Non chiamatela app, Parkey è l’antistress dell’automobilista

Pubblicato il 13 Nov 2014

Quanto tempo spendiamo alla ricerca del parcheggio?
Quante volte abbiamo inveito contro la mancanza delle monetine nelle nostre tasche?
Quante volte abbiamo perso il biglietto? E la ricevuta fiscale?

Partendo da esigenze concrete, come sempre ho fatto nei progetti che ho seguito (va bene, lo ammetto, sono uno startupper seriale…) ho cercato di capire come potessi rispondere a queste domande.
Ho cominciato a incontrare i produttori di automazioni per gli accessi alle autorimesse per capirne i limiti tecnici e strutturali, poi con il politecnico di Milano ho lavorato sui mezzi elettrici e i punti di ricarica; ho visitato fiere di settore in giro per l’Europa e, soprattutto, ho cercato di costruirmi una cultura tecnologica che in partenza mi mancava.
Quindi ho partorito una prima idea: catalogare le autorimesse, inserire le informazioni e condurre attraverso la geolocalizzazione l’automobilista nel porto sicuro del posto auto agognato.
Ma non mi bastava. Dico sempre di essere “orgoglioso ma non soddisfatto del lavoro svolto”.
Esistono già altri esempi simili nel mondo, volevo qualcosa di più.
Ho cominciato a pensare a una struttura societaria, badando a coprire tutti i ruoli strategici attraverso partner riconosciuti e affidabili, e così è nata CLOUD PARK S.r.l., società fatta di persone provenienti dal mondo della finanza che potessero garantire sostentamento alla startup e di un partner tecnologico giovane e milanese, in forte crescita.
Da qui è iniziata l’avventura vera, di cui sono stato ideatore e poi “capitano”, sottoponendo i team di sviluppo a continui quesiti, sogni e aspettative (oltre a una dose massiccia di stress).
La domanda è sempre stata, “Cosa mi piacerebbe fare? Come sarebbe più facile la mia esperienza?”
Al centro c’è sempre stato l’utente finale, nel quale mi sono sempre immedesimato: mi piacerebbe sapere dove si trova il posto auto disponibile più vicino alla mia posizione, quanto costa, riservarlo.
Essere condotto all’autorimessa. Poi – perché no? – entrare nell’autorimessa in autonomia, senza biglietti, gettoni o altro. Controllare la mia sosta in tempo reale monitorando la spesa, pagare con carta di credito, avere subito la ricevuta digitale disponibile e con la stessa facilità aprire la sbarra in uscita.
Senza pensieri, finalmente.
Ma tutte le cose semplici nascondono una grande complessità. Così è iniziata la rincorsa verso PARKEY!

Parkey è il primo esempio di app per smartphone che consente all’utente di utilizzare il proprio telefono per ricercare, individuare il parcheggio disponibile più vicino, e prenotare il posto auto all’interno delle  autorimesse convenzionate; inoltre, attraverso un raffinato dialogo tra bluetooth 4.0 e Beacon, trasforma il nostro smartphone in un telecomando a distanza per aprire le sbarre di accesso – potenzialmente – di ogni  autorimessa esistente, dando la possibilità del pagamento diretto della sosta senza dover ricorrere a ticket cartacei o monetine.

Siamo passati da tre tecnologie diverse prima di sposare quella che ci ha portato sul mercato con notevole riscontro mediatico: NFC poi QRcode, i primi esperimenti, presentavano vincoli strutturali da imporre ai gestori delle autorimesse ma soprattutto un notevole esborso di denaro. Poi, incontrandoci con un player del settore, abbiamo avuto un’illuminazione: una serratura comandata da app attraverso il bluetooth!
Era l’idea vincente, lo sentivo. Ho convinto i soci ad abbandonare la strada vecchia per quella nuova, sentivo che il coraggio di buttarci in questa impresa rivoluzionaria ci avrebbe premiati.  Abbiamo così modificato tutti i flussi dell’app, generato un eco sistema complesso basato sul dialogo tra bluetooth e beacon, mantenendo il server come cuore centrale e come braccia due siti dedicati a user e manager. L’app racchiude oggi al suo interno quanto di più raffinato offra il mercato, partendo dalla geolocalizzazione, passando da bluetooth 4.0 e Ebeacon e arrivando alla tokenizzazione. Tutto dialoga con tutto fluidamente.
A conti fatti, oggi l’utente può essere guidato all’autorimessa, trasformare il suo telefono in un telecomando aprendo la sbarra, pagare con carta di credito e uscire dal parcheggio.
Senza code.
Senza biglietti.
Senza pensieri.
Senza perdite di tempo.
Attualmente siamo gli unici ad aver messo insieme tutte queste funzioni in maniera così semplice e immediata.
E ancora: stiamo parlando con il Comune di Milano per integrare nell’app il pagamento di area C, rendendo l’operazione possibile in soli due tap; per poter pagare il bollo o l’assicurazione dell’auto; per avere una scandenza della revisione e poter essere condotti al centro autorizzato più vicino.
E i mezzi pubblici? L’autostrada?
Insomma, abbiamo in cuore di diventare l’App che accompagni l’automobilista senza stress nel caos delle città di tutto il mondo, togliendo vetture dalla strada per lasciare spazio a nuove forme di mobilità leggera e allo sharing. Vogliamo essere una Key per aprire i centri urbani.

Lo start up di Parkey è stata probabilmente l’esperienza più sfidante ed entusiasmate che abbia mai vissuto da un punto di vista professionale. L’ambiente imprenditoriale variegato e mutevole che ho dovuto  affrontare e le eterogenee competenze dei miei partner e responsabili coinvolti, non sono risultate cosi  semplici da comprendere, accettare e tradurre in una strategia di sviluppo aziendale. I differenti bisogni e necessità di tutto il team di lavoro che ho coordinato sono stati una vera sfida per tutte le persone coinvolte.

Alex Pallotti, founder & ceo Parkey 

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