VC in Italia, ecco come evolve l’ecosistema

La ricerca di ScaleIT mette in luce le tendenze che stanno dando corpo alla crescita dell’ecosistema italiano in termini di investimenti in venture capital

Pubblicato il 09 Mar 2019

Ferruccio Martinelli e Leonardo Vezzati sono il team di analisti di ScaleIT e hanno realizzato un’analisi sull’andamento degli investimenti di venture capital nel nostro Paese rilevando una significativa tendenza verso la crescita che si traduce sia in sviluppo del mercato in termini di valori investiti ma che assume anche un significato più strutturale perché vede finalmente l’ecosistema nazionale essere pronto per quel salto di maturità che attendiamo già da qualche anno.

Partendo dal presupposto che la prosperità di un ecosistema imprenditoriale è il risultato di variabili diverse – su tutte la disponibilità di capitali, l’accesso a talento e competenze qualificate, semplicità normativa e agilità burocratica – sul fronte del capitale il salto in avanti è netto a confronto di appena 12 mesi fa, quando lamentavamo senza troppe speranze l’ennesimo anno di stallo di un settore mai considerato prioritario per lo sviluppo economico e industriale del Paese.

Nel marzo 2019 raccontiamo uno scenario diametralmente opposto, dove in un quadro politico a dir poco complesso il tema dell’imprenditorialità digitale riesce a emergere come uno dei pochi fronti di supporto bipartisan e finora esente da scontri politici intestini. Risorse e tempi attuativi sono (relativamente) chiari e fanno presagire un sostanziale cambio di passo del mercato che proietterebbe l’Italia verso un ruolo di maggiore rilevanza sul panorama europeo.

Stiamo dunque attraversando una fase di transizione da un ecosistema chiuso, con investimenti da pochi operatori prevalentemente locali e in fase early stage, verso un mercato aperto spinto soprattutto da risorse parastatali e internazionali su operazioni later stage.

Per via del ruolo che ScaleIT ricopre nel facilitare l’accesso al venture capital, abbiamo deciso di analizzare da vicino le dinamiche di questa transizione. Di seguito il dettaglio della ricerca.

Volumi e operazioni totali

Il totale di investimenti VC su aziende italiane nel 2018 si attesta sui € 603M, in crescita del 157% rispetto ai € 235M dell’anno precedente (+ € 368M), mentre il numero totale di operazioni cresce da 276 del 2017 a 288 nell’ultimo anno.

Il trend generico attesta un’importante maturazione del mercato italiano, che a fronte di una crescita sostanzialmente invariata nel numero di operazioni, vede più che raddoppiare il volume medio del singolo deal.

Cresce anche l’importo medio delle operazioni esclusivamente locali, che nel 2018 hanno raddoppiato i volumi rispetto al 2017 (€ 270M contro € 127M), pur mantenendo il numero di deal costante (261 contro 259).

Impatto degli investitori internazionali

È interessante notare il trend relativo ai round su aziende italiane a cui hanno partecipato investitori internazionali, che cresce sia in termini di volumi sia di numero di operazioni. Nel 2018 investitori internazionali hanno partecipato a 27 operazioni sopra i € 200k di investimento (+59% rispetto alle 17 del 2017) per un ammontare totale di € 333M, contro i € 107M del 2017, ovvero oltre il triplo dell’anno precedente.

Se si considerano solo i deal Serie A (dai € 2M in su) osserviamo 20 operazioni con investitori internazionali nel 2018 per € 327M investiti (contro i 13 nel 2017 per € 103M).

Sui € 368M totali di crescita annua € 230M sono dovuti a operazioni con investitori internazionali – ormai il 55% del mercato totale – valorizzando la tesi di fondo di ScaleIT sull’importanza di attrarre investitori internazionali per alimentare la crescita del settore.

Operazioni multimilionarie

Un ulteriore segno di maturità dell’ecosistema è indicato dal numero di operazioni dai € 2M in su, le quali sono raddoppiate nell’ultimo anno attestandosi sui 54 deal rispetto ai 26 del 2017. È interessante sottolineare che queste 54 operazioni rappresentano appena il 19% del totale (288) ma in termini di volumi equivalgono a oltre € 517M pari all’86% dell’ammontare investito nel 2018.

In conclusione, è importante comprendere le diverse leve che portano allo sviluppo dell’ecosistema per orientare al meglio le scelte sia degli operatori di mercato – per esempio maggiore disponibilità di finanziamenti follow-on riduce il rischio di finanziare una startup early stage – sia degli organismi regolatori, i quali sicuramente fanno bene a stimolare il mercato agendo sugli operatori locali, ma sono comunque tenuti a considerare l’importante leva dell’influsso di capitali internazionali per dare un’ulteriore spinta sia in termini di competitività sia di competenze professionali.

Note per il lettore

Metodologia di ricerca: Sono state incluse all’interno della ricerca le operazioni di investimento su startup e scaleup italiane nel 2018. ScaleIT considera italiane tutte le società con headquarter in Italia, o fondate da italiani con headquarter all’estero ma con una sede operativa rilevante nel nostro Paese (>3 dipendenti). Sono incluse le operazioni in equity crowdfunding (escluso il real estate) e le Initial Coin Offering (ICO). La logica sottostante è quella di includere gli investimenti che abbiano un impatto diretto sull’ecosistema locale (assunzioni, ricerca e sviluppo, uffici ecc.).

Metodologia di classificazione dei round internazionali: Sono considerati internazionali tutti i round partecipati o esclusivamente da investitori internazionali o all’interno dei quali, al fianco di investitori italiani, abbiano partecipato uno o più player internazionali.

Contributor: Ferruccio Martinelli – Leonardo Vezzati

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