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Le startup health in Europa secondo EIT

EIT Health pubblica uno studio per rilevare il livello di maturità degli ecosistemi startup sanitarie in Europa, l’Italia è in fase di experimenter

Pubblicato il 02 Mag 2023

EIT Health, il braccio dell’European Institute of Technology che si occupa di innovazione in ambito sanitario pubblica la prima edizione dell’InnoStars Assessment of Healthcare Innovation Ecosystem Maturity, un’analisi sullo sviluppo, in termini di innovazione, di alcuni ecosistemi selezionati in Europa Centrale, Orientale e Meridionale. L’InnoStars Innovation Index consentirà agli stakeholder degli ecosistemi di innovazione europei di condividere le migliori pratiche e di imparare gli uni dagli altri, sostenendo l’immagine dei propri Paesi in Europa e fuori dai confini europei.

Secondo lo studio, il Portogallo ha l’ecosistema di innovazione più avanzato, seguito da un gruppo di Paesi che comprende anche l’Italia. Le imprese italiane che hanno partecipato ai programmi EIT Health sono risultate tra le migliori per numero di dipendenti e superiori alla media per quanto riguarda la valutazione complessiva dell’azienda e la capacità di raccolta fondi. Nonostante questo, le stesse imprese hanno ottenuto risultati inferiori in termini di ingresso nel mercato e di raccolta di sovvenzioni.

InnoStars Innovation Index mira a valutare la maturità degli ecosistemi nazionali nel campo dell’innovazione in dieci Paesi dell’Europa Centrale, Orientale e Meridionale. Israele, sede esterna della comunità EIT che è organismo dell’Unione Europea, è stato utilizzato come Paese di riferimento grazie al suo successo come leader mondiale nell’innovazione sanitaria.

EIT Health gestisce diversi programmi nei Paesi europei con il fine di sostenere le startup del settore sanitario durante le loro diverse fasi di sviluppo. Questo nuovo studio ha voluto analizzare in che modo gli ecosistemi di startup sanitarie dei Paesi presi in esame utilizzassero i benefici di questi programmi e quali risultati misurabili avessero raggiunto. È importante notare che gli indicatori di performance raccolti (hard indicator) sono limitati ai programmi di startup dell’EIT Health e non agli ecosistemi di innovazione o startup dell’intero Paese.

“Siamo entusiasti di presentare la prima edizione dell’InnoStars Innovation Index, che è uno strumento fondamentale per mostrare i risultati dei contributi di EIT Health sul territorio e che inoltre fornisce elementi concreti su ciò che fa davvero funzionare gli ecosistemi di innovazione di successo. Durante la preparazione dello studio, abbiamo riscontrato una correlazione tra il numero di rispondenti al questionario e la maggior parte degli indicatori di performance, il che suggerisce come la collaborazione sia un fattore essenziale per il successo degli ecosistemi – dichiara in una nota Balázs Fürjes, amministratore delegato di EIT Health InnoStars – . Questa constatazione è in linea con la filosofia di EIT Health, che sostiene che nessuno può fare innovazione da solo e che è necessario mettere in relazione i diversi stakeholder degli ecosistemi di innovazione, tra cui imprenditori, ricercatori, accademici, rappresentanti del governo, investitori e altri stakeholder”.

I risultati rafforzano l’importanza della collaborazione

Gli autori hanno utilizzato diversi hard indicator sulle startup che hanno partecipato ai programmi EIT Health, come la valutazione, l’occupazione, la raccolta di finanziamenti e di sovvenzioni esterne, e la percentuale di startup che entrano nel mercato. Sono stati inoltre misurati dei soft indicator utilizzando questionari relativi all’ordine di grandezza dei finanziamenti, alla pipeline di talenti, alla gestione, al know-how e al network. Sono state infine realizzate delle interviste approfondite con esperti di sviluppo per ogni ecosistema selezionato. Si è giunti alla conclusione che gli hard indicator sono sì misurabili, ma non perseguibili. Aumentare la valutazione o la percentuale di startup che entrano nel mercato è un obiettivo, ma difficilmente applicabile alla vita lavorativa quotidiana. I soft indicator, al contrario, sono più realizzabili, ma meno misurabili. Nonostante si lavori alla creazione di reti efficienti e alla condivisione delle conoscenze, non sono ancora evidenti le relazioni causa-effetto con i risultati economici. Proprio per questa ragione, gli stakeholder degli ecosistemi di innovazione sanitaria dovrebbero concentrarsi su quegli obiettivi perseguibili che portino a risultati misurabili.

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Infine, un gruppo di esperti dell’EIT Health ha classificato gli ecosistemi osservati utilizzando il modello di maturità degli ecosistemi di Monika Rozalska-Lilo, che si riflette in un punteggio di valutazione finale da 1 (principiante) a 5 (esperto). Il livello di maturità non è un sistema di classificazione: non dice quale Paese ha un ecosistema migliore o peggiore, ma piuttosto evidenzia a che punto si trova nel suo percorso di maturità nell’utilizzo efficiente delle risorse a cui ha accesso.

