Startup italiane del turismo, tutti i danni del Covid (survey)

Pubblicato il 29 Mar 2021

Un’indagine realizzata dall’Associazione Startup Turismo (https://www.startup-turismo.it/) in collaborazione con l’Osservatorio Innovazione Digitale nel Turismo del Politecnico di Milano, mette a nudo definitivamente quello che è stato il danno alle startup che si occupano di turismo causato dal Covid e il lockdown e quale è stata la loro risposta per resistere alla crisi.

L’indagine ha visto la partecipazione del 60% delle startup socie dell’Associazione, provenienti da tutte Italia e impegnate soprattutto su tre campi d’azione specifici quali Digital Marketing & Content, Experience Provider e Technology Provider.

La resilienza delle startup del turismo

Il 50% delle startup intervistate ha visto dimezzato il proprio fatturato e un terzo ritiene di aver subito una perdita di oltre il 75% del fatturato. Perdite anche dal punto di vista de fundraising: -30% di round, per il 50% in meno di importi. Un peccato se si considera che le startup del travel sono state capaci di raccogliere negli ultimi 5 anni circa 12,5 milioni di euro.

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Il bicchiere mezzo èieno è che queste startup hanno mostrato la loro reislienza: circa il 65% di esse ha sviluppato un nuovo prodotto o servizio durante l’emergenza sanitaria.

“È da sottolineare il dato che una su tre startup ha interamente rivisto la propria value proposition, ovvero ha fatto un pivot, un cambio di rotta, per meglio affrontare il periodo che stiamo vivendo” – spiega Karin Venneri, Presidente Associazione Startup Turismo – “Per rilanciare il turismo bisogna ripartire proprio da queste soluzioni innovative, e dall’approccio al cambiamento veloce che le startup hanno e che, oggi più che mai è necessario per affrontare le future sfide nel turismo e aiutarlo nella sua piena ripartenza”.

Un dato, quello del pivot ad opera del 35% delle startup, che indica chiaramente come le startup non muoiono ma si evolvono.

In questo contesto, cosa ha fatto il Governo per aiutare le startup?

A quanto pare di specifico per l’industria turistica c’è stato solo il Voucher Turismo, un espediente per sostenere la domanda e le strutture ricettive, ma totalmente inadatto a sostenere il mondo delle startup, di conseguenza  l’opinione delle startup sul tema, fortemente dibattuto,  non è molto positivo. Si può affermare che il Voucher Turismo non ha protetto l’innovazione nel mondo del turismo, anche perché quasi il 78% non poteva beneficiarne.

“Senza nuova imprenditoria, senza startup, un Paese è morto. L’innovazione e la forza che portano le startup e i nuovi imprenditori sono linfa vitale per un paese e qualsiasi sistema economico che vuole progredire. In quest’ottica, è particolarmente positivo che a livello mondiale il 49% delle startup del mondo Travel siano state sviluppate in Europa, cosa che non accade in altri settori” – conclude Filippo Renga, Direttore dell’Osservatorio Innovazione Digitale nel Turismo.

Altre misure del Governo hanno riguardato le startup in generale e spesso non sono state applicabili al mondo startup.

Identikit delle startup travel nella fase post-Covid

Le startup del travel operano soprattutto in ambito Digital Maketing & Content e offrono soluzioni che puntano a supportare il settore travel e hospitality nel percorso di digitalizzazione oggi più che mai essenziale, offrendo servizi e strumenti capaci di rendere il settore turistico più iperconnesso e digital, attento alle nuove esigenze dei consumatori.

Interessante lo sviluppo di startup del settore Experience Provider e dei Technology Provider che raggruppa le startup che propongono invece una serie di soluzioni tecnologiche utili per supportare il business legato al settore del turismo.

Secondo quanto rilevato dalla survey nell’arco di quest’anno la dimensione dei team delle singole startup sta crescendo. Oltre il 50% delle Startup Travel può contare su di un organico di almeno 5 persone, anche se solo il 60% è full time sul progetto. Nello specifico oltre il 30% delle startup travel ha tra le 4 e le 5 persone, mentre si attestano intorno al 25% quelle che hanno una squadra composta tra le 6 e le 11 persone. Un dato raddoppiato rispetto allo scorso anno.

Discorso a parte meritano invece i founder delle startup del turismo, dove il 27% sono donne. Si tratta mediamente di un dato più alto di quello relativo ai founder delle startup anche non travel, ma rimane comunque basso. Infine il 25% dei founder hanno meno di 35 anni e solo il 7% meno di 30 anni.

“I grandi assenti si confermano ancora essere le donne e i giovanissimi, segno probabilmente di una cultura imprenditoriale italiana che ancora non riesce a “svecchiarsi” e a dare fiducia a quelle che da sempre sono considerate categorie più “deboli” anche all’interno dello stesso sistema del lavoro” – spiega Andrea Zuanetti, Responsabile Centro Studi Associazione Startup Turismo.

Photo by nicontents on Unsplash

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