Turismo spaziale, a che punto siamo?

Pubblicato il 28 Apr 2021

Sarà per effetto della vita sempre più difficile sulla Terra, tra pandemie e cambiamenti climatici, che ci porta a guardare più lontano; sarà per il progresso tecnologico e il rinnovato interesse per lo spazio; sarà per la spinta e l’ambizione data al settore dall’ingresso di imprenditori privati, ma l’idea di un vicino turismo spaziale alla portata di ‘quasi’ tutti, si fa sempre più concreta.

La storia del turismo spaziale è cominciata esattamente ventanni fa, quando il 28 aprile 2001, il ricco uomo d’affari Dennis Tito pagò 20 milioni di dollari per coronare il sogno di una vita e prese posto a bordo della navicella russa Soyuz per essere il primo turista a visitare la Stazione Spaziale Internazionale, la sua vacanza durò in totale una settimana. Solo sette persone hanno seguito l’esempio nei 20 anni successivi, tra di essi un’unica donna, Anousheh Ansari (classe 1966), ingegnere, imprenditrice ed ex astronauta iraniana naturalizzata statunitense, che partecipò nel 2006 a due differenti lanci e restò nello spazio circa 10 giorni. E’ stata  così la prima turista spaziale donna e la prima iraniana di nascita ad andare nello spazio.

Questi numeri sono destinati a raddoppiare solo nei prossimi 12 mesi, dice l’analista di politica spaziale statunitense Wendy Whitman Cobb in questo articolo.

La NASA è stata a lungo riluttante a ospitare turisti spaziali, quindi è toccato alla Russia – alla ricerca di fonti di denaro dopo la Guerra Fredda negli anni ’90 e 2000 – farsi carico di accontentare qualche persona ricca che voleva giocare a fare l’astronauta. Ora, sembra che l’ascesa delle compagnie spaziali private renderà più facile per le persone normali sperimentare lo spazio.

“Dalla mia prospettiva di analista di politica spaziale, vedo l’inizio di un’era in cui più persone possono sperimentare lo spazio. Con aziende come SpaceX e Blue Origin che sperano di costruire un futuro per l’umanità nello spazio, il turismo spaziale è un modo per dimostrare sia la sicurezza che l’affidabilità dei viaggi spaziali al grande pubblico”, sottolinea l’analista.

La cosa sarà resa possibile, naturalmente, dall’abbattimento dei costi: pochi al mondo possono spendere milioni di dollari per un capriccio, ma in tanti lo farebbero se un volo costasse per esempio 1000 euro o anche 10mila.

Dennis Tito, il primo turista spaziale della storia
Dennis Tito, il primo turista spaziale della storia

“Voli nello spazio come quello di Dennis Tito sono costosi per un motivo. Un razzo deve bruciare un sacco di carburante costoso per viaggiare fino a una certa altezza e abbastanza velocemente per entrare nell’orbita terrestre.
Un’altra possibilità più economica è un lancio suborbitale, con il razzo che va abbastanza in alto da raggiungere il bordo dello spazio e poi torna giù. In questo caso, i passeggeri possono sperimentare l’assenza di peso e una vista incredibile, e questi lanci sono economicamente più accessibili.

La difficoltà e la spesa di entrambe le opzioni ha fatto sì che, tradizionalmente, solo gli stati nazionali fossero in grado di esplorare lo spazio. Questo ha cominciato a cambiare negli anni ’90, quando una serie di imprenditori è entrata nell’arena spaziale. Tre aziende guidate da CEO miliardari sono emerse come i principali attori: Virgin Galactic (Richard Branson), Blue Origin (Jeff Bezos) e SpaceX (Elon Musk). Sebbene nessuna abbia portato nello spazio clienti privati paganti, tutte prevedono di farlo nel prossimo futuro”. spiega ancora Whitman Cobb

Proprio in questi giorni Blue Origin e SpaceX sono al centro di una polemica non da poco: la prima ha infatti presentato un ricorso contro la decisione della Nasa che ha attribuito alla sola SpaceX il miliardario finanziamento (2,9 miliardi di dollari) per realizzare il prossimo lander lunare, lo Human Landing System, che riporterà l’essere umano sulla Luna nella missione Artemis del 2024. Elon Musk non ha fatto piega, rilanciando col dire che il suo hardware è migliore e riuscirà a portare le prime persone su Marte già nel 2026.