Esperti e connettori dell’innovazione sanitaria

L’unico Paese che ha ottenuto un punteggio di 5 (esperto) è stato il Paese di riferimento dello studio, Israele, che vanta la più alta valutazione delle startup, pari a 146 milioni di euro. In Israele, infatti, viene favorito l’avvio delle imprese, si offrono programmi mirati per gli innovatori ed è disponibile un panorama di finanziamenti diversificati con accesso a fondi intelligenti e a capitale di rischio specializzato. Di conseguenza, in questo Paese sono molti gli imprenditori con esperienza, i mentori e le comunità di innovazione altamente sviluppate e specializzate.

L’Italia è uno dei quattro fra i Paesi osservati, oltre a Portogallo, Ungheria e Polonia, in cui EIT Health ha un ecosystem lead dedicato ed una rete di partner composta da imprese leader, università e istituti di ricerca. Sulla base dell’InnoStars Innovation Index, l’Italia è stata classificata come experimenter (3) nel modello di maturità. Questi Paesi si trovano a “metà” del loro percorso di innovazione: dispongono già di una discreta quantità di diversi meccanismi di sostegno all’avviamento e di una gamma crescente di fonti di finanziamento, tra cui la seconda generazione di programmi di finanziamento governativi e fondi esteri. In questi Paesi, gli innovatori hanno possibilità di relazionarsi con i mentori del loro settore e gli imprenditori iniziano a investire sempre più frequentemente.

Cresce anche il networking tra le diverse parti interessate, come i centri di ricerca e sviluppo, le multinazionali e le università. Synlab Italia, il core partner di EIT Health in Italia, è una rete nazionale di laboratori, punti di prelievo del sangue e centri diagnostici. Questa rete diagnostica, unica nel suo genere, introduce un nuovo approccio “integrato” all’innovazione medica, alla prevenzione e all’assistenza sanitaria in Italia, un approccio in linea con gli standard qualitativi di eccellenza in Europa.

Italia: bene occupazione, ma ingresso nel mercato inferiore alla media

In termini di risultati misurabili, le 59 aziende che hanno partecipato ai programmi di accelerazione finanziati da EIT Health in Italia hanno ottenuto i migliori risultati nella creazione di posti di lavoro, impiegando quasi 400 lavoratori a tempo pieno a partire dal 2022. Sono al di sopra della media per quanto riguarda la raccolta di finanziamenti esterni e la valutazione complessiva; tuttavia, le performance si abbassano per quanto riguarda la raccolta di sovvenzioni esterne e il rapporto di ingresso nel mercato.

“Lo studio dimostra che il nostro Paese è ben posizionato nel sostegno a quelle innovazioni in campo sanitario che consentono ai cittadini europei di vivere più a lungo e in modo più sano. La collaborazione è la chiave del successo in qualsiasi ecosistema di innovazione, ed è fortemente favorita dal networking, che in Italia è molto forte – dice Chiara Maiorino, ecosystem lead per l’Italia di EIT Health – . Esistono molte piattaforme per sostenere diverse startup durante le varie fasi di sviluppo e in differenti regioni del Paese. EIT Health ha investito finora circa 2 milioni di euro per promuovere l’innovazione in Italia e quasi 60 startup hanno ricevuto circa 3 milioni di euro di assistenza finanziaria, di mentoring, di formazione e di networking”.

Caso di successo: accompagnamento virtuale del paziente basato sull’IA 

Una storia italiana di successo sostenuta da diversi programmi di EIT Health è quella di PatchAI. L’Azienda offre soluzioni intelligenti di salute digitale per coinvolgere e responsabilizzare i pazienti nella ricerca clinica e nei percorsi di cura. La loro piattaforma intelligente mette a disposizione un compagno virtuale che offre interazioni personalizzate ai pazienti e raccoglie dati del mondo reale in tempo reale. PatchAI è stata finalista di Catapult 2020, uno dei programmi di EIT Health, e nel 2021 è stata acquisita dalla statunitense Alira Health.

PatchAI è solo un esempio poiché l’elenco delle storie italiane di successo si allunga ogni giorno. OncoWatch, un’azienda che utilizza i dati per migliorare la diagnostica e il trattamento del cancro alla prostata, è una delle realtà di maggiore successo. Altri esempi sono NIB Biotec, una startup che sta cercando di sviluppare un biosensore intelligente per diagnosticare il cancro alla prostata, e Fidelio Medical, che ha sviluppato la prima soluzione diagnostica digitale che consente uno screening, un monitoraggio e un tutoraggio più semplici per le donne affette da carenza di ferro.

La versione completa dello studio è disponibile sul sito del progetto. (Foto; EIT Health)

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