Isendu, ecco come l’e-commerce si integra con i corrieri

Pubblicato il 09 Mar 2021

E-commerce, abbiamo un problema. Nel costruire la filiera che porta dall’ordine del prodotto da parte del cliente alla sua spedizione all’indirizzo del cliente stesso vi sono diversi passaggi: gestione del magazzino, gestione dei dati, gestione dei pagamenti e gestione delle spedizioni. La gran parte di queste funzionalità è integrata nelle piattaforme di e-commerce che consentono a chiunque di crearsi il proprio sito per vendere online ma una richiede un passaggio in più ed è quella del momento in cui i dati del cliente devono essere trasferiti al corriere. Questo passaggio non è automatico. Le grandi piattaforme lo hanno naturalmente automatizzato sviluppando pezzi di software che integrano i sistemi e mantenendoli costantemente, cosa che richiede investimenti e persone con le giuste competenze, i piccoli venditori online lo fanno a mano. O meglio lo facevano a mano perché ora c’è una soluzione fornita in modalità software-as-a-service che risolve proprio questo aspetto e lo fa a un costo alla portata anche dei merchant di piccole e medie dimensioni con abbonamenti che vanno da 49 e 89 euro al mese in base al numero di spedizioni.

Lando Barbagli, co-fondatore e CEO di Isendu.

La startup si chiama Isendu (traslittera la pronuncia inglese di I send you) ed è nata a maggio del 2019: “Ci siamo resi conto – spiega a Startupbusiness Lando Barbagli, co-fondatore e CEO – che esisteva il problema per i medi e piccoli e-commerce di interfacciarsi con i sistemi degli spedizionieri e quindi procedevano trasferendo manualmente i dati dei clienti a cui inviare il bene acquistato dai loro siti a quelli degli spedizionieri perdendo, mediamente, fino a 7 minuti per ogni operazione con quindi spreco di tempo, impegno di persone che potrebbero essere dedicate ad altro e rischio di errori, quindi ci siamo messi a sviluppare la soluzione che è andata live con il primo MVP a giugno 2020 e oggi conta già 200 clienti paganti”.

Isendu che ha sede a Firenze ed è stata co-fondata anche da Marco Pericci che è l’Head of growth della startup ha quindi impiegato un anno per sviluppare il software che ora è operativo e sul mercato ma già pensano agli sviluppi futuri: “lavoriamo per migliorare costantemente il processo di automazione e sulle funzionalità di marketing e di customer care”, spiega Pericci.

La startup da lavoro oggi a circa 20 persone e ha in programma di assumere profili sia nell’ambito dello sviluppo sia di quello delle vendite: “fino a oggi ci siamo auto-finanziati – precisa Barbagli – ma ora siamo già in contatto con alcuni venture capital per fare un round che idealmente ci poterà un finanziamento di 1,5 milioni di euro e abbiamo l’obiettivo di acquisire tra i 1200 e i 1300 clienti entro la fine dell’anno per un fatturato di almeno 500mila euro”.

Marco Pericci, co-fondatore e Head of growth di Isendu

Secondo i fondatori di Isendu il mercato complessivo degli operatori di e-commerce oggi conta in Italia circa 100mila realtà che diventano oltre un milione in Europa: “è un mercato complesso perché fatto da attori di ogni tipo e dimensione ed è un mercato in forte crescita grazie anche alla spinta dovuta alla pandemia – aggiunge il CEO – , a noi interessano quegli e-commerce che devono gestire almeno 30 ordini al mese, non siamo interessati al momento a fornire la nostra tecnologia in modalità white label e puntiamo all’internazionalizzazione a partire dal 2022”.

A supportare i fondatori di Isendu anche Richard Belluzzo, il quale, oltre a essere Cavaliere della Repubblica Italiana, è stato presidente e COO di Microsoft ed è investitore in startup sia un USA sia in Italia dove è stato anche partner di Innogest Capital: “Isendu ha tutte le caratteristiche per scalare velocemente – dice – conosco i fondatori da circa tre anni e ho in programma di diventare io stesso un loro investitore”.

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