LiberBook, la libreria digitale made in Bari

Pubblicato il 22 Apr 2015

Questa settimana abbiamo raggiunto Michele Sollecito, fondatore di LiberBook, una realtà pugliese che grazie ad alcuni finanziamenti pubblici è riuscita a farsi spazio nel panorama della digitalizzazione di contenuti editoriali. 
Buongiorno Michele, le va di raccontare ai nostri lettori qual è stata la genesi della vostra azienda e cosa vi ha spinto a creare uniniziativa di questo genere?

LiberBook nasce dalla mia esperienza di studio all’estero: ho potuto apprezzare i servizi bibliotecari digitali della Bibliotèque Nationale de France che mi hanno consentito di svolgere la mia tesi di laurea e la mia tesi di dottorato consultando libri in formato digitale e agevolando così le mie ricerche. Ho pensato che fosse replicabile, si parva licet componere magnis, il sistema di digitalizzazione e il sistema di fruizione gratuita dei libri digitalizzati anche per le biblioteche italiane soprattutto per quelle universitarie.

Di che cosa di occupa esattamente LiberBook? Può sintetizzare quali sono i principali servizi che offrite, ed in particolare quelli con maggiore “carica innovativa”?

LiberBook è un service editoriale digitale. Ci occupiamo dei servizi editoriali classici (editing, copyediting e proofreading) e soprattutto di servizi digitali quali la realizzazione di eBook (ne abbiamo realizzati recentemente quattro dedicati ad utenza audiolesa) e la digitalizzazione libraria professionale. Il nostro servizio di digitalizzazione è connesso alle potenzialità della nostra piattaforma: permettiamo ai nostri utenti di leggere, condividere o scaricare gratuitamente i libri da noi digitalizzati perché solo con la fruizione libera e funzionale si favorisce lo sviluppo culturale e la riscoperta di libri antichi pregiati ed interessanti.

Alcuni dei vostri clienti di riferimento sono gli atenei universitari. Qual è il vostro rapporto con loro in questo senso, e come viene percepito un approccio maggiormente digitale alla didattica da parte dei docenti?

In realtà abbiamo avuto una partnership molto importante con il dipartimento di Lettere, Lingue Arti Italianistica e Culture comparate dell’Università “Aldo Moro” di Bari che ci ha permesso di mostrare le potenzialità dei nostri servizi a docenti universitari. Tuttavia la “struttura” universitaria è ancora lontana da una impostazione di “politica” digitale ben definita. Ci sono ampi margini di sviluppo e LiberBook si sta preparando al futuro impostando ex novo un progetto di piattaforma web multifunzionale per la realizzazione professionale e la gestione interattiva di tesi di laurea e tesi di dottorato nonché riviste di dipartimento con possibilità di editing online, pre- referaggio e condivisione della ricerca scientifica.

Avete avuto la possibilità di svilupparvi grazie alla vittoria di un bando messo a disposizione dalla Regione Puglia, particolarmente attiva sul fronte del finanziamento a realtà innovative. Pensate che in generale il pubblico possa essere un buon partner per contribuire alla costruzione dellecosistema innovativo italiano?

La Puglia in questo campo è pioniera grazie ad una visione lungimirante strategica ossia grazie al programma regionale di politiche giovanili “Bollenti Spiriti”. Non c’è dubbio che senza l’apporto significativo della Regione molte aziende e interessanti start-up non sarebbero mai nate. Credo fortemente che la pubblica amministrazione con il suo potere di indirizzo possa contribuire in modo determinante a muovere tutto il “sistema” (in particolare tutto il terziario) verso pratiche innovative che incontrano la genialità dei giovani e delle loro imprese.

screenshot liber book

A differenza degli Stati Uniti dove è forte il mito del “college dropout (ndr, coloro che interrompono gli studi universitari per buttarsi a capofitto in unimpresa imprenditoriale), lei è dottorato in letteratura, ed in generale il vostro team ha un background vario e con un livello di capitale umano particolarmente elevato. Pensa che questo investimento individuale in istruzione addirittura da ciclo terziario nel suo caso, abbia avuto un ruolo determinante nello stabilire la natura e i risultati della vostra impresa?

Attualmente anche le nostre Università gestiscono con successi altalenanti importanti incubatori di impresa, di sicuro occorrerà potenziare questo aspetto perché le università rimangono dei poli di formazione ineludibili. Nel mio caso il dottorato è stato fondamentale per capire tutti i processi che si sviluppano in relazione ad una ricerca scientifica e soprattutto mi ha aiutato a vivere le “esigenze” di un dipartimento universitario scoprendone punti di forza e di debolezza. Di qui nasce l’intuizione di strutturarci come operatori di “servizi editoriali” per dare una marcia in più a centri di ricerca di per sé già vivaci anche se a volte con mezzi scarsi (penso alle biblioteche universitarie spesso oggetto di tagli non solo di risorse economiche ma anche di risorse umane). Il background elevato della nostra squadra è ancora di più valorizzato dalla complementarietà delle competenze: un dottore di ricerca in letteratura moderna, due informatici e programmatori, un ingegnere informatico e grafico, un operatore museale e un giornalista. C’è il mix giusto e versatile per porsi come interlocutori affidabili a pubbliche amministrazioni, università, biblioteche, musei e case editrici.

di Andrea Latino

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