Startuppato, l’evento per startup che fa bene all’innovazione

In 5 anni Startuppato, evento per startup torinese, è costantemente cresciuto e ha affinato un format di valore, ne parliamo con Massimiliano Ceaglio

Pubblicato il 22 Dic 2017

Sono stati 1.000 i partecipanti dell’ultima edizione di Startuppato, la festa dell’innovazione organizzata a Torino da I3P, concentrata in una serata, ma capace di richiamare tantissimi curiosi, molti addetti ai lavori e 90 giovani startup. Al centro dell’evento di questa edizione, svoltasi lo scorso novembre,  il Digital Job Placement, iniziativa di recruiting (grande problema per le startup) che ha permesso a talenti digitali in cerca di impiego di incontrare startup con posizione lavorative aperte.

Nel corso della serata le startup hanno avuto anche la possibilità di fare un piccolo test di mercato, in quanto il pubblico è stato invitato a votare i progetti ‘migliori’:  il progetto che ha riscosso più consensi è stato Pharmercure, un servizio per ordinare i farmaci con un’app che permette di riceverli direttamente a casa.

In sostanza, Startuppato è un concentrato di quelle che sono le più tipiche attività che le startup si trovano ad affrontare (come farsi conoscere -e capire il gradimento – da potenziali clienti,  confrontarsi con altre startup, trovare collaboratori e sviluppatori); ma è anche un momento per diffondere sul territorio la cultura d’impresa e la cultura dell’innovazione, un evento per fare community, senza fuochi d’artificio e fuffa, ma molto autentico e sentito dai partecipanti.

Startuppato oramai contraddistingue la scena startup torinese, ma comincia a essere conosciuto in tutta Italia, e cresce di anno in anno, arricchendosi anche nella proposta di contenuti. A 5 anni dalla sua nascita abbiamo fatto un bilancio del valore di questo appuntamento con Massimiliano Ceaglio, direttore operativo dell’Incubatore I3P del Politecnico di Torino che ha ideato e gestito l’evento.

Qual è l’impatto dell’evento sul territorio e per il suo ecosistema startup?

‘Startuppato nasce come format nel 2012 per rispondere a un’esigenza delle startup accelerate da Treatabit di avere a loro disposizione un momento informale per conoscere le altre startup. Quando Startuppato ha mosso i primi passi rappresentava naturalmente un’opportunità interessante nel panorama innovativo ma soprattutto per gli “addetti ai lavori”: progetti in fase di sviluppo o startup avviate in cerca di feedback o collaboratori. Chi sta per fondare un’impresa ha bisogno di networking, fa bene al suo progetto e fa bene alle sue doti imprenditoriali. Pian piano, però, abbiamo lavorato per rendere l’evento trasversale, riuscendo a coinvolgere un numero sempre maggiore di persone, anche coloro che sono normalmente al di fuori di questo mondo, affinché potessero scoprirlo ed essere i primi sostenitori del progetto, collaboratori veri e propri o ancora i primi clienti. Riteniamo che questo lavoro sia di grande valore, proprio perché, prima di fare fatturato, aiuta la diffusione della cultura d’impresa, soprattutto di quella innovativa, per far trovare agli startupper di oggi un terreno sempre più fertile con cui confrontarsi, quindi un mercato sempre più preparato a recepire l’innovazione. Ad oggi ci siamo affermati nel panorama locale, con 100 startup provenienti non solo dal Piemonte ma anche da varie parti d’Italia che espongono le loro demo e circa 1500 iscritti tra startupper, professionisti, investitori e semplici curiosi, pronti a sostenere le startup. Lo scopo è quello di diventare un punto di attrazione a livello nazionale per l’ecosistema delle startup e lo vogliamo fare con un format fresco e veloce che in 5 ore riesca a generare il maggior numero possibile di connessioni.’

Qual è stato il principale fattore che ha permesso all’evento di crescere nel tempo arrivando quest’anno a 100 startup? 

‘L’evento è nato e si è evoluto con lo scopo principale di fare networking. È partito come un aperitivo che però oggi ci è “sfuggito di mano”, nel senso che nel tempo si è trasformato ed ogni anno cambia e si evolve un po’, per rispondere al meglio alle esigenze delle startup e per evitare di dare a partecipanti e visitatori – che vengono all’evento per testare, ipotizzare collaborazioni, vendere, comprare, investire, trovare un lavoro, trovare un dipendente, prendere informazioni su come lanciare una startup o anche solo semplicemente per curiosare – un format preconfezionato sempre uguale a sé stesso. Startuppato è costituito da cinque ore intense che massimizzano la possibilità di interazione permettendoti di ottenere in termini di networking in pochissimo tempo quello che una fiera o una startup competition ti permette di ottenere in più giorni. Se sei una startup e ti serve lavorare su metriche come testing, usabilità, recruiting, funding, e molto altro, Startuppato è perfetto.’

Quali sono le prospettive per il futuro?

‘Sicuramente vogliamo crescere dal punto di vista dei numeri, ma puntiamo anche a introdurre nuovi elementi con l’obiettivo di aumentare ulteriormente le possibilità di networking, ampliando e diversificando sia le tipologie di target coinvolti, sia le modalità di interazione. In questa edizione abbiamo introdotto, ad esempio, i percorsi di innovazione, nel tentativo di dare uno strumento in più ai visitatori per conoscere il mondo startup, una chiave di lettura non solo delle realtà presenti, ma anche in generale del contesto imprenditoriale da cui erano partite. Il tutto in maniera anche personalizzata rispetto ai loro interessi, proprio perché si trattava di temi verticali come Comunicazione & Marketing, Sharing Economy, Internet of Things e Life Style.’

Che valore può portare questo tipo di evento alla crescita dell’ecosistema dell’innovazione in Italia?

‘Come I3P, uno dei nostri obiettivi principali in qualità di incubatore è far sì che le idee diventino delle imprese in grado di scalare sul mercato, chiaramente. Per fare ciò servono metodi, tecniche, analisi e tutto quello che riguarda il nostro mestiere. Con l’organizzazione degli eventi, però, non solo puntiamo ad arricchire il tessuto culturale e la community di riferimento per la crescita stessa dell’ecosistema di innovazione, ma abbiamo anche la necessità di compiere un passo oltre lo storytelling: dobbiamo avvicinare in modo fisico le startup alla nostra quotidianità, per far capire a tutti coloro che si interfacciano con queste realtà che esse sono una soluzione reale, concreta e vincente per tutte le attività che ogni giorno ci troviamo ad affrontare. L’innovazione ti mostra tutto quello che può fare per te e tutti i modi in cui ti rivoluziona la vita, in meglio, mostrandoti differenti modi di viaggiare, fare sport, lavorare, persino di mangiare.’

In questa edizione di Startuppato, le startup che hanno ottenuto l’apprezzamento del pubblico, oltre a Pharmercure già citata sopra, sono state HelpMeAround, progetto che intende semplificare la vita quotidiana delle persone attraverso un portale web che crea un punto di incontro tra clienti e fornitori di servizi per la casa, dal giardinaggio all’informatica, dal trasporto oggetti all’idraulica; Deed, startup che intende rivoluzionare il mondo dei wearable e che ha creato GET, lo smartbridge che si usa con un gesto direttamente dalla propria mano, senza l’utilizzo di auricolari o vivavoce; Family Redo, progetto a misura di famiglia che crea la dimensione ideale per adulti e bambini, raddoppiando l’esperienza sociale in ogni evento.

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