digitale, accedendo così ai due mercati più grandi, UK e Germania. Il proposito più ambizioso è quello di continuare a crescere fino a diventare il riferimento in Europa per la vendita e la distribuzione di fiori all’ingrosso.

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