Standard tecnologici, come e perché partecipare alla definizione

Partecipare alla stesura degli standard è un’opportunità per le startup e permette inoltre di portare e fare conoscere nuove istanze

Pubblicato il 05 Dic 2017

Recentemente, in un articolo dedicato al tema della proprietà intellettuale, l’esperto internazionale Matteo Sabattini, manager italiano che riveste la carica di director of IP Policy in Ericsson Us, ci aveva spiegato, portando anche degli esempi concreti, come partecipare alla definizione degli standard tecnologici internazionali sia una grande opportunità per le startup digitali.

Gli standard internazionali riguardano ogni cosa: dalla forma del foglio di carta alla tecnologia Lte. Ci sono diversi tipi di standard e diversi investimenti per la creazione degli stessi, quando si parla di startup si tende a vederle come una sorta di integratori che prendono tecnologie già esistenti e in modo più o meno efficace le portano sul mercato, mentre ci sono opportunità anche nel partecipare alla realizzazione di uno standard internazionale soprattutto se tecnologicamente avanzato, questo perché gli standard beneficiano da una partecipazione più ampia possibile nell’ottica dell’open standard, ma per le startup il problema di fondo è che la partecipazione agli standard costa benché i vantaggi siano nel medio termine evidenti, ciò che serve è  abbassare la barriera all’ingresso sapendo che il valore finale è molto alto, soprattutto per le tecnologie che vengono inserite nello standard stesso.”

Nel video che proponiamo, realizzato da CEN and CENELEC (visionabile anche sul canale Youtube di UNI), si ribadisce lo stesso concetto: gli standard possono essere la chiave del successo per le PMI e le startup perché tagliano i costi, attirano i clienti, permettono di focalizzarsi sul core business e di usare le risorse in modo efficiente ed innovare. Partecipare alla stesura degli standard assicura inoltre che vengano prese in considerazione e possibilmente soddisfatte le esigenze della propria azienda.

E’ sempre possibile partecipare alla definizione di standard ed essere propositivi.

In Italia l’ente di riferimento è UNI, Ente Nazionale Italiano di Unificazione – è un’associazione privata senza scopo di lucro riconosciuta dallo Stato e dall’Unione Europea (

pdf
Elenco degli organismi nazionali di normazione ai sensi dell’articolo 27 del regolamento (UE) n. 1025/2012), che da quasi 100 anni elabora e pubblica norme tecniche volontarie – le norme UNI – in tutti i settori industriali, commerciali e del terziario.

Sono soci UNI le imprese, i professionisti, le associazioni, gli enti pubblici, i centri di ricerca, gli istituti scolastici e accademici, le rappresentanze dei consumatori e dei lavoratori, il terzo settore e le organizzazione non governative, che insieme costituiscono una piattaforma multi-stakeholder di confronto tecnico unica a livello nazionale.

Per partecipare è necessario essere soci, secondo differenti tipologie e quote.

A livello europeo i riferimenti  sono il Cen – European commitee for standardization,  il Cenelec – European committee for electrotechnical standardization, e il Cencenelec – una sorta di organismo d’integrazione tra i due precedenti.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati