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Space economy, 285M€ per lanciatori e motori

Il ministero per le Impese e il made in Italy porta alla firma due contratti finanziati dal PNRR che danno slancio alla spacetech italiana

Pubblicato il 13 Mar 2023

Presso il ministero delle Imprese e del made in Italy (Mimit), alla presenza del ministro Adolfo Urso, sono stati firmati due contratti da oltre 285 milioni di euro per potenziare le capacità tech italiane nella space economy.

Come era stato emendato nelle modifiche del PNRR 2, ne avevamo già parlato in questo articolo, tra le varie misure e modifiche il piano prevede la possibilità alle startup e al venture capital di avere un ruolo anche nella space economy.

I due nuovi progetti saranno guidati da Avio supportato da un network di realtà industriali italiane, da startup e PMI, nonché da centri di ricerca e università.

Come si legge dal sito istituzionale del ministero: “L’obiettivo è sfruttare le capacità esistenti in Italia, attraverso i programmi, Vega C e Vega E, e realizzare le prossime generazione di motori con caratteristiche eco-sostenibili che faranno parte delle future famiglie di lanciatori spaziali europei”. L’iniziativa utilizza i fondi del PNRR, pari a oltre 1,2 miliardi di euro, affidati ad ESA (European Space Agency) con una convenzione.

L’Italia è uno dei nove Paesi dotati di un’agenzia spaziale con un budget di oltre un miliardo di dollari all’anno e anche grazie al PNRR viaggia tra il 6°/7° posto nel mondo per spese spaziali in relazione al PIL. E come si legge nel documento di visione strategica per lo spazio 2020-2029 uno degli obiettivi (il 9.8) dell’Agenzia spaziale italiana (ASI) è di “Rafforzare la filiera industriale nazionale anche in relazione a PMI, startup e crescita dei centri di eccellenza”.

I finanziamenti raddoppiano

Parliamo di un settore molto interessante: secondo lo Startup space report 2022 di Bryce, le startup della new space economy hanno raccolto nel 2021 complessivamente oltre 15 miliardi di dollari in finanziamenti, il doppio rispetto ai 7,7 miliardi del 2020.

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Infatti nella sua storia la fase che ha inizio con gli anni 2000 definita new space economy vede protagoniste proprio le startup e aziende private: per esempio la Blue Origin di Jeff Bezos specializzata nella costruzione di lanciatori riutilizzabili e capsule spaziali e la famosa SpaceX di Elon Musk.

Il primo contratto firmato oggi dal ministro Urso, Space transportation system (STS), finanziato con 181,6 milioni di euro sarà dedicato allo sviluppo entro il 2026 di un dimostratore in volo di nuove tecnologie e progetti per un lanciatore con motori a ridotto impatto ambientale.

Il secondo programma High thrust engine (HTE) finanziato con 103 milioni di euro sarà invece dedicato allo sviluppo di un nuovo motore ad alta spinta, anche questo a basso impatto ambientale, per arrivare ad un primo test di qualifica a terra entro il 2026.

Insomma, una notizia importante, dato che, secondo i dati dell’ultimo report di Euroconsult, il valore della space economy a livello mondiale nel 2022 è di circa 460 miliardi di dollari. Le istituzioni europee e nazionali hanno mostrato sensibilità notevole rispetto alle potenzialità della Space Economy: l’UE ha destinato al settore spazio un budget pari a 14,8 miliardi di euro tra il 2021 e 2027. E anche la Spagna si sta dotando di un’agenzia: il presidente del governo spagnolo, Pedro Sanchez, insieme a Diana Morant, ministra spagnola per la scienza e l’innovazione, infatti due giorni fa ha annunciato l’avvio delle operazioni dell’Agenzia spaziale spagnola con sede a Siviglia. (Foto di Emily Evans su Unsplash )

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