I cultori puristi del vino potrebbero storcere il naso, ma attenti a liquidare una modalità di commercializzazione del vino che è innovativa sotto molti punti di vista e tiene d’occhio la qualità. Perché chi ama davvero il vino, sulla qualità difficilmente accetta compromessi. E sull’innovazione niente da dire: Albicchiere porta un metodo di distribuzione nuovo, in salsa IOT nel settore wine tech, cosa che è già valsa alla giovane realtà la vittoria all’IoT/WT Innovation World Cup al Mobile World Congress di Barcellona 2018.
Questa nuova startup italiana del vino, si chiama dunque Albicchiere (powered by BEEXLAB SRL) perché esattamente questo fa: fornisce bicchieri di vino, non in vetro, ma con un packaging ‘considerato “povero” in Italia ma non all’estero‘ come le bag, in un dispenser ultra-tecnologico in grado di tracciare sbalzi di temperatura e spostamenti del vino dalla cantina al bicchiere, in modo da garantire un prodotto sempre ottimo e più sostenibile rispetto al vetro che, secondo uno studio dell’Università della California, permette una riduzione del 40% del Carbon Footprint.
Le buste (quelle di Albicchiere sono state studiate per essere più performanti e sono brevettate) vengono inserite con estrema facilità all’interno del dispenser, possono essere sostituite, senza aver consumato tutto il contenuto, infinite volte senza rovinare il vino all’interno, a differenza delle soluzioni attualmente sul mercato.
Il sistema di raffreddamento rapido porta il vino alla temperatura di servizio proposta dagli esperti o a quella che si preferisce.
Il gioco è fatto, non resta che godere del proprio bicchiere. In più, grazie all’App collegata si può gestire da remoto il dispenser, programmando ad esempio a che ora il vino deve essere pronto da bere, o chiedendo suggerimenti sul vino adeguato a un certo tipo di cena, e tante altre informazioni grazie ai sistemi di voice assistant come Amazon Echo e Google Home.
E se il vino che desideri non è nella tua cantina, potrai ordinarlo direttamente dalla App. Insomma una rivoluzione nel modo di bere vino, che potrebbe essere definito wine as a service o, come preferiscono dire i fondatori, smart wine platform.
Il gioco è simile a quello delle macchinette del caffè con capsule, che hanno soppiantato la vecchia moka, il modello di business è molto simile ed è la vera arma vincente di questa startup insieme al team, formato dai due founder: Massimo Mearini, anche Ceo, e Diego Pepini, anche CTO, cui si sono uniti Marco Liviantoni per il business development e Emanuele Pangrazi, designer industriale che si è appunto occupato di tutta la parte di design del dispenser. Che non è solo ultra-tecnologico e connesso, è anche bello da vedere.
Il mondo dei produttori e il mondo degli appassionati del vino sono pronti per questa rivoluzione?
‘I produttori di vino lo sono senz’altro da quello che abbiamo potuto appurare fino a questo momento, per loro è vitale riuscire a vendere di più sui canali online e Albicchiere incentiva l’ecommerce. – continua Mearini – Sono i primi a essere consapevoli che da un punto di vista della qualità sui vini di queste categorie non ci sono problemi, anzi non credo di esagerare a dire che la qualità si mantiene meglio nelle bag piuttosto che nel vetro. Prossimamente saremo a Verona al Vinitaly per farci conoscere (e avere il riscontro) di tanti altri produttori. Nei Paesi con antica tradizione vinicola come l’Italia è più un problema di abitudine, di percezione, di cultura: infatti noi non partiremo dal mercato italiano, bensì da US e Australia, dove non vi è questo tipo di rigidità e abbiamo già dei partner. Il prossimo settembre lanceremo Albicchiere con una campagna di crowdfunding e …incrociamo le dita’.