Il Nuovo Principe, l’imprenditorialità vista da Marco Trombetti

Pubblicato il 10 Apr 2019

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Marco Trombetti ha scritto un libro ma non è uno scrittore. Marco è un imprenditore ed è un investitore in aziende innovative, e il suo libro si intitola Il Nuovo Principe liberamente ispirato al Il Principe di Machiavelli che nel 1513 disegnò il profilo del leader ideale per l’epoca, cosa che Trombetti fa a sua volta partendo dalla sua esperienza e parlando di imprenditorialità, innovazione, startup.

Lo fa in modo asciutto e va dritto al punto equilibrando il racconto tra riflessioni sul ruolo dell’imprenditorialità in questo mondo in profondo cambiamento e casi pratici frutto dell’esperienza diretta. In particolare su due considerazioni che emergono dal libro abbiamo conversato con lui: l’importanza di fare startup non solo per arricchirsi finanziariamente – sempre che l’azienda abbia successo, naturalmente – e la sua esperienza di investitore su entrambe le sponde dell’Atlantico.

Marco Trombetti

“Ogni ecosistema di basa su caratteristiche proprie – dice – e in Europa l’elemento capitalistico non è così forte come negli Usa dove il valore di una persona è calcolato quasi essenzialmente sulla base del suo patrimonio netto, mentre da noi ha una valenza maggiore anche il contributo che si da alla società”. Per questo i due modelli è opportuno che conservino le loro differenze anche se, aggiunge Trombetti “sarebbe opportuno che anche gli imprenditori europei diventassero più ambiziosi, pensassero in grande come fanno quelli americani”.

Si tratta quindi di due percorsi diversi che però “arrivano a risultati molto simili e in Europa l’impatto che le imprese hanno va oltre quello semplicemente economico ma così facendo si crea comunque ricchezza anche di tipo finanziario, proprio come in Usa, ma sono maggiormente orientate a risolvere problemi e il rapporto con il denaro è maggiormente strumentale: serve, è necessario per fare cose ma, non è il fine ultimo e nemmeno quello primario perché vi è una diversa allocazione del capitale”.

L’autore de Il Nuovo Principe divide le aziende in due grandi gruppi: “quelle che creano ricchezza sulle debolezze umane, penso per esempio all’industria del tabacco, a quella del gioco d’azzardo ma anche ai social network, queste imprese spostano ricchezza non la creano. E poi ci sono quelle che creano strumenti che aiutano altri a fare cose nuove, penso al computer e a internet per esempio e sono queste aziende che creano la vera ricchezza ed è su queste, quelle che mettono l’impatto prima dell’arricchimento, che io investo”.

Trombetti ha creato un’azienda che si chiama Translated e che è diventata lo strumento preferito in tutto il mondo per tradurre testi, un’azienda che avuto successo, anche finanziario, e dalla quale l’imprenditore ha creato Pi Campus che è sia una struttura a Roma presso cui le aziende innovative possono trovare casa, crescere e svilupparsi, sia un veicolo di investimento: “abbiamo allocato 5 milioni di euro, tutti provenienti dai frutti di Translated, e abbiamo realizzato fino a ora 42 investimenti di cui la metà in aziende di genesi italiana. Tra queste ve ne sono due, entrambe americane, che oggi sono già vicine alla valutazione di un miliardo di euro e si tratta di Grin Scooter e di Boom Supersonic  (la prima offre un servizio di sharing free floating di monopattini elettrici e la seconda sta progettando l’aeroplano supersonico per trasporto civile del futuro, ndr) e poi ne abbiamo una interamente italiana che sta crescendo rapidamente e che si chiama BagBnB  e offre un servizio distribuito per il deposito dei bagagli, è operativa già in 150 città e fattura 400mila euro al mese con un margine del 60%. Questa azienda è interessante anche perché frutto dell’unione di talenti che si sono conosciuti nel nostro campus di Roma e che hanno deciso di sviluppare la startup insieme”.

A questi 42 investimenti ne seguiranno altri anticipa Trombetti che spiega come dei 5 milioni di euro inizialmente previsti ne sono stati allocati fino a ora 3 e quindi vi sono ancora 2 milioni di euro da investire: “probabilmente ne aggiungeremo anche altri perché siamo molto contenti di come le cose stanno andando e abbiamo allargato anche i settori di investimento includendo per esempio anche il life science dove abbiamo quattro investimenti tra cui quello in Cambridge Cancer Genomics che si sta preparando a fare un round molto consistente e che ha messo a punto un modello predittivo basato sui dati di tantissimi casi precedenti ed è quindi in grado di supportare i medici nella definizione della terapia chemioterapica più adatta a ogni singolo paziente”.

Se siete una startup e state cercando finanziamenti forse vi è venuto in mente di provare a contattare Marco ma prima di provarci vi suggerisco di leggere con attenzione il suo libro perché tra le cose che scrive spiega in modo molto chiaro ciò che lui cerca nelle aziende in cui poi decide di investire, spiega bene quali sono le caratteristiche che esse devono avere, soprattutto quelle degli imprenditori e dei team, e offre preziosi suggerimenti anche relativamente al modo in cui è opportuno presentarsi e presentare la propria azienda in cerca di capitali.

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