Se prendiamo l’anno di fondazione, a intravedere per primo il business spaziale è stato Jeff Bezos, Blue Origin è stata fondata nel 2000; poi è arrivato Musk, SpaceX nasce nel 2002, con Marte in cima alle sue ambizioni; Virgin Galactic nasce invece nel 2004, ma già con il pallino del volo sub-orbitale commerciale

Le tre principali imprese private per il turismo spaziale

Virgin Galactic

“Il miliardario britannico Richard Branson ha costruito il suo marchio non solo sugli affari ma anche sul suo amore per l’avventura. Nel perseguire il turismo spaziale, Branson ha portato entrambe le cose. Ha fondato Virgin Galactic dopo aver acquistato SpaceShipOne – una società che ha vinto l’Ansari X-Prize costruendo la prima astronave riutilizzabile. Da allora, Virgin Galactic ha cercato di progettare, costruire e far volare una SpaceShipTwo più grande che può portare fino a sei passeggeri in un volo suborbitale.

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Il cammino è stato più difficile del previsto. Sebbene Branson avesse previsto di aprire il business ai turisti nel 2009, Virgin Galactic ha incontrato alcuni ostacoli significativi – tra cui la morte di un pilota in un incidente nel 2014. Dopo l’incidente, gli ingegneri hanno trovato problemi significativi con il design del veicolo, che ha richiesto modifiche” racconta l’analista.

SpaceX

La Professoressa Wendy Whitman Cobb racconta molto bene come le motivazioni imprenditoriali di Elon. “Musk, temendo che una catastrofe di qualche tipo potesse rendere la Terra inabitabile, era frustrato dalla mancanza di progressi nel rendere l’umanità una specie multiplanetaria. Ha fondato SpaceX nel 2002 con l’obiettivo di sviluppare innanzitutto una tecnologia di lancio riutilizzabile per diminuire il costo di raggiungere lo spazio. Da allora, SpaceX ha trovato il successo con il suo razzo Falcon 9 e la navicella Dragon. L’obiettivo finale di SpaceX è l’insediamento umano su Marte,  il turismo spaziale è un passo intermedio. Musk dice che spera di dimostrare che i viaggi nello spazio possono essere fatti facilmente e che il turismo potrebbe fornire un flusso di entrate per sostenere lo sviluppo del più grande sistema Starship, incentrato su Marte”.

Blue Origin

Bezos, invece sarebbe ha una strategia che si ispira alla visione del fisico Gerard O’Neill, decisamente affascinante: il suo obiettivo è espandere la presenza umana, colonizzare, non Marte, ma lo spazio stesso. Blue Origin, fondata nel 2004, ha proceduto lentamente e silenziosamente nello sviluppo di tecnologia, in particolare razzi riutilizzabili. Il suo razzo New Shepard, volato per la prima volta con successo nel 2015, è pensato per offrire ai turisti un viaggio suborbitale ai confini dello spazio, simile a quello di Virgin Galactic. Per Bezos, questi lanci rappresentano uno sforzo per rendere i viaggi spaziali di routine, affidabili e accessibili alle persone, come un primo passo per consentire ulteriori esplorazioni spaziali.

Prospettive future

Secondo l’analista, in questo momento SpaceX è l’unica opzione per chi vuole andare nello spazio e orbitare intorno alla Terra e  ha due lanci turistici in programma, il primo è previsto per settembre 2021, finanziato dall’uomo d’affari miliardario Jared Isaacman. L’altro viaggio, previsto per il 2022, è organizzato da Axiom Space. Questi viaggi saranno costosi, circa 55 milioni di dollari per il volo e un soggiorno sulla Stazione Spaziale Internazionale. L’alto costo ha portato alcuni critici a mettere in guardia sul fatto che il turismo spaziale – e l’accesso privato allo spazio più in generale – potrebbe rafforzare la disuguaglianza tra ricchi e poveri. Ma questo, come si diceva, è un momento di intermedio.

I viaggi suborbitali di Blue Origin e Virgin Galactic sono molto più ragionevoli nei costi, con entrambi i prezzi compresi tra 200.000 e 250.000 dollari. Blue Origin sembra essere la più vicina a permettere ai clienti paganti di salire a bordo, recentemente ha affermato che le missioni con equipaggio sarebbero avvenute “presto”. Virgin Galactic continua a testare SpaceShipTwo, ma nessun calendario specifico è stato annunciato per i voli turistici.

Intanto, c’è da segnalare che se queste tre aziende sono i vettori, c’è anche chi si è attrezzato per essere il tour operator del turismo spaziale: si chiama Space Adventures e si possono già prenotare biglietti.

I tipi di viaggio del  turismo spaziale

Ci sono diversi tipi di experience che Space Adventures propone per andare incontro a tutti i livelli di interesse e soprattutto di budget. Alcune di esse sono in realtà esperienze terrestri:  i voli senza peso ZERO-G, il Launch Tour e l’addestramento al volo spaziale, si tengono qui sulla Terra. Altre, da fare quando è ancora da capire, sono il viaggio intorno alla Luna, il tour alla Stazione Spaziale orbitante e infine la ‘passeggiata spaziale’.

Insomma,  lo spazio non è più il dominio dei soli astronauti professionisti, sebbene sia necessario un minimo di preparazione.

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