Le startup assumono sempre più, lo dice VC Hub Italia

Pubblicato il 19 Mag 2021

In una nota diffusa da VC Hub, l’associazione dei venture capital italiani (di cui scrivemmo qui quando debuttò a inizio 2020) ha diffuso una nota in cui rende noti i dati di un ricerca relativamente all’andamento delle assunzioni da parte delle startup italiane che rileva una forte crescita degli organici per la maggior parte delle startup italiane nel 2020, con la prospettiva di proseguire su questo trend anche nel 2021; alta percentuale di under 40, di neolaureati e di contratti a tempo indeterminato. Sono questi i principali elementi che emergono dalla survey sulla situazione attuale delle startup italiane realizzata in collaborazione da VC Hub Italia – l’associazione che riunisce i principali attori dell’innovazione in Italia – ed Egon Zehnder, società internazionale che opera nell’executive search e nel leadership advisory.

La ricerca, a cui hanno partecipato imprenditori e investitori associati a VC Hub Italia, che a oggi conta oltre 160 soci tra investitori e startup italiane a maggior potenziale di crescita, offre una panoramica sui principali trend organizzativi, di governance, e gestione del talento all’interno delle startup, oltre a raccontarne l’andamento in termini di assunzioni e consolidamento del team in quest’ultimo anno di pandemia.

“La ricerca mostra con chiarezza come anche in questo periodo di pandemia le startup abbiamo continuato a crescere e assumere, generando occupazione come spesso nemmeno le aziende tradizionali riescono ormai più a fare e mostrando una grande capacità di resilienza, ha dichiarato in una nota Francesco Cerruti, direttore generale di VC Hub Italia. Le startup creano occupazione di qualità, offrono importanti opportunità di sviluppo professionale e coinvolgono le proprie risorse nella crescita dell’azienda. Proprio per questo, prosegue Cerruti, è importante continuare a sostenerle perché rappresentano il futuro sia per la nostra economia che per i giovani, che anche in Italia possono trovare opportunità che troppo spesso sono costretti a cercare all’estero”.

La ricerca – Il primo dato che emerge dalla ricerca è quello relativo alla crescita delle risorse occupate nelle startup nel corso del 2020. Nonostante la situazione di crisi seguita alla diffusione della pandemia, il 70% delle startup e delle imprese innovative ha visto crescere il proprio organico, e per il 20% di queste la crescita è stata pari o superiore al 100%. Questo dato conferma l’estrema capacità di resilienza che le startup avevano già mostrato nei primi mesi della pandemia, grazie alla quale hanno potuto continuare a crescere in uno scenario economico in generale fortemente provato e fiaccato dal perdurare della crisi.

L’80% delle imprese coinvolte nella survey, inoltre, prevede una crescita dell’organico anche nel 2021, per una percentuale che in media è pari al 30%, comprese quelle che non hanno fatto esperienza di crescita nel 2020. Circa il 73% delle aziende ha uno staff composto da meno di 20 dipendenti, il 23% tra 20 e 70 e il 4 % è composto da aziende con più di 70 dipendenti. Il 63% delle risorse, in media, ha meno di 35 anni, e il 90% è al di sotto dei 40. In media, circa il 25% dei dipendenti detiene equity o stock options della società in cui lavora.

“Il tasso di crescita degli organici e la partecipazione diffusa ai piani di stock options sono fra gli elementi più differenzianti dell’ecosistema startup, volano non solo di crescita economica ma anche di realizzazione professionale per giovani con competenze manageriali e tecniche specifiche – commentano Fabrizio D’Eredità e Andrea Splendiani, consulenti di Egon Zehnder – L’esperienza in una startup aggiunge inoltre estremo valore al proprio background professionale. Caratteristiche come imprenditorialità e adattabilità vengono duramente messe alla prova, e competenze manageriali come orientamento ai risultati, capacità di collaborare e di costruire e guidare team complessi vengono fortemente stimolate. Infine, questo tipo di esperienza fornisce un impulso unico allo sviluppo di alcuni elementi del potenziale, come la curiosità o la capacità di ispirare e di motivare il talento. Dunque, una esperienza unica che contribuisce non solo a creare impresa nel breve, ma a costruire una classe dirigente più solida e competitiva nel medio lungo periodo”.

Importante anche il dato che emerge in merito alla presenza di laureati all’interno delle startup: circa il 70%, infatti, conta più del 70% di laureati tra i dipendenti e la gran parte, il 75%, assume neolaureati, con una percentuale di quelli alla prima esperienza lavorativa post universitaria che arriva fino al 30%. Inoltre, risulta che in quattro aziende su cinque l’80% dei dipendenti è assunto con contratto a tempo indeterminato.

I talenti femminili all’interno delle aziende analizzate risultano in linea con i dati di occupazione femminile in posizioni apicali in Italia: un manager su cinque all’interno del management team è donna.

Gli ambiti di formazione principali dei dipendenti sono ingegneria, scienze economiche e informatica. Engineering e  prodotto sono invece le aree in cui si prevede una maggiore crescita dei dipendenti. Mentre le competenze più difficili da reperire sul mercato risultano quella di software engineering, back end technology, data management & advanced analytics e product management.

Riguardo il rapporto con il nostro Paese, dalla ricerca emerge che il 70% delle aziende ha tutti i dipendenti basati in Italia.  Inoltre, la maggior parte sviluppa il proprio fatturato nel nostro Paese ma ci sono segnali di una forte spinta all’internazionalizzazione: il 20% circa sviluppa infatti più del 50% del proprio fatturato in Paesi esteri.

Photo by Headway on Unsplash

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