La performance europea in riferimento alle startup è molto migliore di quanto la maggior parte delle persone credano.
Così esordisce il report (di maggio 2015) del European Digital Forum, iniziativa del Lisbon Council e Nesta, in collaborazione con l’European Commission’s Startup Europe Initiative, secondo il quale 2,3 milioni di nuove imprese sono nate nel solo 2012 creando 3,5 milioni di posti di lavoro. E secondo i dati del 2014, gli ultimi resi disponibili da Eurostat, ci sono state più nascite di nuove imprese che morti, un fatto importante per il mondo imprenditoriale.
Tuttavia, dice il report, nonostante questo trend positivo nel numero di nuove imprese che nascono, questo è solo una parte di ciò che misura il successo di un ecosistema : bisogna anche andare a considerare quante società riescono a passare dalla fase startup a quella di scaleup. Un passaggio in cui le società europee non si distinguono particolarmente.
A pesare è la quantità, poco elevata, di capitali venture capital disponibili per finanziare lo scaleup, determinato anche dalla frammentazione dei capitali stessi distribuiti in diversi mercati nazionali.
Si legge nel report:
“At around €60 million, the average European venture capital fund is only half the size of the average firm in the U.S., and around 90% of EU venture-capital investment is concentrated in only eight EU member states – Denmark, Finland, France, Germany, the Netherlands, Spain, Sweden and the UK.17 Because of the diversity of rules in EU member states, venture-capital managers bear high costs in raising funds across Europe. The result is EU venture capital funds are relatively small, and thus have less capital to support growing businesses.”
Il documento analizza i principali ostacoli allo scaleup delle società in Europa e propone un piano in 10 punti per migliorare la scalabilità delle imprese europee:
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