Nella smart city, erba tech per orti e tetti

Pubblicato il 17 Lug 2015

Se vi dovesse capitare di vedere distese di erba verde sui tetti di Montecarlo o sulle terrazze di New York, oppure un verde campo da golf sulla spiaggia, o un capannone industriale improvvisamente abbellito da pareti verdi e con l’orto sul tetto, con tutta probabilità  vi siete imbattuti in Roofingreen.

Roofingreen è una startup innovativa nata a Torino dall’iniziativa di un gruppo di designer e architetti, che in poco più di 2 anni ha ideato, brevettato, industrializzato e ad oggi produce un insieme di sistemi modulari di erba sintetica, che coniugano l’eccellenza estetica alla performance termica. Un prodotto con caratteristiche nuove “che al momento non trova sul mercato competitor che forniscano gli stessi plus”, secondo quanto dichiarato dalla società e che permette di realizzare orti urbani e tetti coltivabili.

Il paradigma su cui si basa Roofingreen è la sostenibilità ambientale intesa come efficienza energetica, assenza di manutenzione, risparmio di risorse idriche, modularità, costruzione a secco (dunque interventi reversibili nel tempo) leggerezza (un verde naturale può pesare dai 150 ai 300 kg/mq mentre Roofingreen ne pesa 15), alta riciclabilità dei componenti. Caratteristiche che permettono alla startup di posizionarsi tra le soluzioni per la smart city.

Certamente, la prima considerazione che viene in mente pensando all’erba sintetica è: ma non è meglio l’erba naturale? In realtà, se da un punto di vista “sensoriale” ciò può essere vero, l’ utilizzo dell’erba naturale nei contesti presi di mira da Roofingreen potrebbe rivelarsi impossibile, costoso (energeticamente e finanziariamente), non sicuro, in una parola: inadeguato.

Roofingreen si propone come un prodotto  complementare al verde naturale e quindi utilizzabile in contesti in cui il naturale non può essere utilizzato.

Ad esempio, nel recupero e riqualificazione di ​edifici storici ed esistenti ​( Roofingreen può ess​ere utilizzato perchè non crea particolari sovraccarichi alle strutture),  ambienti in cui scarseggia l’acqua (Roofingreen non ne ha bisogno),  ambienti in cui difficilmente l’erba naturale potrebbe vivere (troppo caldo, troppo freddo).

Roofingreen non richiede manutenzione, diversamente dal verde naturale, e questa sua caratteristica lo rende molto adatto a settori come l’alberghiero, l’edilizia scolastica o i parchi giochi per bambini  (nella variante Antishock) in cui è importante coniugare esigenze di allestimento, sicurezza e abbattimento dei costi. 

Permette inoltre la creazione di orti urbani,(per i quali oggi assistiamo a un grande interesse), con l’utilizzo del modulo Nature Veg specifico per coltivare in 15 centimetri di spessore. E’ possibile anche la creazione di pareti verdi verticai.

tetto fabbrica roofingreen
In questa immagine il tetto di una fabbrica trasformato con i moduli Roofingreen

Roofingreen si inserisce quindi a pieno titolo nel filone delle smart city, in particolare nel “green building technology”,  perchè il suo utilizzo comporta un significativo miglioramento delle performance termiche degli edifici e per sua natura non grava in nessun modo sull’ambiente, anzi, produce dei benefici per lo stesso.

Tenendo conto che le città cresceranno da qui al 2050 e che contesti urbani sono responsbili delle maggiori emissioni e dei maggiori consumi, un prodotto come Roofingreen offre valide risposte su un tema di grande attualità.

Lo scorso giugno, Roofingreen ha meritato il secondo posto sul podio della competizione Edison Startup Challenge, ma sopratutto è già pienamente operativa sul mercato: un fatturato di oltre  500 mila euro, suddivisi al 45% Italia e 55% mondo, sta completando significative installazioni a NY e Berlino e una prossima esposizione a Mosca, ha in definizione accordi con i Paesi del Golfo. Ha inoltre una rete strutturata di agenti e distributori in vari paesi ed è in forte crescita anche occupazionale.

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